martedì 10 settembre 2013

Una fragile armonia - recensione film

Trama:
dal sito www.radiocinema.it
un quartetto si ritrova dopo un anno. Alla ripresa delle prove però Peter, molto più anziano degli altri componenti, si accorge di non riuscire a stare al loro ritmo. Insospettito dalla lentezza delle sue mani va a fare una visita che gli da un cattivo esito: è al primo stadio del morbo di Parkinson. Quando lo comunica ai colleghi/amici, l'armonia creata e mantenuta per 25 anni sembra andare in frantumi: uno dei componenti rivendica
un nuovo ruolo all'interno del gruppo, un altro cerca subito la sostituta del malato e l'unica donna sembra non avere la forza di reagire ai capricci dei due e al triste destino dell'amico malato.
Mie considerazioni:
Cast ben assortito: Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken (ottimo), Catherine Keener e Mark Ivanir. Lento, a volte quasi esasperante ma utile per apprezzare meglio il finale: Peter/Walken dopo mesi di cure si sente meglio e decide di partecipare al concerto di apertura di stagione ma...non riesce a stare dietro al ritmo dei colleghi e annuncia il suo ritiro dalle scene. Senza musiche suggestionanti in sottofondo, lo si vede semplicemente alzarsi, presentare la sua sostituta e prendere posto mestamente tra il pubblico. Davanti a lui, sul palco, quello che era il suo quartetto e che da quel momento non lo sarà più. In un attimo sulla sua faccia sembrano passare mille emozioni contrastanti che fanno commuovere. Perchè l'ho particolarmente apprezzato? Perchè fa vedere come sia davvero la vita, senza musiche di accompagnamento, spesso senza happy end: un uomo vinto dagli eventi (la morte della moglie, la malattia debilitante) e anche se il pubblico lo applaude, anche se gli amici piangono, lui è solo insieme alla sua malattia che oltre a rovinargli l'esistenza gli strappa anche dolorosamente la possibilità di praticare la sua passione.

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