martedì 4 marzo 2014

Austerlitz - W.G. Sebald

Libro pubblicato nel 2001 - 315 pagine
Trama:
Quanto possono durare nella memoria di un uomo i suoi ricordi di bambino? Cosa può farli riaffiorare? Per Austerlitz tutto nasce dalla curiosità: alla radio sente due donne parlare di come da piccole, durante la seconda guerra mondiale, fossero state prelevate dal loro Paese natale per essere poste in salvo in altre nazioni ed in altre famiglie per capire che...anche a lui successe la stessa cosa. Cresciuto in uno sperduto paesino del Galles da un pastore protestante arido di sentimenti e da sua moglie sottomessa, Austerlitz prova la prima serenità andando a scuola ma è solo intraprendendo il viaggio verso Praga e le sue origini che riuscirà a dare una sorta di pace alla sua anima di persona sradicata*.

Mie considerazioni:
Nelle prime duecento pagine c'è poco altro oltre la minuziosa descrizione di edifici cruciali come stazioni ferroviarie e musei.
Il testo è arricchito con delle foto che fanno tuffare nella Storia di quasi 80 anni fa ma il ritmo non decolla mai, i discorsi tra l'io-narrante e il co-protagonista sembrano quelli tra due disagiati. La storia secondo me è troppo tirata per le lunghe e fondalmentalmente non arriva a nulla. Che il protagonista avesse perso i genitori lo si capisce fin dall'inizio, solo che verso la fine si scopre che tutti e due furono internati in diversi campi di concentramento. Per una recensione più entusiastica leggete qui.

Citazioni:

  • Ho sempre più l'impressione che il tempo non esista affatto, ma esistano soltanto spazi temporali differenti, incastrati gli uni negli altri, in base a una superiore stereometria, fra i quali i vivi e i morti possono entrare e uscire a seconda della loro disposizione d'animo, e quanto più ci penso, tanto più mi sembra che noi, noi che siamo ancora in vita, assumiamo agli occhi dei morti l'aspetto di esseri irreali e visibili solo in particolari condizioni atmosferiche e di luce

*A Praga A. ritrova Vera, la vicina di casa che si occupava di lui da ragazzina che gli raccontò che aveva 5 anni quando fu fatto scappare su uno dei treni organizzati solo per bambini alla volta dell'Inghilterra. Il padre riuscì ad andare a Parigi il giorno prima che i tedeschi entrarono a Praga mentre Agata, la madre, dopo due anni di occupazione tedesca fu prelevata e mandata in un campo di concentramento. Anche il padre fu internato in un lager ma di nessuno dei due, nonostante le ricerche a Praga e Parigi, riuscì a scoprire la loro "ffettiva fine".

Tag
architettura - Galles - Parigi - Praga - stazioni ferroviarie - monumenti storici - lager - olocausto - ebrei - deportazioni - treno - neve - bambino - Londra - collegio - Bibbia - fantasia - disperazione - solitudine - morte.

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