giovedì 10 marzo 2016

L'arte della Gioia - Goliarda Sapienza

1976

538 pagine

Trama:
Sicilia 1909 - Modesta vive con la madre e la sorella disabile Tina. La prima volta che vede suo padre, poco più che bambina, lui la
violenta. L'amico Tuzzu la porta al vicino convento dove viene curata ed ospitata dalle suore che le insegnano a suonare il piano e a guardare le stelle. Diventa la preferita di madre Leonora che però veglia su di lei in modo talvolta ambiguo. Quando la donna muore, a Modesta viene concesso di scegliere il suo futuro: all'interno o all'esterno del convento. La ragazzina sceglie l'esterno e si ritrova nel testamento e nella villa che un tempo fu di Leonora. Qui conosce Gaia, la principessa, e Beatrice la principessina. Gaia intuisce le potenzialità di quella bambina e le affida sempre maggiori responsabilità di gestione delle tenute. Modesta e Beatrice diventano inseparabili e neanche il finto matrimonio con Ippolito riesce a dividerle. Dopotutto è Carmine a far scoprire la vera passione a Modesta e a darle il suo primo figlio, Eriprando. Ma è Carlo ad intrigarle la testa, a condividere con lei passioni intellettuali che però lo porteranno alla morte. Sembra che nulla possa scalfire Modesta, neanche cinque anni di carcere! Perché quando una persona è libera di mente lo è con tutto se stesso. E quando meno se lo aspettava...arriverà anche l'Amore.

Mie considerazioni:
le prime duecento pagine di questo libro scorrono alla grande. Poi l'ingresso di Carlo sulla scena porta pesantezza, ideali politici e il romanzo si arena. Riprende verso la fine quando i figli della "comune" di Modesta sono adulti e prendono ognuno la propria vita senza staccarsi però mai troppo dal vero fulcro della loro esistenza: Modesta. Una donna che tutti vorremmo conoscere.
I temi trattati sono molteplici: la guerra, la religione, il sesso, la violenza, l'omertà, la pedofilia, l'incesto, l'omosessualità, la ribellione, la resistenza, la politica, il servilismo. E' un romanzo "totale" che ha di buono una cosa: non lascia indifferenti.

Citazioni:

  • fui amata amando

  • mai rifiutarsi di vedere i lati sgradevoli della vita; non conoscendoli la realtà li ingigantisce nella fantasia trasformandoli in incubi incontrollabili

  • ecco come tornava il passato... non con gli stessi personaggi, come nei romanzi, ma con altri nuovi che ci portano il ricordo di paure non cancellate

  • a noi appare pazzia ogni volontà negli altri a noi contraria, e ragionevolezza quello che ci è favorevole e ci lascia comodi nel nostro modo di pensare

  • quasi tutte le fiabe sono cattive, sono uno strumento per terrorizzare i bambini ed educarli al timore della legge e dell'autorità

  • fategli credere che sarà padrone e schiavo diventa senza saperlo

  • le cose non dette marciscono dentro di noi

  • non seppellisci nessuno fino a quando non hai capito sino in fondo quello che dicevano

  • Istanbul, come tutte le capitali, tradisce la vera essenza del paese che rappresenta

  • è l'ambiente che fa l'uomo

  • ogni dieci anni bisogna rileggere i libri che ci hanno formato se si vuole venire a capo di qualcosa

  • Freud ha scoperto che l'anima non è una stella fissa eterna e immutabile dentro di noi, ma una luce che rotea seguendo le pulsazioni delle vene e dei nervi, che si oscura e s'accende, e come il cuore, la vista, il fegato, è passibile di malattie guaribili o mortali

  • io farei un sindacato dei bambini contro questo duetto tremendo che sono il padre e la madre che, per un tozzo di pane e un giocattolo, richiedono un prezzo d'amore troppo alto per qualsiasi individuo normale

  • può un bambino, un ragazzo resistere a essere sempre diverso dagli altri?

  • tutte le convivenze alla lunga creano delle tensioni, e non c'è legame di sangue o altre sciocchezze che le possano risolvere

  • l'avventura è quella che l'individuo sceglie, non qualcosa cui ti obbligano

  • c'è un limite preciso nell'aiutare gli altri. Oltre quel limite, a molti invisibile, non c'è che volontà di imporre il proprio modo d'essere

  • quando hai assoggettato, resti schiavo a vigilare quelli ch'hai resi impotenti a nutrirsi da soli e ti si appiccicano addosso come remore

  • l'oro serve per essere liberi al momento, non per un incerto futuro

  • ma a quaranta, a cinquanta anni l'essere umano - se non è perito nella guerra sociale continua - diventa pericoloso, si pone dubbi, richiede libertà, riposo, gioia

  • che consolazione restare giovane almeno per qualcuno!

  • la lontananza insegna. Solo quello che s'è perduto si comprende fino in fondo



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