mercoledì 22 gennaio 2020

Mediterraneo


Film del 1991 diretto da Gabriele Salvatores, vincitore dell'Oscar come miglior film in lingua straniera.

Nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di soldati italiani viene inviato sull'isola di Megisti / Castelrosso per monitorare la situazione. Al loro sbarco l'isola però è
deserta e l'unica cosa ad accoglierli è una scritta sul muro: la Grecia è la tomba degli italiani. Il gruppo, poco avvezzo ai combattimenti, rischia di farsi male scambiando polli ed asini per nemici e assiste impotente alla distruzione della nave che li aveva portati sull'isola da parte degli inglesi. Dopo un litigio tra commilitoni si rompe pure l'unica radio che avevano con loro e si ritrovano così isolati su un'isola deserta. Dopo qualche giorno però l'isola si ripopola! Gli abitanti infatti c'erano ma  vedendoli arrivare si erano nascosti temendo fossero i tedeschi (che avevano distrutto cose e case e deportato tutti gli uomini adulti). Tra soldati e civili si instaura un rapporto cordiale che rende meno pesante l'esilio forzato. Per tutti tranne che per il soldato Noventa che tenta in tutti i modi di scappare dall'isola per tornare dalla moglie incinta. Un giorno atterra sull'isola un aereo italiano che comunica ai compaesani che tutto è cambiato ed è in continua evoluzione: gli inglesi sono alleati, Mussolini è "caduto" e ci sono buone prospettive di vincere davvero la guerra. Dopotutto sono passati... 3 anni dal loro approdo a Megisti! Gli uomini, che avevano perso il conto dei giorni e preso le distanze da un conflitto (ed uno Stato) che li aveva costretti e dimenticati su quell'isola dell'Egeo capiscono che il tempo a Megisti è quasi finito. Pochi giorni dopo infatti sbarcano gli inglesi venuti a recuperarli e, a malincuore, i soldati capitanati dal tenente Montini lasciano l'isola. Tutti tranne uno, il neo sposo Cederna che diserta per la sua amata Vassilissa.
Molti anni dopo Montini torna a Megisti a trovare Cederna colpito dal lutto della moglie e scopre che Lorusso, il soldato ai tempi più dedito alla causa patriottica è lì con lui! scappato dal loro Paese che non è stato in grado di mantenere le promesse fatte dopo la fine del grande conflitto mondiale.

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Quando è uscito questo film avevo 7 anni e nel corso degli anni l'ho sempre e solo visto a spezzoni. Ho deciso di guardarmelo intero, una volta per tutte per tanti motivi: la curiosità legata ad un film italiano vincitore di un Oscar, la tematica storica, l'ambientazione greca.

In generale non mi è sembrato un capolavoro perché personalmente amo i finali più "definiti" e dettagliati però è stata una visione piacevole. Una prima cosa che fa pensare è che quando ci sono dei conflitti in atto a combattere ci vanno delle persone in carne ed ossa che magari non ne avevano l'aspirazione, la preparazione, la motivazione. Ed il coraggio. Persone che prima di tutto erano dottori, autisti, panettieri, insegnanti e che sono state costrette ad arruolarsi, strappate alle loro famiglie e spedite di forza a combattere per qualcosa che spesso non gli era nemmeno chiaro. Poi c'è il rapporto greci-italiani e la famosa frase mi fazza mi razza ovvero una faccia una razza frase con cui i greci spiegano la simpatia verso il nostro popolo: non si può odiare chi ci è simile. O forse si può odiare meno... Scenari bellissimi che mi hanno ricordato la mia esperienza greca: tranquillità, silenzio, persone modeste e sincere, acqua trasparente, cibo gustoso, sole cocente, strade polverose; a me la Grecia piace e devo dire che mi manca!
Poi c'è il legame che si crea tra gli uomini in situazioni difficili: condividere qualcosa di traumatico unisce per sempre e resiste anche al passare del tempo. Ho trovato poetica la scena in cui il gruppo di soldati va a sentire la messa nella Chiesa rimessa a posto dal tenente che ne ha affrescate le pareti dando ai Santi ed Apostoli i volti dei suoi commilitoni.
Infine la colonna sonora ha solleticato la memoria musicale tamarra che è in me e ho scoperto che il dj Gigi D'Agostino ha effettivamente fatto una cover di un pezzo (il tempo che passa)  di Mediterranero intitolata Fly (1996) uno dei suoi singoli più famosi (e malinconici). Sentite qui!!!




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