giovedì 28 marzo 2019

Storia di chi fugge e di chi resta - Elena Ferrante


Volume terzo della serie de Lamica geniale di Elena Ferrante

© 2013380 pagine

Fin'ora il mio libro preferito della tetralogia!
Per apprezzarlo appieno (e comprenderlo) bisogna aver letto i primi due  (L'amica geniale e Storia del nuovo cognome) quindi... correte a recuperarli!!!

Perché leggerlo? Riporto una recensione sulla quarta di copertina del New York Times: "Nulla di ciò che leggiamo a proposito dell'opera di Elena Ferrante ci prepara alla ferocia dei suoi romanzi... Narrano una storia di donne con tale sincerità che, più che osservare una vita, sembra quasi di sperimentarla in prima persona". Niente alcool, niente droghe, niente viaggi: semplicemente un libro capace di farvi vivere un'altra vita (queste però sono parole mie).

Come i due libri precedenti, "L'amica geniale" e "Storia del nuovo cognome", anche "Storia di chi fugge e di chi resta" l'ho letto velocemente, conquistata dalla storia, curiosa delle esperienza di Lila ed Elena, quasi sempre col
pennarello in mano per evidenziare frasi che non solo mi colpivano ma mi rimestavano dentro.
Questo libro mi ha fatta anche piangere, mi ha tenuta col fiato sospeso (nel primo volume con la sparizione di Lila descritta nelle primissime pagine in questo con la morte di Gigliola) e mi ha fatto davvero viaggiare con la fantasia.

In "Storia di chi fugge e di chi resta" ritroviamo Lila ed Elena che hanno circa trent'anni. Elena sposata con Pietro, con due figlie e ormai lontana anni luce da Napoli, "straniera" nella romantica Firenze. Lila invece ancorata al suo territorio, distrutta nel lavoro e distaccata convivente di Enzo. Chi è messa meglio? Elena sulle onde dell'inaspettato successo del suo primo libro, sposata con un buon partito anaffettivo dedito solamente ad università e libri o Lila, sfiancata dal lavoro, con un figlio sempre più simile a Stefano, strani pensieri per la testa ed un ruolo importante nella nuova attività di Michele Solara?

Cosa succede quindi - spoiler:
Lila in fabbrica, oltre ai turni ed al lavoro massacrante, subisce le molestie di Bruno e dopo aver partecipato ad una riunione studenti-lavoratori mette in luce i problemi delle lavoratrici, problemi che prendono vita in un ciclostilato distribuito il giorno dopo fuori dalla Soccavo. Questo causa furibondi scontri tra comunisti e fascisti, volano botte ed il clima al lavoro per Lila si fa sempre più pesante. Sopratutto quando scopre che la Soccavo è finita sul libro rosso della mamma dei Solara... le mancano le forze, chiede aiuto ad Elena che smuovendo le sue nuove conoscenze ed influenze fa avere la buonuscita a Lila finendo per scontrarsi con gli amici dell'infanzia che le dicono di essere diventata ormai una piccolo borghese. Elena poi, a causa dei pezzi scabrosi del suo romanzo, viene vista come la ragazza facile e subisce alcune molestie che le fanno continuamente venire dei dubbi su se stessa. Non solo Napoli è lontana ma anche la famiglia che la percepisce come un corpo estraneo, troppo intelligente e quindi paradossalmente disprezzata da tutti loro. Lila denutrita, Elena che scrive sull'Unità, Alfonso costretto da Michele Solara a sposare Marisa (nonostante lui sia omosessuale), Melina che nota prima di tutti la somiglianza di Gennaro con Stefano, Lila ed Enzo che iniziano a lavorare per la IBM, Franco picchiato e Silvia violentata, Pasquale e Nadia accusati di essere terroristi, Gino ucciso come Bruno e come la mamma dei Solara, Lila che lavora per Michele Solara, Elisa che si fidanza con Marcello Solara, Gigliola continuamente tradita ed umiliata da Michele ed unica felice dei successi di Elena, Nino sposato e padre di un bimbo, Pietro aggredito in università, Elena che tradisce Pietro con Nino e che scappa con quest'ultimo cercando una soluzione per vivere insieme... 
Semplicemente travolgente.

Il punto di vista è sempre quello di Elena dopotutto a metà libro si scopre che Lila è morta (ma l'autrice non specifica ne quando ne come). Elena che non si sente mai abbastanza degna di nulla, che ritiene (come tutti forse) la sua fortuna esagerata, Elena che non si sente mai abbastanza intelligente, abbastanza informata, abbastanza bella. Lila è IL personaggio, è quella cattiva che sa come far male ma è anche quella dall'intelligenza speciale, quella che "chissà cosa avrebbe potuto fare se solo avesse avuto le possibilità...". 
Ammetto che anche io, come Pietro, non ho mai ben capito la natura dell'amicizia tra Elena e Lila. Lila è sempre stata così cattiva verso Elena, l'ha così spesso umiliata e/o ignorata che non ho capito come Elena potesse esserle così legata. Bastano l'infanzia trascorsa insieme, i sogni fantasticati insieme a giustificare un rapporto decennale raramente felice, spensierato e sincero?
Sul finale la vera sorpresa è il "coraggio" di Elena di seguire il suo cuore ( o suoi ormoni) per buttarsi nel rapporto totalizzante con Nino. 
Elena, sempre misurata e contenuta, che parte con l'amante lasciando a casa marito e figlie, che torna consapevole che deve iniziare una vita nuova (con o senza Nino) perché questo amore sognato per anni è si travolgente ma non ha spensieratezza e segretamente non vuole finisca come successo tra Lila e Nino. Poi insomma, fatemelo dire: Nino con quello che ha combinato in passato mi sembra più il realizzarsi di un'ossessione che qualcosa destinato a durare. O no?

Questo libro, a differenza dei due precedenti, si politicizza maggiormente. Si parla di sindacati, di operai, di rivolte studentesche. E' sempre forte e presente l'impegno delle donne, il loro ruolo nelle lotte sociali e nella vita.

Gran libro.

  • "ero molto infelice, volevo che mi capitasse qualcosa di brutto, un evento che, punendomi per le mie azioni sbagliate e i miei cattivi pensieri, punisse di riflesso anche Lila".

  • Ognuno si racconta la vita come gli fa comodo

  • è una forma di sadismo pretendere gli stesi risultati da ragazzi che non hanno avuto le stesse opportunità

  • ero io stessa ad accorciare le distanze, come se una parte di me fosse convinta che, aderendo in qualche modo a quell'estraneo, un po' del benessere che sentivo in quel momento mi sarebbe rimasto nel corpo, e quando lui avesse lasciato l'appartamento, solo o con sua moglie o con la sua compagna, io avrei sentito di meno la depressione, il vuoto dietro l'esibizione dei sentimenti e di idee, l'angoscia del fallimento

  • il matrimonio mi sembrava ormai un istituto che spogliava il coito di ogni umanità

  • nelle favole si fa come si vuole e nella realtà si fa come si può

  • Una comunità che trova naturale soffocare con la cura dei figli e della casa tante energie intellettuali di donne, è nemica di se stessa e non se ne accorge

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