domenica 5 marzo 2023

I MEDICI NAZISTI - Robert Jay Lifton

Quando si pensa alle parole medici nazisti vengono in mente immagini di persone pelle ossa dietro reti con filo spinato, vittime di atroci esperimenti del dottor Mengele ma, come dettaglia Lifton ad inizio libro, i medici nazisti iniziarono le loro atroci condotte ben prima ed al di fuori dei campi di concentramento e sterminio.

Robert Jay Lifton è uno psichiatra statunitense che ha dedicato molta parte della sua vita a studiare le guerre ed i sopravvissuti alle atrocità (famose le sue opere sui bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e sui veterani del Vietnam) e questo libro sui medici nazisti, un tomo di oltre settecento pagine, fu pubblicato nel 1986. Essendo un saggio richiede una certa attenzione ed impegno mentale. Solo tra premessa ed introduzione sono quaranta pagine, a caratteri piccoli . Ed è proprio in quelle pagine iniziali che Lifton spiega cosa l'abbia spinto ad indagare un argomento così delicato e come sarà suddivisa l'opera. 

Nella prima parte:

  • "Vite indegne di vita": la cura genetica
  • "Eutanasia": l'uccisione medica diretta
  • Resistenza all'uccisione medica diretta
  • "Eutanasia selvaggia": i medici assumono il controllo
  • I partecipanti
  • "L'eutanasia portata nei lager: azione trattamento speciale 14F13
Nella seconda parte:  

  • L'istituzione Auschwitz
  • Selezioni alla banchina della stazione
  • Selezioni nel campo
  • La socializzazione con l'eccidio
  • I medici prigionieri: l'angoscia delle selezioni
  • I medici prigionieri: lotte per curare
  • I medici prigionieri: la collaborazione con i medici nazisti
  • L'uccisione con siringhe: le iniezioni di fenolo
  • L'impulso alla sperimentazione
  • "Un essere umano in uniforme di SS": Ernst B.
  • Il dottor Auschwitz: Josefe Mengele
  • Il conflitto terapia-uccisione: Eduard Wirths
  • Lo sdoppiamento: il baratto Faustiano
  • Il sé di Auschwitz: tempi psicologici nello sdoppiamento
  • Genocidio
Molto di questo saggio è frutto di interviste dirette che Lifton fece con diverse tipologie di persone: 
  • 29 uomini che erano stati coinvolti significativamente a livelli elevati con la medicina nazista;
  • 12 professionisti ex nazisti (avvocati, giudici, economisti…)
  • 80 ex internati ad Auschwitz che avevano lavorato nei blocchi medici (più della metà erano medici)
ma appunto, prima di addentrarsi nel mondo delle attività dei medici nei campi di concentramento, Lifton fa una sorta di excursus storico sul comportamento dei medici tedeschi dagli anni '30 in poi per spiegare come si arrivò alla soluzione finale, passando per delle tappe "intermedie" come la sterilizzazione coatta prima e l'eutanasia poi di soggetti giudicati inutili per la società (schizofrenici, persone con deficit mentali ma anche sordi, ciechi e malformati!). Pensate poi che quando una persona decideva di iscriversi a medicina, in quegli anni, doveva prima fare un addestramento militare (quindi individui irregimentati e dediti al sistema).
Ufficialmente non ci fu mai nessuna legge che sanciva l'obbligo di uccisione di quelle "categorie" di persone; era una "prassi" che si tramandava oralmente, usando indicazioni vaghe e frazionando così tanto il processo di eliminazione che nessuno sentiva su di se il peso dell'esecuzione! Il famoso concetto del: "ho solo eseguito un ordine".

Eppure furono migliaia le persone, anche neonati, che vennero prelevati dalle ignare famiglie per subire dei trattamenti che li conducevano alla morte senza possibilità di salvezza alcuna. Pensate che una volta che i pazienti venivano prelevati per essere trasferiti in fantomatici luoghi di cura… venivano eliminati dopo pochissimi giorni! C'era un intero apparato che si dedicava alla compilazione delle date fittizie dei certificati di morte! Per non destare sospetti non solo inventavano date a caso ma chiedevano la collaborazione dei medici per inventarsi possibili cause di morte che avessero a che fare con le precedenti patologie dei pazienti!!!
Il processo era caotico e nebuloso, spesso le famiglie non sapevano neanche dove avrebbero portato i loro cari e scoprivano della loro morte solo con mesi di ritardo, ricevendo urne con ceneri miste! Rifiutarsi di consegnare un proprio caro alle istituzioni comportava numerosi rischi e minacce: dalla privazione della tutela del parente all'internamento in campi di lavoro!
Tra le cose più atroci ci fu il fatto che alcuni dottori, per risparmiare sulle medicine, scelsero di uccidere i loro pazienti facendoli morire di fame. Agonia che poteva durare anche tre mesi! In altri casi optarono per dei sedativi che, inoculati in dosi massicce, causavano un perenne stato di sonno che si trasformava poi in coma e morte. Nel pieno scoppio della seconda guerra mondiale utilizzarono invece il monossido di carbonio per eliminare i pazienti (inedia e somministrazione di farmaci letali causavano pesanti traumi tra dottori ed infermieri..!). 
Dietro a tutto questo c'era un'ideologia di base di protezione del Volk ovvero del popolo e più in generale della nazione ed infine, più intrinsecamente, della razza. Il passo dall'eliminazione dei deboli mentalmente ai deboli fisicamente (durante la guerra ci furono ospedali in cui le SS uccisero anche soldati tedeschi poiché inabili fisicamente!) culminò con l'eliminazione di persone sane ma di razza diversa e considerata pericolosa ovvero gli ebrei. Tutto questo non fu qualcosa di veloce e di improvvisato visto che la prima regolamentazione della sterilizzazione dei "minorati" avvenne nel 1933 quando Hitler divenne cancelliere..!
La propaganda nazista sfruttò anche il media cinematografico per abituare la popolazione all'idea che uccidere certe categorie di persone non fosse un omicidio ma un'opera misericordiosa. E' doveroso ricordare che fu un'operazione manipolatoria e subdola in quanto non erano i pazienti stessi a richiedere quel "trattamento di fine vita" ma lo Stato che decideva cosa fosse meglio per loro e per la nazione intera. A loro insaputa!

Ma molta parte di questo libro è dedicata al "mondo Auschwitz" che era al tempo stesso un campo di concentramento, di lavoro e di sterminio ed in cui (oggi spesso) si sottovaluta il potere dei medici al suo interno. Di solito si è portati a pensare che in tali campi ci fossero solo guardie (SS) e prigionieri (ebrei) invece all'interno il processo di selezione che portava all'eliminazione fisica delle persone (vagabondi, zingari, omosessuali, prigionieri di guerra, testimoni di Geova ed ebrei) era totalmente gestito da medici come si evince dalla descrizione qui sotto:


Medici che avrebbero dovuto curare e che invece adempivano con solerzia al "compito" di uccidere usando dei sotterfugi mentali (non si parlava mai di camere e gas ma di "tornare al campo su un trasporto") e che venivano istruiti su come fosse più umano farli morire gassati invece che per stenti, privazioni e malattie dopo una lunga agonia. "il problema del medico era sulla possibilità di usare metodi umani (nell'uccisione)… al cospetto del generale sovraccarico degli impianti: questo era il problema". 

Ammetto che man mano che ci si addentra nella lettura di questo saggio di Lifton è sempre più difficile leggere in modo veloce e leggero perché le implicazioni sono così tante e dolorose che è difficile rimanere indifferenti anche una volta che si è chiuso il libro. Ma dopotutto non è forse questo lo scopo di uno studio e di una lettura? Qualche anno fa su un forum ho trovato questo intervento:
"Se si fosse voluto, fin dalla scuola, e poi con la pubblicità, con i film, con il mostrare modelli positivi da imitare, o con le dichiarazioni del Tizio o della Tizia famosi, ecc...si sarebbe introdotta l'idea comune che non leggere almeno 7- 8000 pagine all'anno fosse anche proprio poco "alla moda" e oggi sarebbe normale.  
Ma non era certo quello l'interesse.  
Leggere è un'operazione attiva, la persona deve immaginare, in più è lei che sceglie i tempi. Rilegge, rallenta, riflette, connette, associa…  
Significa che matura una personalità propria, indipendente.  
Davanti alla TV uno non deve immaginare niente, e non riflette, i tempi li fa la TV, veloci.  
E' un'operazione completamente passiva.  
Le riflessioni, le connessioni, la fantasia, l'immaginazione, non si sviluppano, anzi si atrofizzano.  
 
Quello che si voleva". 

Lifton impiega 654 per concludere il suo saggio e rispondere alla domanda com'è stato possibile. 
E' stato possibile per una serie di fattori tra cui
  • l'onta della sconfitta della prima guerra mondiale
  • un antisemitismo atavico
  • un sistema pianificato per tappe che si è snodato lungo decenni e che ha colpito la nazione e la società attraverso piccoli ma tragici passi (principio della rana bollita)
  • una frammentazione del sistema di gestione dei campi e della soluzione finali per cui le persone coinvolte si sentivano solo un piccolo ingranaggio del processo e non responsabili del tutto
  • la dissonanza cognitiva che permetteva alle persone di convivere con le loro nefaste azioni
Insomma un testo ricco ed intenso che fa luce su uno dei sistemi più atroci elaborati dall'umanità e che suggerisce di non abbassare mai la guardia poiché la storia insegna che se è capitato una volta  non c'è ragione di credere che un determinato fenomeno non possa ripetersi (non dimentichiamo i recenti picchi di odio, violenza ed intolleranza contro i non vaccinati raggiunti negli ultimi tre anni in seguito alla pandemia).

Un'opera dedicata quindi a chi non solo non vuole dimenticare ma anche a chi vuole cercare di capire e migliorare.

#libro #libri #tempodileggere #tempoperleggere #medicinazisti #saggio #lifton #book #reading #toread #remember 





Nessun commento:

Posta un commento