venerdì 12 luglio 2019

Chiamatemi ancora Anza - Sara Anzanello

santellieditore.it
Sara Anzanello, per chi come me è nato negli anni '80 e ha giocato a pallavolo, è un nome familiare che suscita nello stesso momento simpatia e malinconia.
Una ragazzona bionda, alta più di un metro e novanta, che ha vinto un Mondiale nel 2002 e che poi purtroppo è divenuta tristemente (più) famosa a causa di una epatite fulminante che la portò a combattere tra la vita e la morte cambiando per sempre la sua vita.


Questo libro, "Chiamatemi ancora Anza", è uscito poche settimane fa ( Maggio 2019). Postumo.
Sara Anzanello infatti è morta il 25 Ottobre 2018 a causa di un linfoma. Aveva 38 anni.

Chiamatemi ancora Anza costa 15.90€ (soldi che saranno devoluti in beneficenza) e più che un libro è un diario, qualcosa di non organizzato e che sicuramente l'autrice avrebbe sistemato meglio se solo ne avesse avuto l'occasione.

Sara Anzanello io l'ho conosciuta presto: non di persona, ma attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport che scriveva con simpatia di questa pallavolista che aveva soprannominato Grande Puffo perché agli esordi si era fatta i capelli blu.
Poi la Anza era un centrale, il mio stesso ruolo, ed ero attenta alle sue giocate piuttosto che a quelle delle giocatrici di altri ruoli.
La sua tragedia mi aveva colpita nel 2013: sentir parlare in tv di una pallavolista era una cosa rara ed infatti il Tg aveva trasmesso un suo servizio in prima serata a causa della malattia che l'aveva colpita.
Purtroppo questo libro dal titolo che mi riporta affettuosamente alla memoria una canzone di Vecchioni del 2011 (Chiamami ancora Amore) non mi è piaciuto tanto. Gli editori hanno scelto di unire gli scritti di Sara facendo dei salti temporali tra un capitolo e l'altro e l'ho trovata una composizione confusionaria.
Ma la pecca maggiore per me è che non penso che la Anza abbia avuto la possibilità di leggerlo finito e di mettere mano realmente alla sua composizione. Poche foto, qualche immagine dei suoi (bellissimi) dipinti ma quello che (mi) è mancato è stata la vera Sara: un accenno agli inizi, qualche impressione sulla nuova vita da professionista in Azerbaijan, la malattia, le cure inappropriate e approssimative, il risveglio, la rottura col fidanzato ma di pallavolo poca: non parla mai della routine degli allenamenti, parla si di sacrifici ma non esplora la vita del pallavolista professionista, non fa mai nomi e le uniche amiche che nomina sono la Raffa (Calloni) che le è stata vicina prima e dopo la malattia e la Cardu (Paola Cardullo).
Per dire: nel 2015 aveva anche ripreso a giocare, in B1 e nel libro non c'è una sola riga dedicata a questo incredibile rientro, non una! Come è possibile che una ragazza che ha costantemente scritto di quanto fosse dura vivere senza poter essere più quella di prima non avesse scritto neanche una parola sul riprendere un'attività che fondamentalmente è stata la sua vita?

Più che il libro sulla vita di un'atleta è il diario di una ragazza colpita da una malattia devastante, che ha lottato con le unghie e con i denti contro la morte, che ha superato il trapianto con un organo non compatibile e che alla fine, dopo cinque anni in cui le sembrava di essere tornata ad una sorta di normalità è stata colpita da un male letale che in soli tre mesi l'ha portata via da questo mondo.

Sara Anzanello ed io, 2008
Sara Anzanello la ricorderò come nella foto qui a destra: siamo io e lei dopo una partita di una serie scudetto, lei disponibile a fare una foto anche con qualcuno che avesse superato i dieci anni, sorridente, che mi passa un braccio intorno alle spalle. Una giocatrice a volte sottovalutata che ha salutato il mondo troppo presto, lasciando nell'ultima pagina del libro forse il testo più toccante (pubblicato sulla sua pagina facebook il giorno della sua morte) che condivido qui sotto:

"Perché condividere: per essere di supporto a chi come me deve superare delle difficoltà, per far capire che la vita è bella, perché in questo momento ho bisogno di energie positive. Devo fare un altro trapianto, ma mi hanno diagnosticato un tumore al sistema linfatico. E ora inizierò i cicli di chemioterapia, ho paura perché voglio vivere. Non si sa mai quali e quante sfide la vita ti pone davanti, difficilmente si è abbastanza pronti. Cos’è la cosa che vorresti più di ogni altra, il tuo sogno nel cassetto, il tuo desiderio più grande? Il mio sogno è vivere. Semplicemente vivere, passeggiare, stare all’aria aperta, un bel bagno in un mare limpido, la sabbia sotto i piedi, la neve candida che mi circonda in una giornata invernale di sole, i miei quadri, la mia cucina, il mio piccolo orto sinergico, una serata con la mia famiglia e con le persone a cui voglio bene. Vivere, senza grandi pretese, ma vivere. Molti conoscono la mia storia, dopo il difficile trapianto di fegato nel 2013 ho lottato per riprendere in mano la mia vita; quest’anno, l’aggravarsi della mia situazione mi ha riportato qui al Niguarda per entrare nuovamente in lista. Nello stesso periodo mi è stato diagnostico un Tum...re al sistema linfatico, manco riesco a dirlo, ed ora inizierò le chemio. A voi spiegata la mia costante presenza alla SPA Niguarda dove sono seguita da un’equipe di alto livello di cui mi fido e che sta facendo di tutto per far avverare i miei desideri. Ho la fortuna di avere una famiglia, un fidanzato e amici speciali che mi sono accanto e mi fanno ridere e passare minuti spensierati, minuti in cui la malattia non c’è più... Tante altre persone stanno combattendo la mia battaglia, in tante l’hanno già vinta, altre no. Ho paura, non sarà l’emozione migliore da avere, però non avere certezze fa paura. Non voglio entrare nei dettagli medici ma, se volete mandarmi un piccolo pensiero, una preghiera per i credenti, un po’ di energia positiva che aiuti il mio corpo a fare piazza pulita di ciò che non va bene. Io sono qui per lottare, mai mollare, crederci sempre come ho fatto in tutta la mia vita. Arrivederci a tutti. Sara”.


ciao Grande Puffo


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