giovedì 23 febbraio 2012

Hugo Cabret e il business del 3D

Voto 4
Consigliato per: i maniaci del 3D e della storia del cinema

Ennesima DELUSIONE.
Un film senza capo ne coda ma soprattutto senza coda.
Qualcuno mi spiega il senso?
Mi sembra solo l'ennesimo tentativo di intrattenimento per gli occhi e non per la testa.
Anche la scelta di farlo e renderlo visibile solamente in 3D l'ho trovata stupida. A parte la scena iniziale degli ingranaggi dell'enorme orologio della stazione ferroviaria...a cosa sono serviti? L'inquadratura più realistica era il primo piano del dobermann...
Insomma lo definirei un film incompiuto il cui unico merito è

martedì 21 febbraio 2012

L'arte di "paccare" - the art of giving a packet

Cosa significa "paccare"?
Letteralmente, significa tirare un pacco e...è un fenomeno sempre più frequente.
Consiste principalmente in una fregatura.
Il pacco di cui vorrei parlare oggi è quello "astratto" che tirano le persone quando gli viene proposto un invito e loro...non sanno cos'altro inventarsi.
Capita di organizzare cene, gite, incontri e all'ultimo momento (persone che fino al giorno prima si dichiaravano pronte ad unirsi) si tirano indietro adducendo le scuse più bizzarre.
Una delle più famose è quella del: non mi funzionava il cellulare e non ti ho potuto rispondere.
Oggi.
Nel 2012.
Dove se tu non hai il cellulare...ne hai comunque altri tre nel cassetto. Ce l'ha tua madre, tuo padre, tuo fratello e il tuo moroso.
Oppure: ho finito il credito, ti avrei avvisata ma non sono riuscito a caricare.
Oggi.
Nel 2012.
Quando un sms costa 10 cent e tua madre, tuo padre, tuo fratello e il tuo moroso hanno un cellulare. Ma sopratutto oggi che puoi ricaricare su internet o scrivere una mail, spedire una lettera...no! Silenzio. Non rispondo così capirà che non vengo, non voglio, non posso.
Persone che vedi e senti ogni giorno, incapaci di dirti la verità per paura di offenderti e che finiscono a fare...una figura peggiore.
Perchè la gente sente il bisogno di inventarsi una scusa assurda piuttosto che dire: "non ne ho voglia, sono stanca, è troppo lontano"?

Un segno invisibile e mio - Aimee Bender

Titolo originale:

scritto nel 2000
236 pagine

Spiazzante.

Voto: 7

Questo libro si legge velocissimamente.
Sembra di passeggiare poco dietro Mona, la protagonista, e di vivere con lei questa (sua) vita sbiadita ma dalle emozioni forti.
E' fastidiosa quando racconta che è regina dell'arte di smettere le cose. Al posto di seguire una passione, appena trova qualcosa in cui va bene la tronca o come dice lei...semplicemente la smette.
Da cosa deriva questa apatia?
Deriva dalla paura della morte che è insita in ogni essere umano ma che si fa più forte quando qualcuno vicino a te rinuncia a vivere per...paura di morire. Che è ciò che farà suo padre e che condizionerà fortemente la sua vita di fragile adolescente.
Per il compleanno dei 20 anni si regalerà un'ascia (!) un regalo atipico ma che rimanda ad un episodio del suo passato. 
Le ultime 40 pagine del libro sono un vortice di emozioni. La tensione che riesce a creare la scrittrice è davvero intensa e riuscirà a stupire. 
Ammetto che a volte è stato difficile comprendere una persona dai comportamenti quasi autistici che rinuncia ad un rapporto con un ragazzo che le piace per chiudersi in bagno e mangiare una saponetta...ma fa tenerezza la sua voglia di andare oltre l'indifferenza che sembra avvolgere il mondo (e le persone) ogni giorno di più.

Mona, ventenne, viene chiamata per fare l'insegnante di matematica in una scuola elementare.

giovedì 16 febbraio 2012

Mi...konos secondo me & Titti


Andiparos?no! andisparititutti!


Le Ricette di Nefertiti - Guido Gambarotta

Arrivato nelle mie mani sotto forma di regalo di Natale da un'amica che sapeva della mia passione per gli Egizi, la loro storia e i loro misteri, purtroppo...è stato una delusione.
Ambientato in una Torino contemporanea, il protagonista è un egittologo alla Fantozzi che si trova vittima di uno strano scherzo di cui lui, in qualche modo, è complice.
Paolo Maria Barbasa (questo il nome del protagonista) sposato e padre di tre figlie è un uomo frustrato che scrive fantasie erotiche praticamente su ogni donna che incontra. Bella o brutta che sia. E le scrive su un libretto che non si preoccupa neanche di nascondere alle grinfie della gelida moglie che immancabilmente...gli gioca uno scherzo molto imbarazzante.
La storia si sviluppa in 221 pagine scorrevoli ma di poca bellezza. Nefertiti, i papiri e gli Egizi sono solo una cartolina di sfondo alle tristi imprese di una coppia intenta a far di tutto pur di svergognarsi davanti alla Torino bene.
La trama?

Mikonos

O la terra degli zarri.
Per i desiderosi di Mykoso sappiate che...non ha nulla di speciale, costa uno sproposito e...il 90% delle persone che la popolano, d'estate, sono uomini. E non necessariamente tutti gay.
Arrivata nell'ultima settimana della mia vacanza, la penultima di Agosto 2011, credevo di immergermi nell'isola gay per eccellenza. Mi aspettavo, stupidamente, bandiere arcobaleno appese ovunque e manifeste espressioni di omosessualità in ogni angolo della strada. Niente di tutto ciò!
E' una bella isola con le solite casette bianche ed il mare blu e l'unica cosa che la differenzia dalle altre è che (come già detto) costa il doppio se non il triplo delle isole vicine e ha le discoteche più famose delle Cicladi. Ogni sera c'era uno tra i più famosi dj del mondo e la musica si sente nell'aria davvero da alba ad alba. Ma poi...non è così anche a Rimini?

Ecco i punti salienti da tenere a memoria:

  • obbligatorio munirsi di motorino - girate qualche posto perchè tenderanno a farvi prezzi altissimi ma dietro l'angolo potreste trovare l'occasione. A me è capitato, proprio a Mikonos città.
  • se girate in motorino: non fate attenzione DI PIU' - le strade sono decenti e alcune anche illuminate ma il pericolo è tutto intorno a voi. A momenti sembra di essere a Milano dal traffico (di motorini) che c'è. E gli zarri dell'inizio...ne sono i padroni. Vi troverete quindi piantonati da individui che strombazzano a caso e vi sorpassano a pelo curvando come novelli Fonzie mettendo in pericolo voi e loro.
  • Se volete visitare la spiaggia di Agrari Beach sappiate che...dovete avere il motorino giusto (o pesare poco). La strada per arrivarci è impervia e per risalire o avete un buon motore o ve la dovrete fare a piedi. Idem per Paradise Beach
  • Una soluzione economica per pernottare è il campeggio. Soluzione di cui io mi sono avvalsa al Camping Paraga. Dormendo in una cabina modello militare con solo due brandine appoggiate su poche e separate asticelle di legno. Certo se avete mal di schiena...cercate altrove. Segnalo poi che in questo posto la musica, sparata a livelli assurdi, si sentiva dalle 10 di mattina fino alle...4 del giorno dopo. Aiuto :-) Per non parlare dei possibili ospiti con 8 zampe che queste tendacce non riescono a far star fuori...
  • Mikonos città: molto carina ma sembra una (via) Monte Napoleone estesa.

mercoledì 15 febbraio 2012

Filastrocca scacciapensieri - Ester Menegatti

La filastrocca scacciapensieri
parla di oggi e parla di ieri,
parla del tempo che va veloce,
parla del fiume che va alla foce.
Viene la sera e viene il giorno:
il tempo vissuto non fa ritorno,
la settimana è presto passata
e la domenica è già arrivata.
Passano i mesi e cambia stagione
cadon la foglie, occorre il maglione!
Passano i mesi, il freddo è finito
l'albero spoglio è già rifiorito.
L'anno che passa non ha importanza,
se tu lo vivi con la speranza
di preparare un mondo migliore
dove la gente ragiona col cuore!

martedì 14 febbraio 2012

La verità sul perchè l'amore è...cieco

Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.
Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia come sempre un po’ folle propose:
"Giochiamo a nascondino!". L’interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza  potersi contenere chiese: "A nascondino? di che si tratta?". "E' un gioco - spiegò  la pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1.000.000, mentre voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco".
L’entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall’euforia. L’allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l’apatia, alla quale non interessava mai niente. Però non tutti vollero partecipare.
La verità preferì non nascondersi perché temeva di essere, alla fine, scoperta da tutti.
La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco:in fondo ciò che le dava fastidio era che non  fosse stata una sua idea!
Mentre la codardia preferì non arricchirsi.
"Uno, due,tre…" cominciò a  contare la pazzia. La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima  pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l’invidia si nascose all’ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull’albero più alto. La generosità quasi non  riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto  per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L’egoismo, al  contrario,  trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé.
La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non e’ vero, si nascose dietro l’arcobaleno!).
La passione e  il desiderio al centro dei vulcani. L’oblio….non mi ricordo…dove?
Quando la  pazzia arrivò a contare 999.999,  l’amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare.

lunedì 13 febbraio 2012

Momenti di Tango

Tra tutti i balli, il tango mi ha sempre particolarmente affascinata. E quindi...no, non mi sono data alle danze ma (complice un regalo) sono riuscita a vederlo dal vivo!
Sono andata al Teatro della Luna ad Assago (comodamente raggiungibile con la metro verde) per assistere allo spettacolo del titolo.
Per prima cosa però voglio spendere due parole per questo strano teatro che sembra ricavato da un mega container e le cui pareti sono quindi fatte di latta. Mi hanno davvero colpita i bagni che mi sembravano quelli di un...campeggio.
La temperatura all'interno della struttura era buona e la cosa migliore era che...i sedili avevano uno spazio enorme, davanti,  per le gambe! Peccato solo che sono bassi e la testa rischia di ciondolare spesso.
Ma arriviamo allo spettacolo.
Orario di inizio: 15.30
In perfetto orari si spengono le luci e sul palco compaiono 5 muscolosissme (e magrissime) ballerine che sembrano delle sincronette. Poco dopo vengono raggiunte da altrettanti ballerini, diversissimi per corporatura e portamento. La prima cosa che mi colpisce, effettivamente, è l'esilità di tre dei cinque ballerini. Il primo ballerino invece sembra proprio uscito dalle fantasie (piene di stereotipi) che si hanno di coloro che ballano il tango: capello gellato all'indietro e baffetto sparviero. Molto Clark Gable! Ottima presenza scenica.
Ammetto però che, dopo l'intervallo, resistere a quell'insieme di luci soffuse e musiche nuove è stata dura. La scelta che si è presentata a me e Titti è quindi stata duplice: resistere e rischiare di appisolarsi o uscire e lasciare a metà lo spettacolo.
Abbiamo scelto la seconda.
Credevo avrei assistito ad uno spettacolo di maggior "ritmo" ed intensità ed invece mi sono trovata davanti qualcosa di (stranamente) poco coinvolgente.
Credo che, logicamente, sia uno spettacolo più "vicino" per quelle persone che hanno maggiore familiarità col tango o col ballo in generale.
Una volta uscita però la prova del movimento di tacco è stata d'obbligo: i ballerini la fanno ad una velocità supersonica e sembra di una facilità incredibile invece...be (ben nascosta logicamente) ci ho provato e il risultato è stato imbarazzante.
Alcuni passi sono veramente belli da vedere ed intensi ma dopo un'ora, ad un occhio inesperto, finiscono per sembrare tutti uguali.
Quindi diciamo piacevole ma...a piccole dosi ;-)

venerdì 10 febbraio 2012

Moby Dick - Herman Melville

Ovvero tomo enciclopedico dedicato alle balene.
689 pagine + indice ragionato dei termini marinareschi  per un totale di 701 pagine.
Scritto nel 1851

E' stato un libro difficile da leggere, lo ammetto. Eppure l'avevo affrontato con entusiasmo perché la storia di Moby Dick la balena bianca la si conosce forse anche senza il bisogno di leggerla ed ero curiosa di vedere come si sarebbe composta una pagina dopo l'altra.
La prima sensazione? Incredulità.
La protagonista del titolo e del libro...compare solo a pagina 652. Prima? Solo un lungo diario di viaggio della baleniera Pequod capitanata da Achab e descritta da Ismaele.
La balena bianca non compare se non nelle ultime pagine del libro ma prima...sembra di sfogliare un'enciclopedia di queste enormi abitanti dei mari. La balena viene analizzata in ogni sua razza, conformazione e misura. Pagine su pagine sulla sua cattura, sui suoi comportamenti, sui modi per ricavarne olio e spermaceti. Alcuni passi poi sono davvero cruenti e

giovedì 9 febbraio 2012

Nuova saga da Hollywood: stop ai supereroi, via libera agli eroi comuni

E' di questa mattina la sconvolgente notizia che alcune tra le più famose major cinematografiche si sono messe all'opera per trasportare sul grande schermo le imprese di un nuovo tipo di super eroe: l'eroe di tutti i giorni.
Rumors dicono che il soggetto prescelto dagli studios sia di genere femminile, novità per il sistema che da anni propone agli spettatori modelli positivi di super eroi prevalentemente di sesso maschile.
Indiscrezioni dicono che, in seguito alle lamentele del pubblico che non si immedesimava abbastanza nei super eroi dai poteri sovrannaturali collocati in una realtà che non apparteneva al loro quotidiano, la scelta sia caduta su una figura molto più comune e quasi banale: una receptionist!
Anche in italiano sarà mantenuto il termine inglese della mansione poiché tradotto sarebbe suonato col poco "friendly" centralinista.
Il soggetto è già stato tratteggiato: giovane sulla trentina, fisico da donna che non rinuncia al cioccolatino e che dedica qualche serata allo sport, esperienza scolastica culminata con un inutile titolo universitario e curiosità spinta all'inverosimile. Doti che la fanno rientrare in un target di popolazione numerosissimo, finendo col

mercoledì 8 febbraio 2012

poesia "Ricordo di Marie A." di Bertold Brecht

Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.

E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?

lunedì 6 febbraio 2012

Uomini che odiano le donne - Versione americana

Consigliato a chi: pensa che se un film è bello, è bello anche se rifatto due, tre, quattro volte da altrettante persone diverse.
Voto: 6

Anche dopo la conclusione della proiezione mi sono ri-chiesta il senso di ri-fare un film uscito nelle nostre sale neanche tre anni fa. Senza cambiare trama ne personaggi ma solo regista e cast. Motivazione: per il pubblico americano quindi per rendere una pellicola più commerciale.
Morale? A me è piaciuto di più l'originale.
La novità del cast è la capa-collega-amante di "Michael" (un D. Craig fin troppo magro), una gnocca che niente ha a che vedere con l'attrice del primo film...
Per il resto, niente di speciale in questa nuova versione se non la sequenza iniziale che vede dei corpi sguazzare in un mare di liquido nero che sembra petrolio, incrociarsi con fili di computer, animali e alla fine prender fuoco. Molto suggestiva.
Anche Lisbeth, Rooney Mara,

venerdì 3 febbraio 2012

Quando giocare è una prova di coraggio

Ciao a tutti,
qualche giorno fa è uscito sulla Gazzetta dello Sport un articolo che parlava di una ragazzino di 13 anni che voleva giocare a calcio. Il suo nome è Francesco Messori e la sua storia è raccontata in questo link.
Mi piacerebbe che voi lo leggeste e lo finiste col sorriso. Questo ragazzo non è una persona per cui provare pena o compassione ma un individuo da ammirare per la voglia di vivere la sua vita al meglio delle sue possibilità. E' ingiusto che un bambino non possa giocare e...è ingiusto sempre. Che sia a causa di un problema fisico, di una questione economica, di una questione logistica non importa. Ogni persona che lo desidera dovrebbe avere la possibilità di giocare perchè non è semplicemente un desiderio infantile ma la dimostrazione che la vita va vissuta anche quando si incontrano delle difficoltà lungo il suo percorso.
Francesco oggi fa parte di una squadra che affronta un campionato di csi. Ha avuto una sorta di "permesso speciale" per giocare con coetanei che le gambe le hanno tutte e due ma gli piacerebbe poter giocare in un campionato con persone come lui, persone che magari hanno qualche limitazione fisica ma non hanno la minima intenzione di arrendersi.
Grande Francesco!!!

mercoledì 1 febbraio 2012

La neve oggi


Nevica.
E nevica come non faceva da anni. Almeno a memoria mia. Su facebook e giornali c’è una sola parola che “lampeggia”: neve. Corta parola che scatena diversi entusiasmi. Non volevo scriverla anche io ma mi sto divertendo troppo. Non mi importa del freddo, non mi importa delle strade coperte o dei vestiti che si inzuppano.
la Martesana - 6 Febbraio 2015

Cioè…non è che sono un’incosciente, capisco che crea disagio a chi lavora o si sposta in auto, cammina a fatica oppure ha fretta ma…la guardo con gli occhi del desiderio. Desiderio di poter tornare bambina e di godermela come si dovrebbe: rotolandoci dentro e facendosi diventare le mani bordeaux arrotolando palle di neve.
Invece no!