mercoledì 13 giugno 2018

Il cuore nero di Milano

Settimana scorsa sono andata a fare un giro in centro: Cadorna, Castello, Parco Sempione, Duomo e ho pensato a quante volte ho fatto quel tragitto quando ero una ragazzina e come oggi, se avessi una figlia di tredici anni, non glielo farei mai fare.
Quando avevo tredici anni io non c'erano i telefonini: uscivi di casa dicendo ai genitori quando saresti tornata e...
tornavi almeno venti minuti prima. Se proprio proprio facevi tardi, cambiavi il duemila lire e usavi una moneta per chiamare casa dalle cabine telefoniche. Quando avevo tredici anni io raramente si stava fuori dopo le 18 e la minaccia più grave da cui stare attenti erano i drogati. Non ne ho mai visto uno ma ognuno di noi camminava con la testa bassa a cercare di sviare immaginarie siringhe nei prati.
Settimana scorsa al Parco Sempione, come l'anno scorso a Parigi, mi è sembrato di essere in Ghana. Nel punto vicino alla Triennale c'era una vera e propria comunità di uomini neri, sparsi in gruppetti, che bighellonava in modo molesto. Ogni donna che passava loro vicino si sentiva dire qualche cosa, qualcuno si avvicinava anche e ho visto pù coppie di fidanzati cambiare strada per non avvicinarsi a quei gruppi molesti.
E quindi sono razzista.
Avrei voluto scrivere la frase sopra con il punto interrogativo per chiedervelo ma molti di voi avranno già tratto le loro conclusioni e quindi vi ho anticipato.
Comunque no, non sono razzista. E' che è stato davvero strano vedere il "mio" parco, il parco della mia città diventato un posto in cui una ragazzina da sola non potrebbe camminare serena. Oltre al fatto che ci sono persone che fanno ormai i loro bisogni ovunque e che sfrecciano con le bici da una parte all'altra per scappare da chissà chi o per consegnare chissà cosa...

La cosa che mi incuriosisce (ed inquieta) di questa invasione nera, mentre i buonisti se ne stanno al sicuro nelle loro casette di periferia non cagate da nessuno, è che non c'è nemmeno una donna. Delle centinaia di persone nere che stazionavano confabulando nei posti meno visibili del parco non una era donna.

Tra qualche turista poco attento e qualche gruppo di giovani fattoni ho avuto la sensazione che la mia Milano non ci fosse più; passati gli anni dell'adolescenza, dell'ebrezza dell'andare in centro e fare i grandi, mi è venuta la malinconia per un'età e per un parco che non ci sono più.


1 commento:

  1. E' veramente tremendo non poter girare tranquillamente senza aver paura. In alcune zone (e non solo in periferia) sei sempre li che aspetti che da un momento all'altro possa accadere qualcosa!
    Non è questione di essere o non essere razzisti. E che non si può vivere in questo modo.

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