giovedì 2 aprile 2015

La vita davanti a sé - Romain Gary

dal sito www.neripozza.it
Titolo originale: La vie devant soi

© 1975

214 pagine

Trama:
Momò vive da Madame Rosa insieme ad altri bambini. La donna non è sua madre e i bambini non sono i suoi fratelli ma sono, come lui, figli di donne di vita. Momò non ha mai visto sua madre, nè suo padre e non sa nulla di loro se non per conto di Madame che gli dice di essere un francese musulmano. E' per strada che Momò fa incontri che lo fanno crescere ed imparare a vivere. Il suo "mentore"  è il signor Hamil, venditore ambulante di tappeti. Un giorno incontra una donna bionda che gli sorride e quando la segue scopre che
lavora in un posto dove le cose hanno la capacità di...tornare indietro. Quanto piacerebbe anche a lui poter far tornare indietro tante cose, far ringiovanire Madame Rosa e riportarla a quando aveva 15 anni ed era giovane e bella! Invece ora l'età ed il suo fisico non riescono più ad affrontare neanche i sei piani a piedi del palazzo in cui vive. Ma Momò sarà sempre al suo fianco, anche per l'ultimo "viaggio" in Israele. 


Mie Considerazioni:
Momò è una persona che vi rimarrà nel cuore. Che quando chiuderete il libro vorreste abbracciare, che quando chiuderete gli occhi vorreste incontrare.
A me ha conquistato da metà libro in poi, con la sua innocenza e sensibilità irresistibili. E quando ho finito di leggerlo avevo il magone, il cuore gonfio di sentimento.
E' la storia di un amore puro come pochi altri nella vita, un amore devoto, rispettoso e profondo.

La voce narrante è quella del protagonista, Mohamed detto Momò, bambino di circa dieci anni. E la grammatica è quella sbilenca di un ragazzino che non è andato a scuola e che ha sempre parlato con persone di diverse nazionalità, che usano in modo strampalato alcune frasi fatte (es. Come ho avuto l'onore citato quasi sempre a sproposito).
Lo stile del suo racconto è irresistibile perchè Momò è un puro. Se da piccolissimo era, come tutti, curioso delle sue origini, dei suoi genitori, col passare del tempo accantona il desiderio di conoscere chi si è sbarazzato di lui per amare ed accudire ogni giorno di più chi per lui c'è stato sempre: Madame Rosa.
Traspare un grande amore tra i due, amore che si rafforza man mano che aumenta il "deterioramento" della donna. Momò non ha paura della morte quanto della sofferenza e compie un grande gesto di umanità quando la donna gli chiede di non lasciarla vivere per anni come vegetale in un ospedale. Il ragazzino inventa una bugia credibile (che dei fantomatici parenti della donna siano venuti a prenderla per farla morire in Israele) e la porta, all'insaputa di tutti, nella cantina dove lei aveva ricreato anni prima il suo angolo di Israele. Lì, seduta su una poltrona, nell'umidità di una cantina rischiarata solo da qualche candela, accanto al suo fedele Momò, Madame Rosa trova la pace che tanto desiderava.

E' anche il racconto di come quelli che alcuni potrebbero definire i reietti della società si trovano in un paese straniero e si aiutano come una nuova particolare comunità.
Nel giro di conoscenze di Mohammed prostitute e protettori sono figure comuni, di casa. Le distinzioni tra arabi, ebrei e francesi sono nette ma non negative. Ci sono e basta, senza conseguenze. Tra i passi più belli ci sono quelli di quando Momò chiede e trova aiuto dal signor Waloumba ed i suoi fratelli che appena possono portano in spalla per sei piani Madame Rosa o si siedono intorno a lei facendo riti strani.
Vi rimarrà nel cuore anche Madame Lola, un travestito che per Momò era la persona migliore che c'è. Anche con la natura contro. Fantastico!

Tocca tanti temi, due dei quali decisamente non trascurabili:

  1. Madame Rosa nasconde a Momò le sue origini e la sua reale età per tenerlo vicino a sè il più a lungo possibile - atto d'amore ma anche di grande egoismo visto che non mandando il ragazzino a scuola e non dandolo nè in adozione ne all'orfanotrofio (oltretutto sapendo di non godere di ottima salute) gli "brucia" il futuro (è un ragazzino senza identità, scolarizzazione, famiglia, casa...)
  2. eutanasia o il diritto ad una giusta morte, contro l'accanimento terapeutico. Credo sia uno dei manifesti migliori a favore dell'eutanasia perchè è guardando attraverso gli occhi di un bambino che si capisce che come ognuno ha diritto di vivere nel modo che vuole...dovrebbe avere anche il diritto di morire come vuole. Estremo atto d'amore.


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