martedì 8 gennaio 2013

La novella dello stalliere del re Agilulfo - Decameron di Boccaccio

Ecco il caso di una di quelle cose che si fanno (svogliatamente) a scuola e che solo anni dopo la sua fine si apprezza appieno la loro bellezza.
E' il caso del Decameron e di alcune sue novelle che oltre ad essere molto moderne sono davvero piacevoli e perfino simpatiche. Certo è che, essendo stato finito di scrivere nel 1351 non è di facilissima lettura a causa dell'italiano in cui era scritto.
Per chi volesse leggersi la novella intera, clicchi sul titolo: la novella dello stalliere del re Agilulfo.
Per chi invece è pigro ma è incuriosito lo stesso da questo racconto ecco il mio umile e sintetico riassunto che spero vi faccia venire voglia se non di leggere tutto il Decameron almeno qualcun altra delle sue novelle che vi assicuro...meritano.
Iniziamo!


Il re Agilulfo dei Longobardi era sposato con Teudelinga, principessa di Baviera. Al suo servizio c'era un giovane stalliere che gli assomigliava molto fisicamente e che era segretamente innamorato della regina sua moglie.
Quest'ultimo, consumato dal desiderio della donna, aveva osservato attentamente come i coniugi reali si comportavano e aveva scoperto che non dormivano nello stesso letto. Scoprì che il re quando andava dall'amata portava con sè solo una piccola torcia e bussava lievemente per farsi aprire e decise che non doveva dichiararsi alla regina ma voleva passare dalle parole ai fatti, imitando le azioni del re suo. Sfruttando il fatto della poca luminosità e della sua struttura fisica somigliante a quella del sovrano, si preparò per mettere in atto al meglio il suo piano iniziando da...darsi una bella lavata; poi col calare delle tenebre aspettò che tutti si fossero addormentati e agì. Lume in mano e bussatina alla porta ed il gioco fu fatto. Ad aprirgli la porta un'assonnata cameriera che fece poco caso all'ospite che
subito si tuffò nel letto della sovrana e senza dire neanche una parola la possedette. Una volta completato l'atto sessuale, se ne ritornò nelle sue stanze senza sapere che di li a poco sarebbe stato seguito dal legittimo amante della donna che però venne accolto dalla regina in modo curioso. Infatti ella gli chiese come mai quella notte era andato da lei...ben due volte. Il re accusò quelle parole ma cercò di non scomporsi e per non farle sapere di essere stata profanata da un altro uomo le chiese se non poteva egli aver voglia di lei due volte a notte. La donna gli rispose "certo ma stai attento alla tua salute!" ed egli rispose di accettare il suo consiglio e uscì tornando nella sua stanza meditando vendetta. Sapendo che colui che aveva commeso quell'azione non poteva essere già addormentato, scese nelle stanze degli stallieri e ascoltò i respiri degli uomini e in poco tempo trovò l'uomo che aveva i battiti alterati. A causa dell'oscurità nella stanza non riuscì però a riconoscerlo e decise di tagliargli i capelli così da segnarlo per l'adunata del mattino dopo. Lo stalliere però, che infatti non stava dormendo, prese a sua volta le forbici e tagliò i capelli di tutti i colleghi! Quando il re fece riunire gli stallieri ebbe quindi un'amara scoperta: era stato "scherzato" ancora ma non poteva svelare cosa era successo la notte prima se non voleva diventare lo zimbello dei suoi servi così disse: "chi lo fece non lo faccia mai più e vada con Dio".
Avrebbe potuto farli torturare fino a scoprire chi era stato ma ne sarebbe andato comunque del suo onore di uomo e scelse di ammonire solamente verbalmente chi si era macchiato di quell'azione il quale non rischiò più la sua vita per ripetere quell'"impresa".

Furbo il palafreniere eh?
Ma volete davvero ridere? Dovete leggere di Chichibio? Chi era? Cliccate QUI!!!


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