domenica 28 dicembre 2025

COME UCCISI MIA MADRE - Luisa Puliti

Romanzo sulla quarta età

Titolo forte, edizione Stampa alternativa, pubblicato nel 1999

In verità non c'è nessun omicidio fisico ma l'idea di fondo che quando i propri genitori cambiano in seguito ad una malattia mentale degenerativa, l'unico modo per accettare la loro nuova "versione" (forse) sia quello di uccidere il loro ricordo, il ricordo di quando erano davvero loro. Perché forse la nuova realtà è troppo dura da accettare ed affrontare. - link recensioni libri

Viviana accompagna l'anziana madre

nel paese di montagna dove era nata, quel paese che lei da piccola non aveva mai vissuto davvero. Insieme a lei, quotidianamente da rincorrere e controllare, torna a frequentare parenti che non vedeva da anni, rivede amici di infanzia, scala sentieri che non aveva mai visto. Nonostante l'appparente forma fisica, Viviana si accorge dei sempre più frequenti vuoti di memoria della madre anche se non sempre è con lei comprensiva. La situazione con le sorelle è ormai ingestibile: loro vogliono solo farla ricoverare mentre Viviana non riesce a lasciarla andare e se la porta a casa. Ne risentirà il lavoro, la sua relazione, la sua vita generale; ma dopo la rottura del femore il ricovero è inevitabile e il declino pure. 

Un romanzo piccolino ma denso, a volte troppo, di situazioni familiari quotidiane quelle che crescendo capitano un po' a tutti: quei genitori che una volta si prendevano cura di noi, le nostre rocce, le nostre certezze... iniziano a vacillare,  perdono colpi e ci si ritrova doppiamente smarriti: impreparati a gestire la loro fragilità e la fine del nostro essere bambini.

Avere un genitore, anche con cui magari non si va sempre d'accordo, è rassicurante: si sa che, qualunque cosa succeda, ci sarà al mondo una persona che ci amerà comunque, nonostante tutto. Perderlo, soprattutto quando sono ancora in vita, è devastante.

La Puliti si dilunga sulle descrizioni della riscoperta del paese da parte di Viviana, sull'imparare che vita aveva fatto sua madre da giovane, su domande che rimarranno con risposte a metà. Accenna ai rapporti fastidiosi con le sorelle con cui parla solo su quando spartirsi la madre (tu a Natale, tu in agosto... eccetera). Per la madre c'è poco affetto e spesso insofferenza; poi quando la situazione si fa più difficile c'è qualche momento di tenerezza ma rimane comunque un qualcosa di incompiuto nel loro rapporto e nell'opera in generale. Come uccisi mia madre a volte sembra più un diario un flusso di coscienza che un romanzo. Magari quello voleva essere l'intento dell'autrice, chi lo sa. Sicuramente c'è che ha messo in luce una situazione di cui si parla ancora troppo poco, una situazione emotivamente ed economicamente difficile da affrontare per tutte le famiglie che hanno la sfortuna di vedere i propri genitori scomparire lentamente prima mentalmente e poi fisicamente. 

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