giovedì 2 gennaio 2020

Tolo Tolo

Premesse:
  • consigliato dai 14 anni in su
  • fa meno ridere dei precedenti film di Zalone
  • il trailer non c'entra nulla col film cioè: nel film non vedrete nessuna scena del trailer
quindi com'è Tolo Tolo l'ultimo film di Checco Zalone ovvero Luca Medici qui per la prima volta anche regista?
A me è piaciuto anche se mi ha fatto molto meno ridere dei suoi precedenti film.
Perché? perché Tolo Tolo ha al centro il tema dell'immigrazione che tratta in  maniera leggera riuscendo comunque a far riflettere e... commuovere. Ebbene si, guardando Tolo Tolo io ho pianto. Più volte. Sopratutto
dalla seconda parte in poi. Ma ve ne parlerò meglio più avanti. Per ora andiamo alla trama:

Checco, inseguito dal fisco, emigra in Africa mentre i suoi parenti restano a casa a pagare i suoi debiti. Mentre fa il cameriere in un resort però scoppia la guerra e Checco intraprende insieme a Oumar il terribile viaggio per provare a tornare in Europa (puntando al Liechtenstein e al suo paradiso fiscale). Ci riuscirà, superando il deserto, i trafficanti umani, un sequestro e perfino un naufragio...
Il checco del film è il solito italiano medio che punta a fare il furbo: evade le tasse, ha debiti che non è intenzionato a pagare, ha due mogli che lo odiano, sfoggia vestiti di marca e creme costose senza considerare mai le conseguenze delle sue azioni, un egoista che pensa solo al suo benessere, incapace di empatia ma con la faccia come il culo che lo salva sempre.
Il titolo prende il nome da una scena in cui Checco insegna a nuotare al bambino con cui intraprende il viaggio e Dudu, una volta che rimane a galla da solo, dice tutto orgoglioso "tolo tolo" ovvero solo solo.
Ci sono tre momenti che mi hanno messo i brividi, nel film di Luca Medici, ovvero:
  • il naufragio
  • lo stallo sulla nave bloccata in mare 
  • l'estrazione delle destinazioni dove gli immigrati verranno destinati
quella del naufragio può sembrare una scena divertente: le persone ridono e cantano in mare quasi improvvisando un esercizio di nuoto sincronizzato ma la faccia del bimbo quando vede l'enorme onda abbattersi sulla barca trasmette benissimo il terrore che può provare una persona provata da un viaggio interminabile e magari incapace di nuotare. Condivido con voi una bellissima tavola di zerocalcare su un naufragio che secondo me rende bene l'angoscia di certe situazioni.
Tratte dal volume "Ogni maledetto lunedì su due":




 


La scena dello stallo: quanti di voi hanno detto almeno una volta (o hanno sentito dire): chissenefrega di quelli sulle navi, mica possono venire tutti da noi, che li mandino in qualche altro porto ecc. ecc. Ecco, senza voler fare i buonisti a tutti i costi e senza addentrarsi in questioni politiche più grandi di no, bisognerebbe riflettere su una frase del film che nella vita reale troppo spesso ci dimentichiamo: su quelle navi ci sono persone.
Infine l'estrazione della destinazione quando i volontari dicono così: 1400 kg vanno in Germania. Avete letto bene: chili. Parola forte, frase pesantissima. Individui ridotti a niente più che a pezzi di carne.

Condivido appieno il pensiero di Federico Pontiggia che ,tra l'altro, ha scritto su Cinematografo che Zalone «s’è dovuto reinventare e ha osato reinventarsi pescando nella melma del nostro qui e ora, dello stato dell’arte culturale, sociale e politica». Pontiggia ha aggiunto che la conseguenza di questa reinvenzione è che Tolo Tolo rischia «di non essere di tutti».

Fuori dal cinema ho sentito molti commenti negativi: persone deluse dal fatto che volevano andare al cinema  e rilassarsi e ridere semplicemente. Dimostrazione di come sia difficile staccarsi dalle etichette e accogliere un tentativo diverso di comicità che richiede di andare oltre lo scontato.

àFederico Pontiggia ha scritto su Cinematografo che Tolo Tolo è «un film di faglia, perfettibile, discutibile, ma non liquidabile», e ha aggiunto che il film ha «ambizioni palesi» e Zalone «s’è dovuto reinventare e ha osato reinventarsi pescando nella melma del nostro qui e ora, dello stato dell’arte culturale, sociale e politica». Pontiggia ha aggiunto che la conseguenza di questa reinvenzione è che Tolo Tolo rischia «di non essere di tutti».


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