lunedì 9 dicembre 2013

L'isola - di Victoria Hislop


scritto nel 2005 è un libro di 457 pagine

io e Titti con alle spalle l'isola di Spinalonga


Trama:
Alexis è una ragazza di 25 anni che di mestiere fa l'archeologa. Un'estate decide di partire, con il fidanzato Ed, verso Creta: isola delle sue origini. Il cognome di sua madre Sofia, è infatti chiaramente greco e Alexis vuole fare luce sul passato della sua famiglia di cui sua madre non le ha mai detto nulla. Una volta arrivata a Plaka la ragazza conoscerà Fotini, coetanea amica della madre che le racconterà tutto delle vicessetiduni dei suoi avi partendo da
Spinalonga, l'isola-lebbrosario che con le sue rovine testimonia un passato per molti ancora doloroso.
Quindi cosa scopre Alexis?
Prima di tutto scopre di non amare il fidanzato, conosciuto all'università ma già diventato a lei indifferente. Poi scopre il motivo della ritrosia di sua madre. La sua bisnonna era una donna molto amata in quel di Plaka, faceva la maestra elementare ma un brutto giorno scoprì delle macchie sul suo corpo e insieme a Dimitri, suo scolaro, fu esiliata a Spinalonga. Fortunatamente suo marito era il barcaiolo che portava le provviste al lebbrosario e potevano così vedersi furtivamente qualche volta a settimana ma le figlie, Maria ed Anna proprio non poteva rischiare di farle venire a contatto con lei e l'isola dei malati. Scriveva loro spesso delle lettere, edulcorando la realtà in cui viveva per farle stare meno male ma la malattia la debilitò così tanto che la donna morì in pochi anni senza vedere la figlia Anna, la più avvenente delle due, maritarsi col figlio della famiglia più ricca del paese. Anna però era una presuntuosa, egoista e viziata che dimenticò presto le sue origini e, in accordo coi suoi famigliari, non parlò mai della malattia di sua madre con la sua nuova famiglia. Maria, dall'indole buona, stava per sposarsi con Manoli quando...scoprì una macchia infame su di un piede e quando vide il fato diventare ancora a lei avverso. Copiò il destino della madre e raggiunse Spinalonga, abbandonando i suoi sogni di vita felice ed arrangiandosi a coltivare erbe medicinali per gli ammalati suoi con-isolani. Da Atene però non soffiava solo un vento freddo ma arrivò, insieme al dottor Kritsis, la cura che liberò Maria e tutta l'isola di Spinalonga dalla tortura della lebbra. Decisa a stare vicina al padre, Maria ormai si era abituata all'idea di rimanere zitella quando un'altra tragedia si abbattè sulla sua famiglia: sua sorella Anna venne ammazzata proprio nel giorno del rientro a casa di Maria. E toccò a quest'ultima prendersi cura insieme a Nicolaos della piccola Sofia ora con una mamma in cielo ed un papà (vero o presunto) in carcere...



Mie considerazioni:
Ho deciso di leggere questo libro perchè proprio questa estate, agosto 2013, sono stata non solo a Creta ma anche a Spinalonga. La storia di quel lebbrosario mi incuriosiva a tal punto da farci una gita di mezza giornata e da documentarmi un pò. Purtroppo questo libro mi ha delusa perchè è si un bel intreccio ma troppo lungo. E sopratutto a volte inverosimile.
Quando ho messo piede su Spinalonga, cinquantasei anni dopo la chiusura del lebbrosario, stentavo a credere che fino agli anni '50 fosse abitata! Semplicemente perchè mi sembravano ruderi di secoli prima e non di una storia così recente. 
L'autrice del libro racconta la vita all'interno del lebbrosario come molto operosa e colorata, a volte sembrava quasi di essere "trasportati" in un villaggio invidiabile ed ideale che strideva col mio fresco ricordo augustano.
Penso che chi è stato a Creta potrebbe apprezzare il libro, quantomeno per i colori e le atmosfere descritte che, se vi è piaciuta l'isola come è piaciuta a me, vi mancheranno meno.
Se invece non siete stati ne a Creta ne a Spinalonga risparmiatevelo tranquilamente e al massimo scrivetemi qui: michy.ganz@gmail.com per avere qualche foto della Spinalonga contemporanea.


Inviato da iPad

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