venerdì 16 aprile 2021

Riassunto del libro: LA BANALITA' DEL MALE di Hannah Arendt

Questo libro fu pubblicato per la prima volta nel © 1963 col titolo: EICHMANN IN JERUSALEM.

Nelle oltre trecento pagine di questo libro la filosofa Hannah Arendt descrive la cattura di Otto Adolf Eichmann a Buenos Aires l'11 Maggio del 1960 ed il successivo processo tenutosi a Gerusalemme.

Prima di leggere questo libro però si dovrebbe avere chiaro in testa di chi fosse Eichmann e sono sicura che, oggi, non sono in tante persone a saperlo. Anche io ammetto di essere andata a fare una ricerca su internet per cercare chi fosse Eichmann e posso descrivervelo riportando un passo preso dal sito www.biografieonline.it: "... il responsabile e il coordinatore delle deportazioni, occupandosi di organizzare i convogli ferroviari destinati a trasferire ad Auschwitz gli ebrei deportati".

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Ma come mai ho scelto di leggere "La banalità del male - Eichmann a Gerusalemme?".

Quasi un anno fa eravamo in pieno lockdown e nessuno sapeva bene cosa stava accadendo ne cosa sarebbe capitato. Una voce però si levò dal coro unanime dell'andrà tutto bene e mi colpì molto. La voce in oggetto fu quella del filosofo Giorgio Agamben col suo post UNA DOMANDA pubblicato sul sito www.quodlibet.it il 13 aprile 2020 di cui vi riporto la conclusione: "So che ci sarà immancabilmente qualcuno che risponderà che il pur grave sacrificio è stato fatto in nome di principi morali. A costoro vorrei ricordare che Eichmann, apparentemente in buon fede, non si stancava di ripetere che aveva fatto quello che aveva fatto secondo coscienza, per obbedire a quelli che riteneva essere i precetti della morale kantiana. Una norma, che affermi che si deve rinunciare al bene per salvare il bene, è altrettanto

falsa e contraddittoria di quella che, per proteggere la libertà, impone di rinunciare alla libertà". Andai così a cercare la figura di Eichmann e scoprii che veniva spesso associato al concetto di "banalità del male" espresso da Hannah Arendt secondo cui spesso il male non assume sembianze particolari e negative riconoscibili ma si nasconde purtroppo anche in persone banali (e ce l'ha ben insegnato quest'ultimo anno con i vari episodi di delazione ed abuso di potere). 

Arendt scrisse questo racconto in quanto fu mandata dal "The New Yorker" a seguire il processo come corrispondente e lo divise in 16 capitoli:

  1. La corte - in cui presenta i giudici e la situazione del processo che si svolse in lingua ebraica e con dei pessimi traduttori tedeschi. La Arendt scrisse inoltre che "l'impostazione data dall'accusa al processo fu che questo doveva basarsi su quello che gli ebrei avevano sofferto e non su quello che Eichmann aveva fatto". Il processo divenne effettivamente uno strumento per trovare altri criminali ancora nascosti in diverse parti del mondo. 
  2. L'imputato - ovvero Otto Adolf Eichmann, nato nel 1906, primo di cinque figli, unico dei quali mai diplomatisi che si spacciava invece per ingegnere. Catturato a Buenos Aires nel 1960, quindici capi d'accusa sulla sua testa di cui alcuni passibili di pena di morte. Eichmann si dichiarò sempre non colpevole nel senso dell'atto d'accusa in quanto lui non aveva mai liquidato personalmente nessun ebreo o essere umano. Il suo avvocato (Servatius) disse che il suo assistito aveva compiuto atti "per i quali si viene decorati se si vince e si va alla forca se si perde". Inoltre lui si dichiarò un cittadino ligio alla legge che seguì gli ordini di Hitler in quanto possedevano "forza di legge". Mezza dozzina di psichiatri  ed il cappellano l'avevano definito "non solo normale, ma ideale" quindi non affetto da infermità mentale. La domanda che inizia a prendere piede nel libro è questa: una persona comune, "normale", può essere a tal punto incapace di distinguere il bene dal male
  3. Un esperto di questioni ebraiche - Nel 1935 Heichmann fu assunto dal Sicherheitsdienst (che aveva il compito di sorvegliare i membri del partito e che presto divenne invece un centro di investigazioni al servizio della Gestapo) senza che sapesse bene cosa accadesse in quegli uffici. Il suo primo compito fu quello all'ufficio informazioni dove doveva registrare tutti i dati riguardanti la massoneria ma dopo pochi mesi venne assegnato all'ufficio che si occupava degli ebrei. Nel 1938 venne mandato a Vienna per organizzare un nuovo tipo di emigrazione, l'emigrazione forzata ovvero l'espulsione. In otto mesi 45000 ebrei lasciarono l'Austria! In diciotto mesi il 60% della popolazione ebraica fu espulsa. Il problema non erano i ricchi che si potevano permettere di pagare per emigrare (paradosso!!!) ma i meno abbienti. Inizia a delinearsi in questo capitolo il peso avuto dalla collaborazione tra il regime tedesco e le… organizzazioni ebraiche! Arendt inizia a delineare anche il "personaggio" Eichmann il cui peggior difetto era la millanteria, un uomo capace solo di parlare tramite clichés la cui unica ambizione fu quella di essere promosso capo della polizia in qualche città tedesca.
  4. La Prima soluzione: espulsione – tra il 1937 e il 1941 Heichmann ebbe quattro promozioni diventando così tenente colonnello. Un mese dopo lo scoppio della guerra ci si accorse che l’emigrazione forzata non era più possibile (come movimentare da un paese all’altro migliaia di persone durante una guerra?)

  5. La seconda soluzione: concentramento – non essendo più possibile il piano dell’emigrazione forzata Heichman fu costretto a produrre una nuova idea ed insieme ad Heydrich decisero i seguenti piani d’azione: concentrare tutti gli ebrei nei ghetti, creare consigli di anziani ebrei e deportare tutti gli ebrei nella zona del Governatorato generale. Si fece avanti però anche il progetto Madagascar (che Heichman aveva confuso con l’Uganda..!) che prevedeva il trasporto di quattro milioni di ebrei in Madagascar. Il piano era evidentemente infattibile e “la verità è che doveva servire a smascherare i preparativi per lo sterminio fisico di tutti gli ebrei dell’Europa occidentale). Un anno dopo però il progetto Madagascar era stato giù accantonato e visto che non esisteva un territorio in cui “evacuare” gli ebrei, l’unica soluzione era lo sterminio”. Ogni cosa era attentamente progettata dai nazisti. Pensate che alcune delle industrie come Farben, Krupp e Siemens costruirono i loro impianti in alcuni campi di concentramento tra i quali Auschwitz con l’idea di… uccidere con la fatica i prigionieri. Arendt fa sapere che il famoso campo di Theresienstadt, unico ghetto o campo in cui furono ammessi rappresentanti della Croce Rossa Internazionale, fu anche l’unico di unica competenza di Eichmann.

  6. La soluzione finale: sterminio – capitolo interessante in cui prima si fa luce sul linguaggio convenzionale usato dai nazisti. Rari furono infatti i documenti ritrovati che recavano le parole sterminio, liquidazione, uccisione. Una parola voleva dire altro: soluzione finale = uccisione, trasferimento = deportazione ma soprattutto il pensiero che dietro parole ricercate stesse nascosta la menzogna. Ho poi scoperto per la prima volta che prima delle camere a gas fu messo a punto in Polonia un altro metodo di “liquidazione” tramite i camion a gas. Ho scoperto anche che Auschwitz si estendeva su una superficie di quasi 30 chilometri quadrati e che poteva contenere fino a centomila persone! Quando le persone arrivavano in quel campo c’era una selezione degli idonei al lavoro: solo il 25% di ogni convoglio veniva scelto mentre gli altri venivano immediatamente uccisi. Il problema che si affrontò nelle 121 udienze del processo fu di stabilire se Heichmans (che si era occupato “solo” del trasporto e non dell’uccisione delle vittime, sapesse cosa faceva e se fosse in grado di stabilire l’enormità delle sue azioni. La risposta era affermativa ma si posero die problemi giuridici: poteva essere sollevato dalla responsabilità penale per aver agito al fine di salvarsi dal pericolo immediato di morte? Poteva invocare qualcuna delle circostanze attenuanti elencate nella sezione 11 della medesima legge? Lui ammise però che non si era mai trovato in pericolo immediato di morte e come unica attenuante disse che aveva cercato di evitare il più possibile inutili brutalità. La condanna a morte era quindi una conclusione scontata. Viene anche spiegato il trucco per soffocare la pietà istintiva, animale, quella che ogni individuo prova assistendo alla sofferenza fisica degli altri: deviare questi istinti verso l’io. Ovvero? Invece di pensare: che cose orribili faccio al mio prossimo! Pensare: che orribili cose devo vedere nell’adempimento dei miei doveri, che compito terribile che grava sulle mie spalle. Da notare poi che il programma di eutanasia non nacque per gli ebrei ma fu ordinato da Hitler già nelle prime settimane di guerra ed applicato… ai tedeschi malati di mente! Con l’idea che alle persone incurabili venisse concessa una morte pietosa tra il dicembre 1939 e l’agosto 1941 furono uccisi circa 50 mila tedeschi col monossido di carbonio! Questo programma causò però molto scalpore e numerose proteste. Pensate che nell’Europa orientale lo sterminio col gas iniziò quasi il giorno stesso in cui venne sospesa l’uccisione dei malati di mente tedeschi..!

  7. La conferenza di Wannsee, ovvero Ponzio Pilato - riunione resasi necessaria per richiedere la collaborazione attiva di tutti i ministeri e di tutti i servizi civili. Oltre a schedare gli ebrei, renderli visibili con i distintivi gialli, rasterllarli e confinarli in campi di concentramento alcuni esperti di diritto crearono leggi per rendere apolidi le vittime (cosa che serviva per far si che nessun paese indagasse poi sul loro destino e che lo stato in cui vivevano potesse confiscare loro i beni!). Viene chiarito poi il ruolo del ministero dei trasporti che pur in tempo di guerra trovò sempre il modo che i treni dei deportati non interferissero con i treni della normale circolazione. Un altro fattore chiave ed agghiacciante fu la collaborazione degli ebrei  nel lavoro amministrativo e poliziesco (pensate che fu creato uno speciale corpo di polizia ebraico per ricercare chi tentava di scappare o nascondersi dalle deportazioni!). Il contributo di poliziotti ebraici fu fondamentale in quanto se no troppi uomini tedeschi sarebbero dovuti essere tolti dal fronte! "Per un ebreo, il contributo dato dai capi ebraici alla distruzione del proprio popolo, è uno dei capitoli più foschi di tutta quella fosca vicenda". E' ormai noto come nei campo di sterminio ci fossero interi reparti ebraici dediti a: lavorare alle camere a gas e nei crematori, estrarre i denti d'oro, scavare le fosse e anche costruire le camere a gas stesse! Secondo l'autrice di questo libro l'omissione più grande del processo a Eichmann fu una deposizione che parlasse della collaborazione tra governanti nazisti e autorità ebraiche. Se è vero che il popolo ebraico era disorganizzato, senza territorio, un governo, ne un esercito è anche vero che le comunità ebraiche erano sparse in tutto il mondo e quasi sempre avevano collaborato con i nazisti! Un dato agghiacciante di Freudiger riporta che delle sei milioni di vittime ebraiche la metà si sarebbe potuta salvare se non avessero seguito le istruzioni dei consigli ebraici.

  8. I doveri di un cittadino ligio alla legge - Eichmann si definì sempre un cittadino ligio alla legge che agiva in base agli ordini che gli davano ma, verso la fine della guerra, quando ormai la Germania andava incontro alla disfatta si dimostrò più ligio di molti altri che iniziarono a fare eccezioni volte a sospendere lo sterminio. Eichmann si distinse proprio in quel momento, volendo portare avanti la "missione" di propria iniziativa tipo quando, con i trasporti distrutti dai bombardamenti, organizzò le marce a piedi di ebrei da Budapest verso il confine austriaco. Della questione ebraica però non si occupava solo Eichmann ma anche Winkelmann e Veesenmayer. Pensate comunque che, nonostante l'incredibile organizzazione delle SS non furono mai trovato neanche un documento riguardante la soluzione finale). Quando gli chiesero: com'è possibile che tutti voi rispettabili generali 

  9. Deportazioni del Reich. Germania, Austria e Protettorato - l'ufficio di Eichmann si occupava dei mezzi di trasporto ma gli ordini di deportazione erano dati da Himmler. il 30/6/1943 il Reich fu proclamato judenrein ovvero senza ebrei (ne erano stati deportati ben duecentosessntacinquemila!).
10. Deportazioni dall'Eeuropa occidentale. Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Italia - la Francia fu il primo paese ad approvare di propria iniziativa numerose leggi antiebraiche dando sfogo  ad un antisemitismo comune in molti paesi europei. I francesi consegnarono gli ebrei apolidi ma quando la Germania chiese di deportare tutti gli ebrei non apolidi e stranieri in generale si rifiutarono cosicché alla fine della guerra (nell'aprile del 1944) in Francia vivevano ancora duecentocinquantamila ebrei che sopravvissero così alla guerra. In Belgio la polizia non collaborò con i nazisti e molti ebrei poterono sfuggire alle deportazioni (in questo paese non ci fu nessun consiglio ebraico che desse ordini agli ebrei locali). L'Olanda fu l'unica nazione europea in cui gli studenti scioperarono quando i professori ebrei furono congedati ed in cui altri scioperi vennero fatti per protestare contro la deportazione di ebrei nei campi di concentramenti tedeschi. Questo però non servì ad evitare uno sterminio paragonabile solo a quello dei polacchi. In Olanda infatti esisteva un fortissimo movimento nazista  e gli ebrei olandesi avevano una forte tendenza a tenere a distanza i nuovi arrivati. Tre quarti degli ebrei che vivevano in Olanda vennero uccisi a causa anche di un altissimo numero di informatori professionisti ed occasionali. La Danimarca si distinse per essere stato l'unico paese ad esprimere il suo dissenso e quando la Germania rivendicò il diritto di deportare gli ebrei apolidi il Governo danese spiegò che essendo i profughi ormai apolidi non erano più cittadini tedeschi e quindi i nazisti non potevano pretendere la loro consegna senza il loro consenso. Pensate che nei cantieri in Danimarca ci furono sommosse, gli operai si rifiutarono di riparare le navi tedesche e scesero in sciopero. Ma uno degli eventi più emozionanti riguardò una retata: era stata disposizione che tutti gli ebrei fossero prelevati e portati a Theresienstadt ma la notte prefissata la popolazione ebraica era stata informata di non aprire la porta e furono deportati solo poche centinaia di persone invece che migliaia. Inoltre tutti gli ebrei furono trasportati via mare in Svezia e le spese di trasporto per i non abbienti furono pagate da... ricchi cittadini danesi! Emblematico fu il caso italiano: alla fine degli anni '30 Mussolini aveva varato leggi antiebraiche su pressioni tedesche, stabilendo queste eccezioni: veterani di guerra, ebrei superdecorati etc. ma aveva aggiunto anche una nuova categoria ovvero gli ebrei iscritti al partito fascista (più i loro genitori, nonni, mogli, figli e nipoti. Il risultato fu che la maggior parte degli ebrei italiani fu "esentata" dalla deportazione!

11 - Deportazioni dai Balcani, Jugoslavia, Bulgaria, Grecia, Romania - la Croazia pagò ai nazisti trenta marchi per ogni ebreo deportato ricevendo in cambio tutti i beni confiscati… - in Serbia non ci furono deportazioni perché… la Wermacht fucilò la popolazione ebraica maschile sul posto e consegnò donne e bambini al dottor Schafer che li uccise in furgoni attrezzati a camere a gas! In Bulgaria il popolo ed il parlamento appoggiarono gli ebrei e nessuno di loro venne ucciso o deportato. I Greci si dimostrarono tra i popoli più indifferenti alla problematica ebraica mentre in Romania furono organizzati addirittura dei pogrom spontanei dimostrandosi il paese più antisemita (e corrotto) d'Europa. Si parlò anche di "metodo rumeno" che consisteva nello stipare fino a cinquemila persone in carri bestiame e nel lasciarle morire per soffocamento mentre il treno vagava a caso per giorni

12 - Deportazioni dall'Europa centrale. Ungheria e Slovacchia - l'Ungheria era un regno senza un re con una struttura feudale in cui era inquietante la divisione tra la miseria della massa di contadini senza terra e la ricchezza delle poche famiglie aristocratiche; l'Ungheria è stato l'unico paese satellite dell'Asse a mandare sul fronte orientale truppe ebraiche e a fare una netta distinzione tra ebrei indigeni e nativi. Cosa dire della Slovacchia che ideò una propria soluzione espellendo gli ebrei appropriandosi dei loro beni (ovvero li mandavano al macello ma non li uccidevano direttamente loro).

13 - I centri di sterminio dell'Europa orientale - l'Oriente fu la stazione terminale di tutte le deportazioni, deportazioni che pilotava Eichmann; egli sapeva che la quasi totalità delle sue vittime era condannata a morte (pare che solo il 5% delle persone entrate nei campi di concentramento sia sopravvissuto) ma visto che la selezione per mandarli a morte la facevano medici ed SS e non lui si dichiarò sempre innocente secondo i capi d'accusa. 

14 - Prove e testimonianze - nelle ultime settimane della seconda guerra mondiale la burocrazia delle SS distrusse tantissimi documenti che attestavano sei anni di sistematico sterminio ma la corrispondenza di Eichmann si salvò. Uno dei problemi della sua difesa fu che non si avvalse di un gruppo di assistenti per esaminare l'enorme mole di documenti che potesse tornare utile.

15 - Condanna, appello ed esecuzione - finita la guerra AE fu rinchiuso dagli americani in un campo di concentramento con... documenti falsi lasciando credere di essere morto. Poi fuggì dal campo e trovò lavoro come taglialegna a sud di Amburgo. Grazie alla Odessa (l'organizzazione clandestina di veterani delle SS) andò in Italia dove un francescano (!) gli procurò un passaporto da profugo (Richard Klement) e riuscì a raggiungere così Buenos Aires dove ottenne non solo i documenti la anche un lavoro! Nel 1952 venne raggiunto dalla moglie ed i tre figli. Nel 1960 venne arrestato e di lì processato. Venne dichiarato colpevole per tutte e quindici le imputazioni d'accusa (dodici dei quali prevedevano la pena di morte). Eichmann sostenne sempre di aver soltanto aiutato e favorito i delitti ma di non averne mai personalmente commessi e... l'accusa non riuscì a dimostrare il contrario. Il suo avvocato lo definì un "capro espiatorio" che il Governo della Germania Ovest, violando il diritto internazionale, aveva abbandonato alla Corte di Gerusalemme sottraendosi alle proprie responsabilità. Venne condannato a morte il 15 dicembre 1961 e tre mesi dopo iniziò il processo d'appello che però non ribaltò la prima sentenza; Eichmann venne impiccato il 31 maggio del 1962 e le sue ceneri vennero disperse nel Mediterraneo al di fuori delle acque territoriali israeliane. 

16 - Epilogo - "Le irregolarità e le anormalità del processo di Gerusalemme furono tali e tante e così complesse, da offuscare i problemi centrali, morali, politici e anche giuridici che inevitabilmente si ponevano". Le critiche furono di tre tipi: 
  • Eichmann fu processato in base ad una legge retroattiva e nel tribunale dei vincitori
  • la competenza della Corte di Gerusalemme
  • i crimini di Eichmann furono contro il popolo ebraico e non contro l'umanità
ma la critica più grave mossa al processo fu che il processo si fece quasi per soddisfare il desiderio (o il diritto) delle vittime di essere vendicate e non per soddisfare un'esigenza di giustizia. Inoltre l'imputato non fu arrestato e consegnato a Israele ma per portarlo in giudizio era stata commessa una violazione del diritto internazionale.




 Nonostante il tema, "La banalità del male" non è un libro pesante e penso sia un'occasione unica per rispolverare un pezzo di Storia che molti hanno studiato solo di sfuggita o non hanno proprio mai conosciuto!



dal libro:

- "Il trionfo delle SS esige che la vittima torturata si lasci condurre dove si vuole senza protestare, che rinunzi a lottare e si abbandoni fino a perdere completamente la coscienza della propria personalità. E c'è una ragione. non è senza motivo, non è per puro sadismo che gli uomini delle SS desiderano il suo annientamento spirituale; essi sanno che distruggere la vittima prima che salga al patibolo (…) è il sistema di gran lunga migliore per tenere un popolo intero in schiavitù, assoggettato". David Rousset


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