giovedì 14 gennaio 2016

Il consiglio di un papà

immagine dal sito www.consultoriocemp.org
Abitando praticamente sopra una scuola ed un campo di calcio mi capita quotidianamente di vedere bambini starnazzanti rincorsi da altri bambini indemoniati che si arrampicano sugli alberi, si dondolano sulle altalene e si spintonano per strada. Molti di loro sono accompagnati da nonni e genitori e si godono la vita, lo vedi proprio. Giocano a più non posso poi litigano, alcune volte piangono e si rintanano su una panchina, trangugiano una merendina e poi riprendono a correre gridando a perdifiato.
Molti genitori mi sembrano assenti, presi più che altro a parlare con il vicino adulto di turno ma più spesso con un sorriso da ebete davanti al cellulare che tengono in mano. Poi un giorno passo e vedo accanto a me un papà sul motorino con davanti in piedi il figlio decenne col borsone da calcio sulle spalle. Lo guarda, gli da un buffetto sulla guancia e gli dice: mi raccomando, divertiti.

Cosa c'è di tanto particolare?
Che a me è sembrato raro e bellissimo! Il consiglio migliore che un genitore di una persona che fa sport dovrebbe dare: divertiti! E cosa se no? A cosa serve presentarsi agli allenamenti più volte a settimana, fare fatica, spesso sbagliare...se non ci si diverte?
Eppure nella mia esperienza troppe poche volte ho sentito dire quell'incitamento, troppe poche volte l'ho visto nelle facce delle mie compagne e purtroppo poche volte l'ho provato davvero.
Lo sport da piccoli è quasi uno sfogo, a volte un "parcheggio" eppure è una cosa così bella da dover provare a viverla al meglio.
Oggi parlo principalmente degli sport di squadra, quelli che dovrebbero unire persone con una passione comune e portarli a diventare un gruppo che lotta per un unico obiettivo: vincere si, ma anche divertirsi.

Lo chiedo a voi, amici sportivi: quanti gruppi avete conosciuto in cui divertirsi fosse realtà?

Vero è che lo sport è allenamento quindi fatica, è sacrificio e spesso rinunce ma se alla base non c'è una profonda passione e del divertimento come si fa ad affrontare un'attività sportiva nel migliore dei modi?

Quel pomeriggio, davanti a quella scena famigliare, mi sono quasi commossa. Il padre non ha incitato il figlio a primeggiare, a tirare un calcione al figlio raccomandato del dirigente, a fare solo ciò che voleva, no! Gli ha ricordato la cosa primaria, citando dal dizionario: il godimento stesso procurato da uno spasso.

Fare sport è una figata. Allena il fisico e anche la mente. Insegna a controllare il proprio corpo e lo specializza in una determinata tecnica ma è anche un allenamento alla vita: si incontrano persone con cui si crede di avere una passione in comune e si constata che...ognuno vive la passione a modo suo. Quindi si impara a relazionarsi con persone diverse che significa spesso imparare a sopportare gente che fuori dal campo difficilmente frequentereste. E con cui invece non solo si è obbligati a stare ma anche con cui si dovrebbe cercare di fare il possibile per raggiungere un obiettivo comune. Praticamente un'impresa! Ecco perché le vere Grandi Squadre sono poche: perché l'individuo spesso pensa troppo a sé stesso e troppo spesso si dimentica la cosa fondamentale, quella di divertirsi (che condiviso in un gruppo è davvero speciale).

Quindi un grazie ed un "grande" a quel papà che ha augurato al figlio la cosa più bella: quella di passare del tempo piacevolmente. Fondamentalmente quindi di essere Felice.





3 commenti:

  1. Ciao Michy,
    ma quanto è saggio e tenero questo papà!!
    Se parlassi per me ti direi che non ho mai trovato uno sport,soprattutto di squadra, che mi appassioni e diverta (sono una ciofeca come atleta!) e anzi l'ho sempre vissuto come un dovere, un qualcosa da fare per motivi di salute e questioni di peso. Sono consapevole di essermi persa un mondo di esperienze,emozioni e sensazioni belle e imparagonabili e un po' mi dispiace,lo ammetto.
    Detto ciò, mi viene in mente il mio moroso che gioca ad un torneo amatoriale di calcio.Lui gioca per pura e semplice passione e voglia di divertimento,ma lamenta spesso il fatto di come molti suoi compagni giochino solo per mera gloria personale, per rimpinguare il proprio ego , magari per fare il record personale di goals; oltretutto piantano su un casino quando devono essere sostituiti,per permettere un po' a tutti di giocare, e stiamo parlando di adulti dai 25/30 anni in su, ti rendi conto?! Roba da asilo mariuccia!!! Egocentrismo e individualismo sono purtroppo una piaga sociale e un problema culturale, mentre il senso dello sport (di squadra), come dici tu,sta proprio nella condivisione di una passione e del divertimento in sè. Quindi viva quel papà, viva le persone come te, il mio moroso e mille altre che vivono lo sport in maniera sana!

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  2. Ciao Vale!
    fare sport di squadra in qualche modo ti allena (anche) alla vita. Perché come dicevo sopra, spesso si sbaglia a pensare che facendo un'attività che piace con persone con la stessa passione, si andrà tutti d'amore e d'accordo. Niente di più sbagliato! Ognuno vive la vita a modo suo e reagisce di conseguenza. Il maleducato che incontri alla cassa del supermercato sarà il maleducato di fianco a te in spogliatoio.
    Lo strafottente che ti spinge in metro sarà lo stesso che non ti passa la palla in palestra.
    Il frustrato in auto dietro di te al semaforo sarà lo stesso in panchina al tuo fianco.
    La gente non migliora solo perché fa sport. Purtroppo. Quindi gli stessi beceri che incontri per strada spesso te li ritrovi in palestra. Sarebbe bello remare tutti nello stesso verso. Sarebbe intelligente e utile invece la gente purtroppo ha raramente l'intelligenza e l'umiltà per comprendere appieno il senso di squadra: fare il proprio meglio per sé e sopratutto per gli altri. Invece è pieno il mondo di personaggi che si credono fenomeni e che sono invece solo dei poveri montati. Pensa: un anno ho giocato con una tizia forte. Faceva 25punti e tutte noi altre arrivavamo alla metà. Ma per vincere a pallavolo servono (almeno) 75 punti e quindi quelli del "fenomeno" da soli non bastavano. Eppure si sentiva la salvatrice del mondo e trattava tutte come delle merde. Mi faceva incavolare, certo. Ma mi faceva sopratutto pena! Diciamo che la cosa che ho sempre faticato a digerire è statala diversa concezione di impegno nella testa di ognuno. Nella mia vita avrò saltato si e no 10 allenamenti in 15 anni. E solamente perchè stavo male. Invece ora...hanno tutti da studiare. Gente che non lavora, deve solo studiare e...non viene all'allenamento perchè deve studiare ANCORA in quelle due ore. Ma chi vogliono prendere in giro?
    I miei ricordi più belli infatti sono legati all’adolescenza quando si andavi in sbattimento per mettere le culottes che ti esponevano il culo ma quando per la tua compagna, che spesso chiamavi amica, avresti fatto di tutto. Poi si cresce e invece di migliorare si diventa stronzi 
    Alla fine penso che il problema fondamentale sia che oggi davvero non ci siano più valori ne regole. Tutto è permesso, tutto viene perdonato quando invece ho iniziato ti mandavano in spogliatoio se avevi la maglia fuori dai pantaloncini! E tutti adoravamo quell’allenatrice modello signorina Rottermaier.

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  3. Mamma quanto c'hai ragione!
    E' verissimo che il mondo è pieno di stronzi e di certo il praticare uno sport non può purtroppo migliorare una personalità.. Penso sia un peccato che in Italia lo sport non venga però considerato molto come fattore culturale ed educativo vero e proprio : parlo sia di Scuola che di Famiglia. I miei genitori ad esempio non hanno mai preso in considerazione il fatto che lo sport, soprattutto di squadra, avrebbe potuto aiutarmi ad aprirmi di più caratterialmente: mi hanno obbligato da piccola a fare nuoto perché suggerito loro dal pediatra, perché "faceva bene al fisico in crescita".
    E riguardo alla scuola, ho sempre vissuto educazione fisica come una non-materia, un'ora ricreativa,una mera pausa dallo studio, il cui peso a livello di media di voto valeva praticamente come quello di religione, ossia zero.
    Pensa a quanto è diverso nelle scuole americane, dove lo sport ha un ruolo centrale nell'educazione dei ragazzi : a parte il fatto che puoi scegliere tra tanti sport e non è poco; ma poi se manchi a lezione devi portare il certificato medico e se vai male in questa materia, ti vedi rovinata la media generale dei voti.
    Non dico che lo sport fa miracoli, ma se magari si insegnasse già ai più piccoli il vero significato di sport, ossia impegno,sacrificio e condivisione..forse, e dico forse, in futuro ci sarebbe anche la pur minima possibilità che in giro si vedano un po' meno stronzi&maleducati , no?! :-P

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