mercoledì 9 aprile 2014

Una discesa infernale...oltre il monastero di Katholiko - Creta

Sottotitolo: non fidatevi MAI delle tempistiche indicate nelle guide...

Creta, estate 2013


Avevo letto in ogni dove che a Creta c'era una bellissima passeggiata da fare, quella nelle gole di Samaria. Solo che ci volevano una cosa come 8 ore di cammino e...mi è subito passata la voglia.
Così un giorno, insieme alla Titti, abbiamo deciso di fare una gita meno impegnativa verso... ed è stata (quasi) la fine.
io all'inizio della discesa
La prima tappa era il Monastero di Gouverneto, nella penisola di Akrotiri. La guida diceva così: si raggiunge per una strada di montagna panoramica (ma dissestata) che sembra non finire mai.
Poi diceva che ci avremmo impiegato neanche 35 minuti per scendere dalla montagna al mare e che non era una camminata impegnativa ma...avremmo dovuto subito capire che il concetto di impegnativo varia da persona a persona.
Appena cinque minuti dopo aver intrapreso la discesa abbiamo incontrato una coppia di tedeschi sui cinquanta anni. Lei era di corporatura robusta e si era seduta per terra, sventolando un cappello di tela verde militare. Il marito in piedi respirava con affanno non eccessivo. Ci siamo fermati a chiedere se avessero bisogno di aiuto e se il tragitto fosse impegnativo. Lei, con gli occhi iniettati di sangue, sembrava maledire
anche solo la domanda mentre il marito diceva che era faticosa ma non impossibile. Considerando il peso della donna e confrontate le età ci siamo fatte coraggio e abbiamo attribuito l'affanno della sciura alla sua scarsa condizione fisica. Presuntuose...
Dopo quindici minuti ci eravamo già pentite. Erano quasi le quattro di pomeriggio, non avevamo con noi dell'acqua ed eravamo solo ad un terzo della discesa.
La seconda tappa era la grotta di Katholiko, dove San Giovanni l'Eremita fondò il primo monastero di Creta (VI-VII secolo!) di scarso interesse, almeno per noi. Più pungolate dall'orgoglio che dalla curiosità abbiamo deciso di proseguire. Il sentiero non era segnalato, il cellulare iniziava ad avere poco segnale e sulla via con noi c'era solo un tizio sospetto che si era messo a fare pipì mostrandoci il suo "annafiatoio"...
la Titti in posa alla prima tappa
Dalla sommità della montagna su cui eravamo non vedevamo la fine. Si vedeva il mare in lontananza ma non si capiva se sotto ci sarebbe stato un piccolo arenile o semplicemente delle rocce. La guida diceva solo che saremmo approdati in un "posto dal paesaggio spettacolare". Come avremmo potuto desistere?
Il sentiero ha iniziato a diventare meno regolare dalla metà in poi. Siamo arrivate alla terza tappa: il monastero di Katholiko, disabitato, scavato nella roccia, molto suggestivo. Il problema era che...non sapevamo come continuare. C'era un ponte di pietra sopra un letto di fiume secco e nessuna via di collegamento.
iniziavo ad essere perplessa...
Abbiamo così...scalato la montagna all'ingiù, rischiando di cadere più volte da un'altezza non proibitiva ma comunque superiore ai tre metri.
find the differences - 1

find the differences - 2

Una volta raggiunto il letto del fiume ci siamo guardate senza dire nulla, accaldate, affaticate e già preoccupate per il ritorno: "e dopo come faremo a risalire sul ponte?".
Dopo quaranta minuti stavamo maledicendo la guida, le pietre e...noi stesse! Camminavamo su un letto di fiume fatto di enormi pietre grigie stretto tra due alte montagnette rocciose che ci regalavano la frescura dell'ombra. Una croce piazzata su un lato ci ha fatto venire una paura incredibile: se una di noi si fosse fatta male? anche semplicemente una slogatura alla caviglia sarebbe stata una mezza tragedia perchè faticoso com'era sarebbe stato impossibile trascinare una o l'altra...già vedevamo la nostra storia raccontata in un surreale servizio di StudioAperto ma...non potevamo mollare.

E dopo più di un'ora siamo arrivate! In un angolo che di paradisiaco aveva poco: era semplicemente un'insenatura rocciosa dove si il mare era di un colore stupendo ma per entrarci bisognava tuffarsi però bisognava fare attenzione alle rocce e alla corrente, ai ricci e...ai molestatori!
Ebbene si perchè una volta lì, eravamo in 7 persone: io, la Titti, due tedeschi della nostra età, due francesi di circa sessanta anni e...l'esibizionista! Quando mi sono tuffata me lo sono trovata nascosto nella roccia davanti che si stava masturbando bellamente! Gridando allo scandalo l'ho messo in fuga ma non ci potevo credere!
L'acqua è stata una piccola pausa rigenerante anche se faticosa anche quella. Uscire è stata un'impresa, asciugarsi idem (visto che non avevo dietro neanche un asciugamanino da bidet) e l'idea del ritorno mi faceva venire voglia di aspettare che Bear Grylls ci venisse a salvare.

Ormai il sole stava calando, erano solo le cinque ma sul sentiero non arrivava il sole e la visibilità si stava riducendo velocemente. Non solo! Ci aspettava la parte peggiore: la salita! Il primo pezzo nel fiume in verità è volato. Quando siamo arrivate al ponte di pietra però avevamo quasi le mani nei capelli ma la "disperazione" è stata la molla necessaria a farci arrampicare come novelli stambecchi. Mancava l'ultimo pezzo, una sorta di preparazione fisica sui gradoni, prolungata. Ogni gradone era altro più di cinquanta centimetri e dopo neanche due minuti, per la prima volta in vita mia, mi sono dovuta fermare e sedere perchè avevo la tachicardia. Ormai io e la Titti ci parlavamo a sguardi, solo verso la fine la Titti si è girata, mi ha guardata storto e ha detto: "e tu volevi portare anche l'ombrellone...".
Quando siamo arrivate alla fine della salita abbiamo visto due ragazzi che facevano un autoscatto col paesaggio da cui noi arrivavamo e...la Titti, nonostante i muscoli a pezzi, si è offerta di fare loro la foto. Erano italiani, li abbiamo scoraggiati per bene sullo scendere (ma in verità credo che le nostre facce esauste fossero più convincenti delle parole) e...abbiamo passato i restanti giorni di ferie sempre con loro!!! Si chiamano Antonella e Gianluca e sono la dimostrazione che anche dalle esperienze peggiori si può ricevere qualcosa di positivo: due ragazzi davvero simpatici che sesono stati come un premio per noi dopo quella che era e resta una vera e propria discesa negli inferi.
Per i curiosi...ecco la foto che ci ha fatto incontrare!!! Modificata per via della privacy :-)
 

6 commenti:

  1. All'andata quando abbiamo visto salire la tedesca affannata pensavamo "si va beh ha una certa età..ma se ce l ha fatta lei vuoi che non ce la facciamo noi?".
    Al ritorno eravamo messe peggio della sig.a tedesca.

    La vera nota positiva della giornata è stato davvero l'incontro con il Gian e l'Anto che si sono rivelati nei giorni successivi due ottimi compagni di viaggio !!!!

    RispondiElimina
  2. a katholikon sono sceso anch'io, con figlio e padrino pimpanti, ma dopo aver passato le prime rovine ed essere arrivati ai primi tornanti, abbiamo rinunciato (pensando già alla fatica del ritorno!): abbiamo evitato una sfacchinata in più, ma poi, viste le foto, a casa, riconosco che ne sarebbe valsa la pena...
    In ogni caso, Creta è un'isola bellissima

    RispondiElimina
  3. Ciao, hai ragione! Creta è stupenda! Però ti assicuro che il paesaggio alla fine del sentiero non valeva tutta la fatica fatta per arrivarci. Anche se è una delle cose più divertenti (e da incoscienti) che io abbia mai fatto!
    Che altro posto ti è piaciuto di Creta?!

    RispondiElimina
  4. beh, non saprei da dove cominciare. Però se dovessi proprio scegliere, direi le rovine dei palazzi minoici e i tanti monasteri grandi e piccoli qua e là. Soprattutto è l'atmosfera che rimane impressa, lungo le strade solitarie sulle montagne o tra le gole, o lungo il mare, nelle trattorie con la tela cerata sui tavoli, con i piatti mediterranei. No non saprei proprio da dove iniziare...Mi pare che la coscienza di trovarsi alle radici della propria storia sia già un evento da far girare la testa.
    Ciao, bello il blog. Tiziano. (consiglio spassionato ed appassionato: girate il Portogallo, se non già fatto)

    RispondiElimina
  5. È vero che "impegnativo" è soggettivo. Questo percorso, per un medio appassionato di trekking è poco più che una passeggiata. Per chi svolge vita sedentaria e dopo 15 minuti soffre una discesa o una salita capisco che può essere un inferno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giuseppe Andrea Messina,
      hai perfettamente ragione sulla soggettività del termine impegnativo e sull'abitudine di una persona di fare certi tipi di percorso (e sicuramente io non ero abituata!). Quando l'ho fatto però mi allenavo 5 volte a settimana (in un altro sport), non ero proprio la sciura maria che sta seduta tutto il giorno e l'ho trovato lo stesso faticosissimo! per te invece è stata una passeggiata? Beato te, complimenti! Curiosità: quanto ci hai messo? Ma oltre alla più o meno fatica: ti è piaciuto?

      Elimina