lunedì 30 maggio 2022

I PERCHE' DELLA PAURA - Rush W. Dozier Jr.

Come agisce, come nasce, come si supera. (link recensioni libri)

Correva l'anno 1998 e Rush W. Dozier Jr. pubblicava questo libro col titolo Fear Itself e a leggerlo oggi, ventiquattro anni dopo, fa quasi impressione: possibile che qualcuno ai piani alti abbia deciso (ancora una volta) di usare la paura per manipolarci e sottometterci?  Dopotutto già molti anni fa Richard Nixon disse: "La gente risponde alla paura, non all'amore". E Dozier prosegue così: "società relativamente paurose hanno più facilmente governi oppressivi, diritti civili limitati, resistenza al cambiamento e ostilità verso gli estranei". Vi ricorda qualche cosa?

Chi di noi non ha mai avuto paura?

La paura è un sentimento universale che contraddistingue uomini ed animali e che, nel peggiore dei casi, rovina la vita fino a farla finire prima del tempo. Pensate ad esempio alle persone che negli ultimi due anni e mezzo hanno smesso di vivere per paura di morire a causa di un virus che prima di minare il loro sistema immunitario ha minato la loro mente. 

La paura "primaria" è quella di morire ed un pensiero molto interessante a questo proposito lo potete trovare nel Trattato del ribelle di Ernst Junger.

Dozier Jr., giornalista e scrittore, ha suddiviso I perché della paura in tre parti (Le origini della paura, Manifestazioni della paura e superare la paura) e dodici capitoli:

  1. Che cos'è la paura
  2. la scienza della paura
  3. Lettura del pensiero
  4. Perché proviamo paura
  5. I bambini e la paura
  6. Paura dell'ignoto
  7. Dall'ansia al terrore
  8. Il piacere della paura
  9. Le malattie da paura
  10. Il paradosso del suicidio
  11. Fusione tra corpo e mente
  12. Controllo cosciente

e devo dire che è stato un libro molto interessante anche se non sempre scorrevole visto che tratta

venerdì 27 maggio 2022

SECRET TEAM 355: quando 007 è donna

Erano anni che aspettavo di vedere questo film di cui avevo letto il progetto in alcune riviste specializzate e devo dire che non sono rimasta delusa.

La caratteristica di Secret team 355 è il fatto che le spie o meglio gli agenti speciali sono donne e che sono le uniche vere protagoniste della pellicola che non delude gli amanti del genere spy story proponendo doppio-giochi, inseguimenti ad alta velocità, combattimenti e infinite sparatorie.



Il cast è multietnico come impone oggi il diktat perbenista per cui tutto il mondo deve essere rappresentato equamente come in una pubblicità United Color of Benetton. Quindi al centro di 355 troviamola rossa Mace, agente della CIA, interpretata da Jessica Chastain (anche produttrice della pellicola) che durante un'operazione con lo scopamico Nick per recuperare una memoria esterna contente un pericolosissimo programma in grado di destabilizzare tutti i sistemi digitali del mondo, vede tutto andare all'aria per colpa di

giovedì 19 maggio 2022

TRATTATO DEL RIBELLE - Ernest Junger

Riassumere questo libro di sole 136 pagine non è facile eppure l'autore stesso ci riesce benissimo nel riepilogo a fine testo. Per scoprirlo scorrete alla fine del post!

Pochi libri mi hanno fatto riflettere come il Trattato del ribelle che mi ha ricordato in qualche modo "1984" di George Orwell. Chissà come mai non li fanno leggere nelle scuole… Nelle "alte sfere" però sembrano averlo letto bene viste alcune affermazioni degli ultimi tempi di alcuni nostri governanti, tipo quella di Draghi sul condizionatore: "egli viene invitato a scegliere per la libertà oppure a votare per la pace. Solamente un mostro può non amare pace e libertà. Già questo conferisce al suo "no" un carattere criminale". 

Pubblicato nel 1951, il titolo originale del Trattato del ribelle è Der Waldgang di cui manca un equivalente in italiano e che il traduttore spiega così "letteralmente chi passa al bosco, si ritrae nella foresta, si dà alla macchia (da Waldgang). Il termine risale a un'usanza dell'antica Islanda dove nell'Alto Medioevo i proscritti, i fuorilegge, i ribelli insomma, si ritiravano in luoghi deserti e selvaggi nei quali conducevano un'esistenza libera ma quanto mai rischiosa".

Suddiviso in 34 brevissimi capitoli, il Trattato del ribelle non è un libro che si divora in poche ore nonostante le modeste dimensioni perché ogni pagina è ricca di concetti profondi e a volte difficili che necessitano più di una lettura superficiale. 

Junger inizia il suo racconto analizzando le elezioni dal punto di vista tecnico e la conclusione a cui giunge vi lascerà a bocca aperta facendovi riflettere, forse per la prima volta, su questo meccanismo che fa credere al cittadino di

lunedì 16 maggio 2022

L'incredibile commento del prof all'alunna tredicenne

Una storia incredibile arriva direttamente dalle cronache regionali e che ha per protagonisti un professore di educazione tecnica prossimo alla pensione ed una ragazzina tredicenne sua alunna. 

Il fatto - durante una lezione di educazione tecnica, in una scuola media di un comune lombardo, una ragazzina è stata chiamata alla lavagna e bullizzata davanti all'intera classe. L'autore del gesto è tra i più inaspettati: il professore stesso.

La ragazzina tredicenne, che in rispetto della privacy chiameremo con il nome di fantasia Carlotta, una volta arrivata a casa ha riferito l'accaduto alla madre che ha chiesto immediati provvedimenti nei confronti dell'uomo che è stato prontamente sospeso dalla direzione scolastica fino alla fine dell'anno in corso. Ma di cosa si è macchiato nello specifico il professore?

Dalle ricostruzioni dei compagni si evince che Carlotta, una volta chiamata alla lavagna per rispondere ad alcuni quesiti, sia stata

domenica 15 maggio 2022

LA SCIMMIA NUDA - Desmond Morris

"Siete solo una scimmia… provate a pensarci con freddezza. Scoprirete un altro uomo". 

Direttamente dal 1967 ecco un libro che avevo segnato in una mia lista desideri e che si è incredibilmente materializzato in uno scaffale bookcrossing vicino a casa. Se non lo trovate nella versione cartacea qui c'è una versione PDF

La scimmia nuda (originalmente The Naked Ape) è stato un libro diverso da quello che mi aspettavo ma che in generale mi è piaciuto.

Sempre per la serie "segni del destino" ho trovato incredibilmente curioso (e preoccupante) il quinto capitolo dedicato alla lotta perché tratta dell'aggressività umana e delle soluzioni trovate dall'uomo per combattere annientare il suo nemico.

Vi riporto qualche passo tratto da questo interessantissimo capitolo:

"Gli animali combattono tra loro per una o due ragioni serie: per stabilire il proprio predominio in una gerarchia sociale o per affermare i propri diritti territoriali su di una zona particolare. Alcune specie sono puramente gerarchiche, senza un territorio fisso; altre sono puramente territoriali senza problemi di gerarchia. Alcune hanno delle gerarchie nel proprio territorio e devono quindi affrontare entrambe queste forme di aggressione. Noi apparteniamo a quest'ultimo gruppo, cioè dobbiamo affrontare l'aggressione da entrambi i lati…"

La differenza sostanziale tra animali in generale e scimmie nude (ovvero uomini) consiste nel fatto che i primi hanno messo a punto dei riti di minaccia e di danze di guerra in modo che " Il nemico, non appena è sufficientemente domato, cessa di costituire una minaccia e viene ignorato. Non vi è scopo a perdere ulteriori energie e così gli si consente di sgattaiolare via senza altri danni o persecuzioni" mentre l'uomo ha ideato molti modi per "aumentare la distanza tra l'assalitore e il proprio nemico, mossa questa che per poco non fu la nostra rovina perché le armi allargano il campo di azione in modo drammatico, ma le bombe sganciate dal cielo possono colpire una zona più vasta ed i razzi a tappeto spingono ancora oltre "l'attacco" dell'assalitore. Come conseguenza, i nemici, invece di essere sconfitti, vengono distrutti indiscriminatamente. Come ho già spiegato prima, il giusto scopo dell'aggressione intra-specifica a livello biologico consiste nel sottomettere il nemico, non nell'ucciderlo". 

Ed è qui che arriva per me la soluzione più inaspettata e sconvolgente prodotta dall'autore in merito al problema dell'aggressività causata dal sovraffollamento della nostra Terra: "L'unico modo di risolvere il problema in maniera biologicamente sana consiste in

venerdì 13 maggio 2022

LE 120 GIORNATE DI SODOMA - Donatien-Alphonse-Francois de Sade

Quando ho trovato questo libro in uno spazio bookcrossing ero veramente entusiasta e curiosa, lo ammetto. Avevo spesso sentito parlare di sadismo e del marchese de Sade ma in verità non avevo la minima idea della trama de Le 120 giornate di Sodoma.
La sinossi del libro penso solletichi la curiosità anche dei lettori più puritani "Quattro personaggi… si isolano in un inaccessibile castello insieme a 42 persone di ambo i sessi, destinate ad essere utilizzate come strumenti di piacere" però secondo me pochi si aspettano il genere di descrizioni che arriveranno dopo.

Dopo poche pagine infatti viene descritto con ingenuità e divertimento l'incesto per proseguire poi con il culto del sesso anale e non pochi accenni alla pedofilia. Già questo basterebbe ad indisporre il lettore medio che rimane man mano frastornato dal tono godereccio con cui vengono descritte minuziosamente azioni spesso spregevoli (tra cui perfino avvelenamenti ed omicidi).

Una delle cose più inquietanti è che il lettore non ha neanche la rassicurazione che sia solo finzione poiché, se andate a cercare online qualche cenno sulla biografia di de Sade, rimarrete sconvolti dalle inquietanti analogie tra la vita dell'autore e quella dei protagonisti del libro (tipo che fu accusato di aver rapito e torturato una donna!). 

C'è da tenere però presente una cosa: Le 120 giornate di Sodoma è un'opera parziale ed incompleta la cui versione che si legge oggi è opera di interpretazioni ed aggiustamenti di altre persone. De Sade infatti scrisse questo testo su un rotolo mentre

lunedì 9 maggio 2022

La direttrice: la nuova serie tv di Sandra Oh (recensione)

Ultimamente Sandra Oh è come il prezzemolo. Dopo aver concluso il ciclo della serie tv Killing Eve ritroviamo la famosa attrice canadese di origini coreane, in questa interessante serie tv che potete trovare su Netflix.



Smessi ormai da anni i panni della dottoressa Cristina in Grey's Anatomy, Sandra Oh sta ottenendo sempre più spazio come attrice protagonista in serie tv di diverso genere con grande successo.

La direttrice si distingue dalle più recenti serie tv perché è composta da sole sei puntate della durata di mezz'ora l'una: finalmente una serie tv che per vedere una puntata non vi occupa un'intera serata (tipo game of thrones o le ragazze del centralino).

Ji-Yoon è una professoressa eletta a capo del dipartimento di letteratura dell'università di Pembroke che capisce presto quanti siano gli interessi in gioco quando si detiene il comando di un'istituzione che più che preoccuparsi dell'istruzione degli allievi si preoccupa di far quadrare i conti. Oltretutto il consiglio vuol tagliare alcuni vetusti professori e il suo amico Bill, vedovo da poco più di un anno, è caduto in una spirale di autodistruzione che ne metterà a repentaglio il posto di lavoro. Basta infatti un gesto sbagliato e frainteso del collega per creare caos e proteste tra gli studenti che mettono pressioni ai vertici affinché il professore venga licenziato. Ji-Yoon è combattuta tra

domenica 8 maggio 2022

Come portare due cani al guinzaglio?

L'eterno ed irrisolto dilemma di chi ha scelto di vivere con due o più cani.

La risposta "lasciarli in giardino" o portarli fuori uno alla volta non vale. Parliamo oggi della situazione tipo di un proprietario di cani che esce di casa con due di loro al guinzaglio.

Partiamo dall'inizio: due guinzagli o accoppiacani? Per accoppiacani si intende una sorta di prolunga di un normale guinzaglio a cui sono collegate due estremità di guinzagli (agevolo foto qui a destra). Su internet se ne trovano di vari colori, materiali e misure ma la caratteristica comune è che… sono cortissimi. Spesso più corti della misura consentita di un guinzaglio da città (ovvero un metro e mezzo). In generale il guinzaglio doppio o accoppiacani pare sia consigliato per chi porta a spasso cani di piccole dimensioni (non tanto perché a loro faccia bene camminare con guinzagli così corti ma perché pare sia più comodo da gestire per chi li porta a spasso). Due cani di taglia medio-grande portati a spasso con il guinzaglio doppio non li ho ancora visti (forse perché i guinzagli doppi generalmente sono molto leggeri e non danno al proprietario una sensazione sufficiente di sicurezza?). Ma soprattutto la pecca del guinzaglio doppio, secondo me, è che i cani oltre ad essere "ancorati" al proprietario sono ancorati all'altro cane col risultato che uno dei due è quasi sempre trascinato o rallentato. 

Allora rimane la soluzione un guinzaglio per cane, che sembra quindi la quella più ovvia e migliore ma, nella mia breve esperienza di proprietaria di due cani, non ho ancora trovato un padrone che non abbia sospirato di malumore quando gli ho chiesto della gestione del doppio guinzaglio. Perché comunque se è vero che un cane per mano permette loro più libertà rimane il fatto che, vista l'anatomia umana, se uno dei cani va in una direzione e l'altro nell'altra si ripete la situazione di zavorramento e di blocco. Ci sono poi altri problemi da tenere in conto come il fatto che due guinzagli:

  • si attorcigliano
  • bisogna continuamente scambiarseli di mano
  • si infilano tra le loro zampe
  • si bloccano con i pali (situazione resa bene dalla vignetta qui a destra )
E tutto questo senza menzionare "agenti esterni" che potrebbero aggiungere stress all'uscita tipo la comparsa improvvisa di uccelli o gatti (quindi potenziale doppio strattone), un motorino o una bicicletta che spuntano alle spalle e i peggiori: i proprietari di cani singoli che, incuranti dei vostri problemi di gestione del doppio guinzaglio, vi vengono incontro dritto per dritto vogliosi più che mai di far salutare i cani.

Tralasciando per un attimo le manovre di avvicinamento di coppie umani-cani conosciuti, parliamo per un attimo degli sconosciuti che, vedendovi con i vostri due bei cagnoloni al guinzaglio decidono di venirvi incontro ignorando ogni buon senso. 
Come dicevo prima, arrivano dritti verso di voi quasi sempre trascinati dal loro cane, spesso su due zampe, che "vuole solo giocare". Non vi chiedono nulla, vi mettono nel mirino e

giovedì 5 maggio 2022

LA TREGUA - di PRIMO LEVI

Perché quando una guerra finisce, a volte, la distruzione continua. Dentro e fuori le persone (e le cose).

Ciao,

oggi vi parlo di un libro (forse) meno conosciuto di Primo Levi ma che nell'edizione Einaudi Tascabili è unito al più (tristemente) celebre Se questo è un uomo

Ma di cosa parla La tregua? Tregua da che cosa?

Innanzitutto partiamo dal termine che il dizionario Treccani definisce così:

trégua (o trègua, ant. triègua) s. f. [dal lat. mediev. treuga, di origine germanica]. – 1. Sospensione temporanea delle ostilità stabilita da due belligeranti ed estesa a tutto il teatro di guerra o a un solo settore, stipulata per raccogliere feriti, seppellire morti, prendere misure igieniche, chiedere ordini e istruzioni per agevolare trattative, ecc.: fare t. o una t. (far t. col nemicoi due eserciti hanno fatto una t.); chiedere una t.accordare, concedere una t.2. estens. Sospensione di qualsiasi ostilità, cessazione temporanea da una lotta, da rivendicazioni, anche tra fazioni o partiti politici, in campo sindacale, o tra gruppi avversarî o tra privati. 3. fig. Cessazione, pausa, sosta, riposo, riferito a condizioni e situazioni dolorose, penose, spiacevoli: Le sue permutazion non hanno triegue (Dante, della Fortuna); dolori, sofferenze che non hanno t.che non danno tregua;

Sinteticamente, La tregua di Levi "contiene il resoconto del suo lungo viaggio di ritorno su e giù per un'Europa non ancora rinsavita dalla follia collettiva".

E proprio nelle pagine finali è Levi a scrivere così: "I mesi or ora trascorsi, pur duri, di vagabondaggio ai margini della civiltà, ci apparivano adesso come una tregua, una parentesi di illimitata disponibilità, un dono provvidenziale ma irripetibile del destino". 

A fine gennaio del 1945 i russi raggiunsero l'infermeria del lager di Buna-Monowitz dove erano rimaste in ottocento persone (di circa diecimila) malate, tra cui il venticinquenne Primo Levi (tutti i sani erano stati condotti dai tedeschi nella marcia della morte da cui non si salvò nessuno). Degli ottocento malati a salvarsi furono

Non so se si può (la salita in ascensore)

Sono all'interno di un ascensore grande, di quelli del tipo da ufficio che portano almeno otto persone. Sto scendendo e appena si aprono le porte mi butto fuori. Pensavo di essere già a piano terra ed invece sono al quarto! Rientro. Davanti a me un uomo, mi sorride. Gli dico: "sali?" Mi guarda interdetto, la ventiquattro ore in una mano, la giacca nell'altra. Ha un sorriso sorpreso, tirato, mi risponde titubante: "ma... non so se si può". Non ha mosso neanche un capello. E' rimasto immobile, fisso. Gli sorrido: "allora aspetta. E spera!". Mentre le porte si chiudono lo vedo sorridere di gusto, quasi con piacere. 

Chissà cos'avrà pensato!

"l'ho scampata grossa"?.

"Speriamo che le porte si chiudano in fretta"?

"Meglio soli che male accompagnati"?

"abbiamo tolto ieri le mascherine come posso però condividere di già un ascensore con una sconosciuta?".

A me è rimasto solamente in mente il suo dilemma talmente forte da non fargli muovere neanche un muscolo: "non so se si può".

Come hanno ridotto la gente, davvero inquietante.


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lunedì 2 maggio 2022

Recensione RACCONTI LONDINESI - di Doris Lessing

Stazionava ormai da qualche anno questo libro, sfasciato, recuperato in una sessione di caccia di libri bookcrossing

Con la copertina sbiadita e rattoppata ma soprattutto con l'importante nome della Lessing stampato a grandi lettere… mi trasmetteva una certa "inquietudine". Non so perché ma avevo paura di aprire le pagine dei Racconti londinesi a trovarmi al cospetto di testi pesanti e difficili da leggere. Vi dirò invece che la sciura Doris mi ha conquistata fin dal primo racconto Debbie e Julie.

Al secondo ho rigirato il libro tra le mani e pensato che mi sarebbe piaciuto leggerli in inglese perché li ho trovati davvero particolari; quanto avrei voluto scoprire i termini originali messi insieme dalla Lessing! Perché si sa che nel "processo di traduzione" si perde un (bel) po' degli intenti originari degli scrittori.

Quello che mi ha colpito di più di questa raccolta di diciotto racconti è la descrizione dei personaggi e la capacità di regalare alla lettrice scene molto realistiche in modo coinvolgente ed appassionante.

Il primo ed il terzo racconto (Debbie e Julie e La madre della bambina in questione) hanno una caratteristica in comune: sembrano quasi dei racconti gialli. All'inizio di entrambi i racconti la Lessing tratteggia una situazione che fa immaginare al lettore una certa trama che… si stravolge alla fine del racconto stesso. 

Nel racconto Passerotti c'è una scena bellissima tra due coniugi al parco. Mentre numerose persone si alternano ai tavolini del bar, la coppia discute sulle tattiche di sopravvivenza degli uccelli azzardando un parallelismo con la situazione di loro figlia. Ad un certo punto la donna si commuove quando un piccolo volatile trova il coraggio per mangiare una delle briciole che lei gli ha preparato e "Lui la guardava. Per la prima volta da quando si erano seduti lì era libero dalla sua prigione d'egoismo e la vedeva veramente. La vedeva non come era adesso, ma come era stata in un momento del passato. Un ricordo…". Questo passaggio mi è piaciuto perché