Black bag ribalta le aspettative e mette in scena una trama sofisticata nelle intenzioni ma per me non riuscita nella realizzazione. A partire da Fassbender che mi ha ricordato Silvano di Camera Cafè, diciamo un gino qualunque. E una Cate Blanchett effetto plasticoso che mi ha spiazzata.
Kathryn e George sono due agenti segreti, sposati tra loro. Come far funzionare un rapporto tra due persone che mentono per mestiere?
I coniugi invitano a cena due coppie di colleghi per scoprire il traditore che sta trattando col nemico e il gioco proposto da George, insieme alla droga miscelata nel cibo, fa degenerare la situazione.
Il dilemma però non si risolve e quando Kathryn parte per una missione misteriosa a George sorge più di un dubbio. Che vorrà chiarire con
La cosa più bella del film è... Scarlett Johansson che, raggiunti i 40 anni, è davvero notevole.
La trama non ha nulla di originale anche se l'inizio di Jurassic world la rinascita sembrava promettente: un incidente all'interno di un laboratorio dove si facevano esperimenti su DNA di dinosauro. Poi c'è un salto a trent'anni dopo e scopriamo che i poveri dinosauri "resuscitati" stanno morendo a causa del cambiamento climatico e gli unici superstiti si trovano in una zona equatoriale off limits. Zona dove logicamente andranno i protagonisti del film per cercare di prelevare del DNA con cui poi sintetizzare nuovi farmaci salva-vita. Lungo la traversata però soccorrono una famiglia in difficoltà: sembra una rivisitazione de Lo squalo, una bella e nostalgica tensione con i mostri marini che cercano in tutti i modi di far affondare la spedizione.
Una volta sull'isola parte la caccia al dinosauro e
La prima cosa che ho pensato, dopo aver finito di leggere il libro AVERE O ESSERE di Fromm è stata: se fosse in vita oggi EF si metterebbe le mani nei capelli. Anzi me lo immagino nella posa dell'uomo nell'urlo di Munch.
Dopotutto questo testo è del 1976, un'epoca lontana non solo temporalmente ma secondo me anche socialmente.
Suddiviso in tre parti:
Come comprendere la differenza tra avere ed essere - Fromm porta ad esempio tre poesie di autori diversi che hanno per oggetto la stessa cosa, cogliere un fiore, per farci comprendere in modo sorprendente in che cosa cosista la differenza tra avere ed essere. Stupefacente davvero, vale la pena cercare questo libro solo per leggere alcune delle pagine di questa prima parte.
Analisi delle differenze fondamentali tra le due modalità esistenziali - "una società i cui principi sono l'acquisizione, il profitto e la proprietà, determina il sorgere di un carattere sociale imperniato sull'avere e, una volta fissato il modulo dominante, nessuno desidera essere escluso o addirittura un emarginato; per evitare tale rischio, ciascuno si adatta alla maggioranza, la quale però ha in comune soltanto il mutuo antagonismo". Non vi ricorda nulla del c19?!
Mi hanno detto: "ti è piaciuto Scappa - Get out? Devi vedere Blink Twice e poi dirmi cosa ne pensi!".
Effettivamente ho un ricordo positivo di Scappa - Get outanche se sono passati 8 anni da quando l'ho visto.
Recupero quindi il film suggerito, uscito nelle sale l'anno scorso e con protagonista quel manzo di Channing Tatum (Magic Mike) che ti fa pensare: come sarà stato vivere quando si è belli così?
La protagonista femminile invece è Naomi Ackie, rappresentante di un moderno concetto di bellezza col suo spazio tra i denti che monopolizza gli sguardi.
Ma nel cast ci sono anche il bambino de Il sesto senso ormai cresciuto (! Haley Joel Osment), una Geena Davis con uno strano modo di pronunciare le parole (chirurgia?!) e un Christian Slater in forma.
Slater King è un magnate di una big Tech ritornato ripulito dopo un periodo di terapia in seguito a denunce di abuso di potere. Durante una festa accade la magia: l'umile cameriera Frida entra in contatto con lui e... scatta la scintilla! In preda agli ormoni i due non solo passano la serata insieme ma vanno anche sull'isola privata di lui, insieme ad un gruppo variegato di vips.
Per Frida e la sua amica Jess sembra un sogno: abiti e cibo gratis, fiumi di alcool e una festa continua. Ma tutta quella felicità una un qualcosa di strano e le due ragazze iniziano a farsi delle domande: che giorno è? quando si tornerà a casa? perché hanno uno strano presentimento?
Si sa che d'estata al cinema ci si va solo per l'aria condizionata e che i film migliori escono nelle altre stagioni ma... ultimamente sembra sempre estate al cinema, con una rassegna di titoli imbarazzanti che neanche il fascino del grande schermo riesce a mitigare.
Quindi balla, balla, ballerina: Eve è una bimba quando il padre viene ucciso davanti ai suoi occhi dopo un pestaggio in stile ninja, con bruti che escono in mimetica dal mare e che li stanano con delle super tecnologiche baionette. Sola al mondo, Eve viene salvata da un uomo che la consegna alla Ruska Roma: una scuola di ballo particolare, diciamo perfezionatrice a 360°. E' li che Eve cresce e diventa una ballerinasicaria kikimora.
Ballerina è quindi un mix tra Leon, Nikita e qualsiasi altro film sui bambini che diventano agenti speciali con licenza di uccidere. Come ogni altro film del genere la protagonista, nonostante sia una "ragnetta" di neanche un metro e settanta, fa decine ma cosa dico decine, centinaia di morti e feriti. Una novella Rambo che si estrae da sola schegge dalla pelle e si cauterizza le ferite con lame roventi. Bellina anche, con quei grandi occhioni dolci. Alla fine incontra Baba Yaga John Wick (dopotutto è uno spin off). E lui è l'unico che potrebbe farla fuori per ben tre volte di fila ma la grazia sempre.
Non so che dirvi: nulla di nuovo all'orizzonte e un probabile sequel il prossimo anno. C'è anche il camero di Daryl di The walking Dead (sempre con sto stile da zozzone) Norman Reedus e David Castaneda di The Umbrella Academy. Ah c'è anche Angelica Houston (e vedere un'attrice di 75 anni in un film così non è molto comune).
Salvo la colonna sonora, anche la durata è esagerata. See you soon!
Lesbo-dramma perché, negli anni 2000, le lelle della mia età sono cresciute così, con il "mito" che nessuna relazione lesbica potesse essere felice ma che dietro ogni relazione tra due donne arrivasse prima o poi il dramma. E il testo della MRH non fa eccezione - ma almeno ha la scusante che è stato pubblicato quasi cento anni fa (1928) e sicuramente la situazione delle lelle di allora non era certo rosea come quella attuale.
Ma ora andiamo subito alla storia che fa venire in mente la sigla di madamigella Oscar ("il buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu"): una coppia di genitori super innamorati si fissa che il loro nascituro sarà un maschietto e quando invece si trovano tra le braccia una bimba... la chiamano comunque con un nome maschile: Stephen. I due sono benestanti ma solo il padre è colto, la madre è una sorta di bella paesanotta irlandese. Man mano che Stephen cresce è evidente che
Tante volte mi sono ritrovata nelle riflessioni di Dimmi di te, in questa quarantenne che si sente ancora una ragazzina mentre è ormai una donna con figlia al seguito. Ma diventare madre significa allo stesso tempo diventare grandi? Ma soprattutto: cosa significa diventare adulti? Fare pace con se stessi e dimenticare i sogni giovanili o fare in modo di realizzarli fino all'ultimo?
Dimmi di te è il racconto di Chiara che dopo il blocco della scrittrice post partum decide di
Come la falsa sostenibilità ha reso il mondo più ingiusto
E questo libro l'ha scritto un giornalista / scrittore che ha pubblicato altri titoli come "Non sprecare", "Basta poco", "Vivi lieve", mica un gomblottista!
Pubblicato nel 2025, Il mito infranto secondo me ha un'unica pecca: snocciola una miriade di dati ma non cita tutte le fonti ed alla fine non c'è nessuna bibliografia, solo qualche nota a piè di pagina.
L'idea di base è che la tanto pubblicizzata rivoluzione verde non sia così vicina e fattibile come i mass media vogliono farci credere e che l'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile sia non solo molto lontana dall'essere realizzata ma quasi un "evento" di pura facciata.
Galdo tocca molti punti salienti che impattano sulla nostra vita di tutti i giorni: dall'auto elettrica verosimilmente solo
Ce lo chiedono ogni giorno decine
di volte eppure sappiamo bene che è solo una forma di cortesia: a nessuno
importa sapere davvero sentire la risposta, sapere effettivamente come stiamo. Soprattutto quando stiamo male. Troppo cinica?
Eppure capita, no? Al posto di dire “tutto
bene” buttiamo lì un “eh… non tanto”, magari guardando per terra.
Non è che non ne siamo sicuri. E’ che sarebbe troppo brutto vedere la faccia di
chi ci sta davanti, la faccia di chi pensa: “no cioè ma mi hai detto davvero che stai male? E ora cosa vuoi che dica/faccia?”.
In ogni caso, sia che diciate
bene, sia che diciate così-così, le conversazioni dureranno poco. A meno che
non incontriate qualcuno che
Fermi tutti! Può un libro del 1936 servire a qualcosa quasi cento anni dopo?
Vediamo:
come esercizi di lettura si (è scorrevole ed interessante)
come auto-miglioramento personale si (i buoni consigli non invecchiano mai)
quindi lasciate da parte l'età e approcciate Come godersi la vita e lavorare meglio per quello che è: un metodo. E come tutti i metodi... funziona solamente se vi applicate e lo personalizzate facendolo vostro.
1 - Trova te stesso e sii te stesso: nessun altro al mondo è come te. Inaspettatamente new age e incredibilmente attuale. Nell'era della manifestazione estrema della propria personalità e delle proprie idee, rimbomba attuale il primo consiglio di Carnegie: mai imitare gli altri, essere sempre se stessi.
2 - Accorgimenti per lavorare senza ansia e senza fatica
mettete in ordine la vostra scrivania
sbrigate le pratiche in ordine di importanza
non procrastinate
organizzate, decentrate, controllate
banali ma effettivamente utili - vi siete già stancati? cliccate qui!
3 - Che cosa stanca e come fare per evitarlo
4 - La noia porta stanchezza, ansia e astio
lasciatevi andare, nei ritagli di tempo
lavorate in una posizione comoda
mindfulness, qualche minuto ogni giorno
riflessione di fine giornata
5 - Rinuncereste a quello che avete per un milione di dollari?
Ero triste perché non avevo scarpe, finchè non incontrai un uomo che non aveva piedi. Semplice: rifletti e...
La promessa del titolo è quella che fa un poliziotto alla famiglia di una bimba ritrovata brutalmente uccisa in un bosco ("troverò il suo assassino"). La terza bimba in cinque anni, le stesse caratteristiche delle altre due. Il poliziotto mette a punto uno stratagemma: prendere possesso di un distributore di benzina per individuare il "gigante" con l'auto americana e i porcospini. Il tempo passa, passa più velocemente degli automobilisti sui monti svizzeri. L'ormai ex poliziotto diventa uno zimbello, uno spettro. Eppure, anni dopo, un suo collega accorre al letto di morte di un'anziana donna e scopre che quella di Matthä non era stata l'ossessione di un pazzo...
Volete sapere come va a finire?
Ancora un attimino!
A metà del libro di Dürrenmatt sono andata a vedere di che anno fosse perché mi sembrava tutto troppo vecchio per essere un libro contemporaneo (stessa sensazione che ebbi quando lessi Carol della Highsmith); lento il ritmo, lente le descrizioni ma soprattutto lento il mondo descritto dallo scrittore svizzero. Ebbene avevo sentito giusto: La promessa è stato pubblicato nel 1958!
L'inizio si legge velocemente, è scorrevole e aggancia subito il lettore. Poi si arena nei boschi fangosi, nei silenzi montanari, nel
Un uomo ebreo sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale che ne scrive senza parlare di campi di concentramento, SS e... morte.
Il libro di Appelfeld è diverso da quello a cui ci ha abituato la cinematografia americana: in Storia di una vita non vengono descritte situazioni eroiche o epiche, non c'è vittimismo e neanche una dettagliata ricostruzione delle brutture subite. Ed è lo stesso Aharon ad ammettere di avere uno stile strano, rifiutato da più editori e deriso da molte persone.
Dopotutto chiarisce subito che il suo libro "non pone domande né offre risposte" e che "un'esperienza profonda si falsifica facilmente".
Storia di una vita è un testo scorrevole che non soddisfa la
Tutto sta a trovare la strada giusta alla partenza. Quando il navigatore ti porterà a questo bivio nella foto sotto...
andate dritti! non girate verso la cascina!
Seguendo la strada sterrata davanti a voi, dopo circa duecento metri arriverete ad un piccolo parcheggio (una decina di posti) con i pannelli descrittivi ed informativi relativi al sentiero
Ottimo sentiero da fare con i cani perché:
tanta ombra
completamente pianeggiante
terreno sterrato (no sassi, no buche)
costeggiato da un rigagnolo d'acqua
verso metà sentiero il panorama si apre (non più bosco ma pratone dove fare una sosta) - c'è anche un tavolo da picnic
fino a maggio parcheggio gratis e cani in spiaggia senza limitazioni
posizione per il parcheggio: 45.63566718219788, 13.072132299553097
ampi spazi, se una volta arrivati in spiaggia andate a sinistra (quindi tenendo il mare sulla destra) arriverete al faro di bibione in circa 40', noi ci siamo fermati molto prima perché Cam e Konnie hanno trovato numerosi simili con cui giocare!
c'è la possibilità di arrivare al faro passando anche per la riserva ovvero nel sentiero che si apre alla sinistra del parcheggio ma... è tutta su passerella di legno (quindi se viaggiate con i cani non è sempre la soluzione più rilassante)
Ispirato alla storia vera di un gruppo di donne tedesche che durante la Seconda Guerra Mondiale vennero obbligate ad assaggiare il cibo per il Fuhrer.
Verità venuta a galla ufficialmente intorno al 2010 alla morte di una di loro (non ufficialmente era qualcosa di cui si mormorava anche prima, ma forse rientrava anche quello nel complottismo vintage).
Film lento che non riesce a fare completamente centro nonostante il tema si prestasse ad un facile coinvolgimento degli spettatori
Sette donne vengono precettate dai soldati che, senza dire loro nulla, le rinchiudono in una struttura militare dove vengono utilizzate come cavie per assaggiare il cibo che verrà poi servito ad Hitler. Due volte al giorno il gruppo di donne si ritrova quindi in "caserma" per adempiere ad un lavoro lautamente pagato ma anche potenzialmente fatale. Nervosismo e paura sono ingredienti costanti dei pasti che si svolgono quasi sempre in un angoscioso silenzio. Verso la fine della guerra non viene più permesso alle donne di tornare a casa tra i pasti e quando qualcuna di loro stramazza al suolo con la bava alla bocca il panico prende il sopravvento. Vittoria o sconfitta non fa più differenza, tutte vogliono solo una cosa: che quella tortura finisca.
C'è spazio anche per della solidarietà tra donne e per gli onnipresenti delatori, per una relazione extraconiugale e per l'osservanza delle leggi che fa diventare gli uomini peggio delle bestie.
Ennesima ricostruzione dedicata ad uno dei tanti orrori compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale; la cosa forse meno scontata e conosciuta è che non furono solo gli ebrei ad essere usati come cavie ma anche gli stessi cittadini tedeschi.
Giudizio finale: un film che sarebbe stato bene su rete4 negli anni '90
Questo è Death of a unicorn, film appena uscito nelle sale e che ha per protagonista Jenna Ortega ovvero la più recente Mercoledì Addams. A parte lei, sempre molto carina e credibile, non si salva nulla. Neanche gli unicorni. Ed è un'impresa, in negativo.
Death of a unicorn si apre con padre e figlia in auto mentre stanno attraversando una riserva per raggiungere i capi (dirigenti farmaceutici). In ritardo ed in preda ad un attacco allergico, il padre corre in strada come in pista ed investe un animale che si rivelerà poi essere un unicorno! l'animale giace morente in mezzo alla strada e mentre la ragazzina viene sopraffatta dal dolore il padre...
Un titolo importante per un saggio che gli Editori Laterza presentano così: "Come conciliare autenticità e conformismo, unicità e identità, passioni e
ragioni, desideri e regole sociali? Come contenere i nostri affetti
senza addomesticare la vita?Quando entriamo in relazione con gli altri, non ne usciamo mai indenni.
La nostra affettività si scontra con la realtà del mondo. Con la
materialità del nostro corpo. Con la resistenza che gli altri oppongono
al nostro desiderio. E il mondo non esita ad addomesticare la vita
obbligandoci, molto spesso, a reprimere i nostri sentimenti, a renderci
conformi alle aspettative degli altri, a sottometterci al giudizio
collettivo. E se la nostra verità fosse proprio lì, in
quell’imperfezione che ci portiamo dentro e che cerchiamo a tutti i
costi di negare? E se fosse solo nel momento in cui rinunciamo alla
perfezione che possiamo vivere pienamente?".
Lungo 130 pagine, per metà è completato da i punti di vista di altre persone (Murano, Aspesi, Rodotà).
L'idea non era male ma la sua frammentazione non me l'ha fatto apprezzare appieno. Oltretutto, essendo del 2014, non è aggiornato sulle leggi e normative contemporanee.
Un libro che ho aspettato tanto a leggere e che mi ha altrettanto (tanto) deluso.
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Perché? Perché il racconto messo giù da Jackson e H. Delehanty a volte sembra più un elenco di eventi che un racconto di imprese ricche di intensità ed emozione.
Alcune cose le ho trovate interessanti:
- gli studi di Jackson
- la sua passione per gli indiani Lakota
- il rivolgersi ad esperti "alternativi"
- la sua capacità di introdurre i giocatori a nuove discipline come la meditazione e le arti orientali
- il suo regalare libri pensati e personalizzati ai giocatori
ma... ci ho sentito dentro poca passione, l'ho trovato un resoconto abbastanza freddo di quelle che dovrebbero essere state alcune tra le imprese sportive più eclatanti della storia moderna. Forse questa sensazione è dovuta al fatto che PJ specifica che non ha mai voluto
E' invece un libro tostissimo pubblicato nel 2007 col sottotitolo intrigante: Come l'improbabile governa la nostra vita.
Tesi di base di Taleb è che la vita è un caos e che nessuno è bravo capace di fare previsioni (ne economiche ne tantomeno sociali).
E il cigno nero che cos'è? Un evento isolato che ha un impatto enorme per cui la natura umana tende a elaborare giustificazioni della sua comparsa per renderlo spiegabile e prevedibile. Altrimenti per noi sarebbe difficilissimo riassumere, schematizzare o semplicemente fare delle ipotesi che risultino credibili.
Complicatino eh.
312 pagine di saggio e 60 di Glossario e Note.
Armatevi di Santa Pazienza perché vi imbatterete in: epistemocrazia, fallacia narrativa, bias di conferma, fallacia ludica, distorsione delle