domenica 3 luglio 2022

L'ULTIMA LACRIMA - raccolta di storie di Stefano Benni

Pubblicato nel 1994, L'ultima lacrima è un insieme di ventisette racconti che uniti non raggiungono  le duecento pagine. 

Facile e da leggere in men che non si dica? Non è proprio così. I racconti di Benni hanno una caratteristica comune: una forte originalità che, come mi era capitato con la Guida Galattica per autostoppisti, costringono spesso a rileggere interi paragrafi per cercare di capire cosa l'autore stia provando a descrivere.

In generale l'ho trovato più un esercizio di scrittura (apprezzabile) che un testo meritevole di lettura. Penso che Stefano Benni si sia divertito molto a mettere giù questi racconti riuscendo a sfogarsi in modi che oggi, quasi trent'anni dopo, sarebbero forse tacciati come volgari e razzisti.

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Il racconto che mi è piaciuto di più è stato Un cattivo scolaro in cui l'alunno Zeffirini viene bullizato dai compagni perché brufoloso e... diverso. Mentre gli altri sono bravi scolari che imparano a memoria i notiziari dei tg e le battute delle soap opera, Zeffirini ha l'ardire di

non aver guardato la televisione per addirittura sei giorni e di avere la passione segreta per i libri di natura ed animali. Questo racconto mi è piaciuto perché tratteggiava una scuola-circo con insegnanti che non si accorgevano di essere ridicole marionette di un sistema votato a crescere persone insulse e vuote. Quasi, quindi, come la scuola e molti degli insegnanti di oggi che non si sono accorti di quale costo abbia causato il loro asservimento al sistema ("o ti vaccini o sei sospeso") in termini di esempio civile e morale per gli alunni e per il resto del mondo dei lavoratori. Cosa imparare da insegnanti mascherati, distanziati e ricattati? Cosa imparare da una scuola che non ha fatto nulla quando ai suoi studenti non vaccinati è stato proibito di salire sui mezzi pubblici che li avrebbero dovuti portare a scuola? Cosa pensare di insegnanti che davanti a ragazzini con genitori sospesi dal lavoro non prendevano posizione sull'enorme ingiustizia sociale abbattutasi nell'indifferenza di molti del nostro Paese? Ma soprattutto cosa pensare in merito ai bavagli, quelle onnipresenti mascherine imposte alla fine quasi solo a loro mentre negli stadi e nei ristoranti la gente bivaccava e di divertiva liberamente? O cosa pensare di quando Draghi è andato a trovare gli alunni di una scuola veronese ed era l'unico senza mascherina e si è espresso così: "Spero che l'anno prossimo non ci sia più bisogno di mascherine - commenta - e che la pandemia non ritorni. So quanto avete sofferto, alla vostra età è importante stare insieme. Gli insegnanti vi aiutano ad avere consapevolezza, assieme ai genitori, ma anche i vostri amici. Stare insieme aiuta a capire chi siete, con amore, con bontà, con allegria. Vi dovete divertire". Nessuna voce di insegnanti si è levato per quell'impudente incoerenza. E questa secondo me purtroppo è la rappresentazione perfetta della scuola di oggi



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