mercoledì 8 febbraio 2012

poesia "Ricordo di Marie A." di Bertold Brecht

Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.

E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?

Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.

Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante e quando riguardai sparì nel vento.



Trovo molto particolare questa poesia perchè, anche se non si vorrebbe, il tempo ogni giorno ci porta via vita e ricordi.
A volte sembra che un amore, una faccia o un avvenimento non potremo mai dimenticarli e poi arriva un giorno che, anche se ci sforziamo, non riusciamo più a rivederli nella nostra mente in modo chiaro.
Capita altre volte invece che ci ricordiamo di un particolare che nell'insieme poteva sembrare insignificante ma che rimarrà per noi sempre carico di un'emozione particolare.
Segno che la vita è decisamente qualcosa di speciale.
Il poeta riesce a dimenticare perfino il volto di quella giovane amata ma ricorda benissimo la nuvola apparsa su di loro per un istante, mai più uguale a tutte le altre comparse dopo di lei.

Anche a voi è mai capitata un'esperienza così? Cosa ne pensate?

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