Andate a vederlo.
Penso uno dei film più bellli che abbia visto negli ultimi dieci anni.
Inizia strano La vita di Chuck: in un mondo contemporaneo una catastrofe dopo l'altra si abbate sull'intero pianeta. Pestilenze, voragini che si aprono nelle città, vulcani che eruttano, alluvioni: sembra davvero arrivata la fine del mondo. E come si comporta le gente di fronte a qualcosa di imprevedibile ed incontrovertibile? Dopo che internet è sparito e con esso pare ogni cosa e capacità di progettare il futuro e far fronte al presente. I medici smettono di curare e si suicidano. Le persone vagano per le strade senza meta. Le strade si stipano di auto abbandonate, il sentimento più comune è l'angoscia dell'attesa. E voi dove vorreste essere quando il mondo sta per finire? Il protagonista attraversa la città a piedi e raggiunge la ex moglie proprio mentre tutte le luci si spengono e in ogni finestra compare un'immagine di Chuck. Ma chi cavolo è sto Chuck i cui manifesti appesi ovunque ci ricordano che ha avuto 39 anni grandiosi? Mentre gli innamorati si stringono le mani si spegne una stella nel cielo. E poi un'altra. E dopo poco è tutto buio.
Resistete alla voglia di alzarvi ed andarvene dopo il "terzo atto": piangerete, vi emozionerete, sognerete. Finalmente rivivrete la magia del cinema
E per i fan di Stephen King posso dirvi solo che l'atmosfera di The Life of Chuck mi ha ricordato in qualche modo quella del suo libro 22/11/63.
Qui vi condivido il trailer:
se volete invece sapere perché l'ho trovato speciale devo raccontarvi gli altri due atti ma occhio allo spoiler.
Mentre il mondo del primo atto scompare in un lampo e viene avvolto dal buio si vede
Poi rivediamo Chuck, ma Chuck bambino. Ha appena perso i genitori in un incidente e cresce con i nonni. Ricorda i primi tempi silenziosi e dolenti. E poi ricorda il giorno in cui la nonna era tornata a sorridere e l'aveva attirato in cucina sulle note di una canzone rock. Inizia così il suo amore per la danza: con la rinascita della nonna che segue la musica battendo il cucchiaio di legno sulla pentola. Lo stesso ritmo della batterista. Lo stesso ritmo dei monitor abbandonati nell'apocalisse. Lo stesso ritmo degli ultimi battiti del suo cuore.
Chuck è felice e si iscrive ad un corso di ballo. Ha talento e si innamora della più brava, fanno scintille col moonwalking alla festa della scuola. Chuck è entusiasta ma il nonno lo vuole contabile come lui perché la matematica è certezza, la matematica non dice bugie e soprattutto la matematica è arte. Effettivamente quando spiega la storia del calendario cosmico si pensa "se solo fosse sempre così la matematica"! Ah Chuck, ricorda: in mansarda non si sale. E perché no? il pavimento è marcio, quando il nonno è sobrio. Ci sono i fantasmi, quando il nonno è ubriaco e gli confida di (pre)vedere brutte cose. Cose che capitano: prima la nonna al supermercato e poi il nonno in salotto. Chuck rimane solo e va in soffita e finalmente capisce il nonno: vede se stesso, ad un'eta imprecisa, morente su un letto d'ospedale. Ed è lì che Chuck decide che continuerà a vivere e vivrà ogni giorno al massimo senza farsi spaventare dall'attesa perché se no si inizia a morire quando si inizia ad attendere (e temere) la morte.
Vivrà 39 fantastici anni Chuck perché "se hai un cuore... hai la speranza" e soprattutto come diceva Whitman nel suo Canto me stesso: Io sono vasto, contengo moltitudini.
Per me è stata tutta una poesia questo film il cui spirito si ricollegava benissimo al libro che sto attualmente leggendo intitolato WOW legato allo stupore (di Dacher Keltner).
Happy me
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