venerdì 10 aprile 2015

Decameron - Boccaccio - Proemio

composto tra il 1349 ed il 1353


"ispirazione": peste di Firenze del 1348


100 novelle


raccontate in 10 giorni


da 7 donne e 3 uomini


Il proemio si apre con la descrizione del tragico anno 1348, in cui la peste si diffuse a Firenze mietendo moltissime vite.
A differenza della peste orientale che causava gravi perdite di sangue dal naso, quella toscana si manifestava attraverso dei bubboni grandi quanto mele sotto le ascelle e vicino all'inguine. I ponfi poco dopo diventavano neri, si diffondevano su tutto il corpo e nel giro di tre giorni l'ammalto moriva.
Nessuno sapeva come fermare il contagio che si trasmetteva anche sfiorando semplicemente i vestiti e che si trasmetteva anche gli animali!


Alcune persone notarono che l'unico modo per evitare il contagio era quello di isolarsi; la paura di contrarre quel morbo tremendo rendeva la gente paurosa, egoista e cattiva e fece si che gli ammalati venissero abbandonati a se stessi anche se parenti ed amici.
La città abbandonata volgeva in desolazione, ai morti non vennero neanche più date degne sepolture e i cadaveri spesso furono ammucchiati ai lati delle strade. Gli animali, senza più un padrone, vagavano per i campi per poi tornare alle mura una volta amiche.
Un giorno, nella Chiesa di Santa Maria Novella, si ritrovarono sette donne tra i 18 ed i 28 anni, ognuna identificata con uno pseudonimo:
  1. Pampinea: la più anziana, la rigogliosa
  2. Filomena: l'amante del canto
  3. Emilia: la lusinghiera
  4. Neifile: la giovane amante
  5. Lauretta
  6. Elissa: (altro nome di Didone) l'appassionata
  7. Fiammetta: che ricorda l'amore giovanile del Boccaccio
prese la parola Pampinea che chiese alle altre perchè erano ancora in città e le invitò a spostarsi con lei in compagnia, non avendo più nulla che le tratteneva nella loro città fatale. L'unica a fare un'obiezione fu Filomena che
spiegò che senza nessun uomo con loro sarebbe stata difficile l'impresa. Poco dopo però varcano la soglia della chiesa proprio tre giovani:
  1. Panfilo: tutto amore
  2. Filostrato: vinto da amore
  3. Dioneo: lussurioso.
La compagnia delle sette donne ed i tre uomini, accompagnati ognuno dai propri fanti, partì il giorno dopo e si ritrovò in un casolare su una collina dove Pampinea propose che qualcuno dovesse comandare e decisero insieme che ogni giorno ci sarebbe stato un nuovo re o regina. La prima, votata dal gruppo e insignita di una corona di alloro, fu proprio Pampinea che scelse Parmeno (parente di Dioneo) come suo vice e assegnò agli altri astanti vari ruoli.
Dopo aver ballato e gozzovigliato, i giovani si riversano sui vicini prati per pisolare ma Pampinea propose che durante l'ora più calda del giorno si raccontassero delle novelle e che poi alla sera tutti sarebbero stati liberi di fare ciò che desideravano.
Il gruppo accettò volentieri la proposta della regina e per quella prima giornata le novelle furono a tema libero.
Il primo a cominciare fu Panfilo.

  • Panfilo - prima giornata: novella prima _ Ser Cepparello con una falsa confessione inganna uno santo frate, e muorsi; ed essendo stato un pessimo uomo in vita, è morto reputato per santo e chiamato San Ciappelletto

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