venerdì 5 luglio 2019

Scarpini a spillo - di Roberto D'agostino

Direttamente dall'ultimo numero di Vanity Fair un articolo di cui gradirei il parere, sia femminile che (sopratutto) maschile.

Il mondiale di calcio femminile è ormai agli sgoccioli, noi siamo uscite ai quarti contro l'Olanda che si giocherà la finale con gli Usa ma nel nostro Bel Paese si parla ancora di questo sport come quello delle "quattro lesbiche".

Avete il coraggio di leggere e sopratutto... di dirmi la vostra opinione? Dai


4 commenti:

  1. Nella mente bacata dell'uomo c'è il fatto che il calcio sia uomo come, per esempio, la danza sia donna. Viviamo di stereotipi. Viviamo di giudizi. Veniamo giudicate da un taglio di capelli o dal portare sempre le scarpe da tennis e jeans. Quindi una ragazza che gioca a pallone è lesbica e un ragazzo che fa danza é gay. Ma lo sport è sport e non dovrebbe interessarsi dell'orientamento sessuale di chi lo pratica. Ma poi è così ovvio che lo sport femminile è diverso da quello maschile.. Vedi il fisico.. La forza etc. Non ci vuole un laureato in medicina per capire che i fisici sono diversi e quindi non capisco perché uno che guarda il calcio femminile si aspetta di vedere il calcio maschile o uno che vede una partita di pallavolo femminile si aspetti di vedere una partita di pallavolo maschile. Ma poi sta cattiveria delle persone. Se ti fa schifo il calcio femminile non lo guardare. Giocano lo stesso.
    E cmq probabilmente quelli che sono così cattivi o meglio incattiviti contro le tanto odiate lesbiche sono gli stessi che la sera dicono alla moglie che escono per farsi una birra e vanno al parco  dietro i cespugli ad infrattarsi con i loro simili...e non sapete quanti ne vedo quando porto il cane.

    Finisco riportando il testo di una pubblicità:
    "Lo sapete vero? Non smetteranno mai di giudicare e di pensare che io lì non c’entro niente. Mi fisseranno… ma va bene così, perché i loro sguardi non mi toccheranno e sarò proprio dove voglio essere. Non smetterò mai di fare le mie scelte. Sono io a decidere.”.

    Continuate a decidere chi volete essere e continuate a fare quello che volete fare.

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  2. Purtroppo questa etichetta di sport delle “quattro lesbiche” o del “covo di lesbiche” accompagna il movimento del calcio femminile dagli inizi e nemmeno i recenti mondiali, con la grande prestazione dell’Italia , hanno contribuito a togliere questa brutta dimensione che qualcuno vuol dare a questo sport. Su questa cosa insistono in troppi e purtroppo anche personaggi pubblici di tv , giornali e tutto il resto , magari anche da parte di qualcuno che non ci si aspetta, arrivano commenti ed opinioni pieni di ignoranza che alla fine condizionano l’opinione pubblica. Magari anche da qualcuno che si indigna per razzismo ed altro ma poi si permette di criticare e commentare scelte ed orientamenti sessuali di altri. In questo caso di atlete che portano avanti la loro passione con la sola colpa di far parte di un movimento minore , quindi debole e facilmente attaccabile ma soprattutto ormai con un’etichetta ben precisa. Poi è anche ridicolo e strano che si voglia puntare il dito sul calcio femminile in particolare, quasi ghettizzandolo, come se negli altri sport al femminile non ci fossero le “quattro lesbiche” che tanto fanno scalpore! Diciamo che è sempre più facile prendersela con il più debole! L'ultima triste considerazione è che tutti questi pregiudizi gratuiti pieni di ignoranza e cattiveria finiscono poi per condizionare le scelte di bambine e famiglie: non vorrai far fare ad una bambina uno sport da maschio dove però è circondata da lesbiche! Ahahah che casino che viene fuori !
    Da uomo e da sportivo vedo e vedrò il calcio femminile, con le sue caratteristiche e le sue ovvie differenze da quello maschile, senza interessarmi delle scelte e delle abitudini di chi lo pratica...semplicemente se non mi piacerà cambierò canale!

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    1. grande Endriu, grazie del commento, fatto e ripostato a notte fonda!
      Come dici tu: non è che ste quattro lesbiche sono solo nel calcio, quanti illusi ci sono là fuori :-)
      a parte tutto, trovo davvero assurdo venga sminuito il calcio femminile quando anche la pallavolo femminile è uno sport totalmente diverso dalla pallavolo maschile eppure nessuno si aspetta che una donna schiacci forte o salti in alto come un uomo. Però alle pallavoliste è imposta (e sottolineo imposta) una divisa più femminile che aggrada l'occhio dello spettatore ma spesso infastidisce le giocatrici (basta vedere la quantità di tic delle giocatrici che passano il tempo a tirare giù i pantaloncini che ad OGNI azione salgono mostrando ampie parti di fondoschiena). Nel volley, negli anni 2000, avevano obbligato le atlete a giocare in body!!! Come fosse una sfilata: delirio puro. Quindi è questo: fino a che uno sport solletica il voyerismo dello spettatore va bene, quando il corpo dell'atleta viene fasciato in divisa meno da MissItalia non va bene perché... cosa c'è da guardare allora?
      Che una famiglia impedisca ad una ragazzina di fare lo sport che le piace per beceri pregiudizi è inquietante: sopratutto considerando la nostra epoca ed i progressi raggiunti.
      Che poi: care mamme e cari papà, cosa credete? che mandando vostra figlia a danza piuttosto che a calcio estirperete i suoi "istinti"? Condizionare la libertà di qualcuno non è etico, anche perché non è uno sport a condizionare l'orientamento sessuale di nessuno!
      W lo sport, qualunque esso sia

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