giovedì 4 febbraio 2016

Il richiamo della foresta - di Jack London

Titolo originale: The call of the wild

1903

106 pagine

Trama:
Buck è il re dei cani del giudice Miller: gioca con i suoi figli e tiene d'occhio tutta la proprietà fino a quando l'aiuto giardiniere Manuel lo rapisce e
vende come cane da lavoro nelle Terre del Nord. Per Buck è tutto nuovo: le bastonate, la fatica delle corse, la lotta per il cibo e il grande freddo. Sono pochi i cani che sopravvivono in quelle situazioni ma lui non solo lo fa ma diventa anche il leader della muta che corre tra i ghiacci per portare la corrispondenza. Purtroppo però a tutti è concesso di comprare i cani, anche agli incapaci e Buck e i suoi compagni lo scopriranno dolorosamente. Quando Buck non ha neanche più la forza di alzarsi però arriva John Thornton: arriva l'Amore. Vagando libero insieme a lui imparerà però che...nulla è più forte del richiamo della foresta.



Mie considerazioni:
Doloroso. Diciamo che se hai un cane ti verrebbe da chiudere il libro dopo poche pagine perché leggi di così tanta violenza e sofferenza che vorresti essere li per intervenire in difesa di quei poveri animali. Mi ha colpito lo stile di London che sembra essere un attento osservatore delle dinamiche canine (senza metterci troppo di sentimentale). I cani descritti sono cani da lavoro e come tali vengono trattati: sfamati e perfino curati (descrive spesso una scena in cui i conduttori si prendono cura delle preziose zampe dei quadrupedi) ma mai trattati come esseri senzienti e bisognosi di affetto.
Traspare uno stato di continua tensione: adrenalina che scorre tra bestie vicino alla loro natura primordiale in un ambiente ostile in cui prevale solo la legge del più forte. Tratta di cani lontanissimi dalla nostra odierna esperienza di padroni-cittadini che super viziano i propri pelosi scambiandoli per esseri umani mancati.
Sul finale però narra del bellissimo rapporto uomo-animale che può instaurarsi tra due esseri che si rispettano e amano, a modo loro. Ho trovato emozionanti le ultime pagine, quando Buck è dibattuto tra il seguire la sua natura primordiale e il tornare "civilizzato" dal suo umano peloso e mi sono quasi commossa ad immaginarlo fiero ed imponente nel branco di lupi che lo accoglie, vivo e vitale; e non ho potuto fare a meno di pensare al mio Cam quando lo porto in campagna che corre e sembra assaporare la sua esistenza zampata dopo zampata.
Un libro che consiglio a quelle persone che oltre al "peluche" vedono un'anima in un cane e che lo rispettano come tale.

Ultima considerazione, il ragazzo che mi ha venduto il libro ha letto il titolo e mi ha detto sorridendo: pensa! è stato il primo libro che ho letto. E l'ha fatto un po' da sbruffone. Mi sarebbe piaciuto chiedergli di raccontarmelo (vorrei vedere chi ricorda un libro letto così tanti anni addietro) e vorrei capire perché viene messo tra la letteratura per ragazzi quando tra scene descritte e temi trattati non mi sembra un titolo "infantile".

citazione:

  • Collegava il presente al passato, e l'eternità alle sue spalle gli palpitava dentro come un potente ritmo al quale ondeggiava come le mareggiate e le stagioni

  • la tabella di marcia si basava sullo sconfinato futuro
ELENCO LIBRI RECENSITI

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