venerdì 1 marzo 2019

La casa dei libri



La signora Green cerca di rifarsi una vita dopo la morte, in guerra, del marito e decide di sistemare la vecchia casa in cui vivevano prima del conflitto per farci una libreria. Il paese è piccolo e la gente mormora, soprattutto una
riccona del posto che aveva messo gli occhi sull’immobile per farci un circolo intellettuale e che inizierà a fare la guerra a Florence senza esclusione di colpi...

Trama completa – spoiler
il paese è pronto per una libreria? In questa zona dell’Inghilterra tutto sembra troppo lontano e desolato per far si che l’iniziativa di Florence abbia successo eppure la donna ha passione ed entusiasmo, è sempre gentile e non perde la speranza neanche quando l’avvocato continua a chiamarla e l’impiegato della banca le mette pressione affinchè venda l’attività. Florence va ogni giorno in libreria aiutata dalla piccola Christine, una bambina furba ma richiamata a casa a causa di una soffiata sul lavoro minorile e poi c’è il signor Brundish che compra tantissimi libri e che inizia con Florence uno scambio di opinioni che la fa stare così bene! Purtroppo a volte ci sono forze impossibili da combattere come quella del denaro e della nobiltà: la sig.ra Violet fa approvare una legge dal nipote cosicchè gli edifici di interesse storico possano essere prelevati ai proprietari per farli diventare beni per la comunità. Mr. Brundish muore e Florence scopre che alcune delle persone che l’avevano aiutata avevano invece tramato alle spalle per agevolare il meschino piano della signora Gamart. In quel di Harborough non c’è più pace ne posto per lei e quando guarda per l’ultima volta il paese dalla banchina vede Christine che stringe al petto un libro (quello che lei le aveva consigliato di leggere) e sullo sfondo del fumo: Christine ha dato fuoco alla vecchia casa perché se non poteva essere di Florence non doveva essere di nessuno.
Il film si chiude con una Christine ormai adulta che spegne le luci in un locale: la sua libreria. Emozionante.

L’idea del film è carina, è tratto dal libro “la libreria” di Penelope Fitzgerald, ma i dialoghi sono o-sce-ni, banali e inverosimili. Il ritmo è soporifero e anche un appassionato di libri fatica, secondo me, a stare attento. Almeno i luoghi sono un piacere a vedersi e nonostante la storia sia ambientata nel Suffolk in Gran Bretagna quasi tutte le scene sono state girate in Irlanda del Nord. 


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