mercoledì 6 marzo 2019

Sex education - serie tv


Otis è il figlio adolescente di una terapista sessuale. Insieme a Maeve improvvisa un’attività simile a quella della madre ma… a scuola! e diventa improvvisamente popolare come consulente sessuale!


Potrebbe sembrare la solita cacata invece
questa serie tv è divertente. Si, banalotta nella trama ma i cinquanta minuti di puntata non annoiano (e con le serie tv in giro oggi è già un pregio).
Perché vederla:
  • - perché c’è Scully! Ovvero Gillian Anderson in versione strepitosa
  •  -perché è divertente
  • perché (per ora) c’è una sola stagione 😊

Trama - spoiler:
Otis è un sedicenne incapace di masturbarsi. E la cosa ironica è che sua madre è una terapista sessuale (che si porta a casa ogni notte un uomo diverso). Il suo migliore amico è Eric, un ragazzo di colore gay, bullizzato a scuola dal figlio superdotato del preside a cui Otis dispensa la prima consulenza utile (ansia da prestazione). Maeve, la ribelle della scuola (ragazzina abbandonata che vive in un caravan), intuisce le potenzialità di Otis fiutando il business delle consulenze sessuali a scuola ed iniziano ad organizzare appuntamenti a pagamento...
Maeve si scopre incinta del figo della scuola (un nuotatore e non il solito baskettaro o giocatore di football) e va ad abortire chiedendo all'ignaro Otis di accompagnarla. L'esperienza è evidentemente drammatica ed i due ragazzini diventano emozionalmente legati (scopriamo che lei è figlia di una tossica).
Jackson chiede aiuto ad Otis per conquistare Maeve e lei cede alla corte del più ambito ragazzo della scuola che le fa una serenata flash mob!

La serie tv è carina ma si perde nel corso delle puntate, sicuramente affronta molti temi interessanti come l'uso scriteriato della tecnologia (diffusione di foto porno), l'affermazione di sè e la questione dell'identità, la religione,  l'amicizia, la droga, la famiglia...

Il protagonista (Asa Butterfield) è molto bravo ed è accompagnato da un bel cast variegato e credibile ma alla fine della serie mi sono detta carina ma potevano fare di più. 



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