Quando la comunicazione digitale intralcia quella reale
La cosa che più mi ha colpita e mi è rimasta in mente è una cosa che quasi avevo rimosso dalla mia percezione quotidiana: il fatto che usare il telefono in mezzo alla gente fosse all'inizio percepito come un gesto sgarbato ed oggi invece è una norma socialmente condivisa.
Prendetevi del tempo per rileggere la frase sopra!
Se avete più di venti anni, forse, lo potete capire. Ma come spiegarlo ai giovani di oggi, totalmente immersi nel mondo digitale dello smartphone e sempre più attratti dalla realtà virtuale?
Roba che a persone della mia età fa venire i brividi tutto questo collegamento sempre più stretto ed incessante con la tecnologia ed i suoi derivati.
A me è bastata quel pensiero nel primo capitolo per
rivivere tutta una serie di esperienze difficilmente comprensibili dai nativi digitali.Il primo telefonino l'ho avuto a 17 anni ed era tutto tranne che smart: solo sms e chiamate, neanche giochi. Quando lo portavo in classe era tutto un sotterfugio: guai a guardarlo durante la lezione, guai a farlo suonare (che poi al massimo, con quello che pagavamo, erano solo squilli di "ti penso!"), Scrivere un messaggio era un'opera d'arte di linguistica per incastrare caratteri di senso compiuto in un arco di 160 lettere. Schiacciare i tasti, si c'erano i tasti, faceva rumore. Ti sgamavano sempre e ti sentivi una disagiata. Ora vai in metro e partecipi alla colazione dei parenti della filippina di fianco a te in videochiamata. I cazzi tuoi esposti ovunque, la tua musica, tua suocera, la tua videoricetta. Poi posso cascare per terra e rompermi un dito e potrebbe non accorgersene nessuno.
Stare con qualcuno senza avere attaccato al culo il telefonino: vi capita più? Forse se avete più di 35 anni, si. Sotto quell'età è difficile riuscire ad avere una conversazione con qualcuno guardandosi negli occhi. La soglia di attenzione che è scesa sotto quella dei pesciolini rossi. E non è una battuta!
Abbiamo a portata di mano un'infinità di amici, informazioni, dati e... ci dimentichiamo tutto dopo due secondi.
Velocizziamo perfino i messaggi vocali, questo la Cozza nel 2016 non lo sapeva. Una cosa diabolica il x 2. Capite poi perché quando parlate con qualcuno di persona non vi caga di striscio? chi mai parla ad una velocità x 2? Come non trovare poi tutti lenti e noiosi?
80 pagine ben scritte ma che non aggiungono molto a quello che potreste notare da soli se solo alzaste lo sguardo dallo schermo.
- il rischio di non applicarci più con pazienza a nulla
- il gusto di faticare per raggiungere un obiettivo, senza fretta
- la capacità di seguire un discorso complesso o di interpretare un testo complesso (quanti saranno arrivati per esempio a leggere fino a qui?)
- in media una pagina web viene letta in 10 secondi col risultato che molto spesso si legge il titolo di qualcosa e via. Si crede di essersi informati
- il fenomeno della demenza digitale
- Crepet "la tecnologia comporta anaffettività"
- se dedichiamo le nostre energie a instagram e social vari, anziché a prestare attenzione ad altri argomenti (crisi finanziaria, scomparsa del lavoro fisso...) vi sentite davvero padroni del vostro destino?
- il consiglio: le persone e la natura potrebbero avere ancora cose da dirvi
forse un libro da regalare a chi sembra non riuscire più a fare a meno di relazionarsi agli altri con in mano sempre il telefonino. Mai disperare.
Qui il link per altri libri recensiti: buona lettura!
#libro #librodelgiorno #disconnessi

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