martedì 11 febbraio 2014

E giù botte!

Poco fa ho aperto facebook e un'amica ha condiviso la notizia secondo cui l'altra notte è stata aggredita (ed ora è in gravi condizioni) la ragazza che settimana scorsa, fuori da scuola, aveva aggredito e picchiato una ragazza che andava nella sua stessa scuola. Nell'indifferenza generale di decine di ragazzi/e che erano li di fianco e che nello stesso momento riprendevano la scena coi loro telefonini.
Ora colei che aveva aggredito è stata aggredita a sua volta, di sera, da una sorta di "kommando" di cinque ragazze.
Occhio per occhio, dente per dente?

Questa cosa mi ha fatto pensare a qualche anno fa, più di dieci anzi...quasi venti. Io ero in terza media e giocavo nella squadra della scuola. Un pomeriggio sono andata a fare una partita e una tifosa avversaria (!) insultava pesantemente il mio (adorato) professore di ginnastica. Noi vincemmo e io replicai alla cafona di stare zitta col risultato di...trovarmela fuori dalla palestra. Insulti, spinte e la cosa che finì velocemente grazie alla presenza intimidatoria dei rispettivi professori.
Tutto è bene quel che finisce bene?
Manco per sogno!
Qualche giorno dopo incontro l'esemplare in metropolitana, durante il tragitto casa - palestra di pallavolo. Lei e due sue amiche mi pedinano fino all'ingresso, mi stavano dietro prendendomi in giro e cercando di provocarmi. Non mi hanno fatto nulla fino a quando non ho
aperto la porta della palestra di via Natta. Lì all'imprpovviso l'esagitata mi ha tirato un pugno dietro l'orecchio destro.
Ricordo ancora la paura e il mio tentativo di fingere indifferenza. Mi sono girata e le ho seplicemente detto di farla finita e di andarsene. Da vera dura le ho guardate con pena e sono entrata senza più girarmi.
Peccato che loro erano ancora lì ad aspettarmi! Ogni mia compagna che entrava in palestra veniva apostrofata con male parole e spintonata, qualcuna più delle altre. Al mio allenatore del tempo avevano anche rigato l'auto!
Morale: sono uscita per definire la cosa e la solita nota mi è saltata addosso, tirandomi schiaffi e attaccandosi ai capelli (ah, le donne...). Ormai non potevo più tirarmi indietro ed era una cosa strana: da una parte volevo che quella la smettesse e quindi cercavo di difendermi, dall'altra mi accorgevo di come la forza che credevo di avere sempre avuto non fosse così tanta come avevo sempre creduto...
Alla fine è uscito il custode della scuola e la mia avversaria si è distratta e io le ho piantato un bel pugno in faccia, mettendo fine alla disputa. 
Però non ero soddisfatta come credevo!
Ero ter-ro-riz-za-ta.
Ogni volta che facevo la strada casa-palestra avevo paura di trovarmi di fronte, dietro o di fianco quella bulla e le sue amiche o qualche suo parente (mi aveva minacciata di farmi accoltellare da suo fratello che era agli arresti domiciliari). Una volta a casa avevo riferito il tutto a mia madre che era andata a scuola dell'energumena e aveva scoperto che era una ragazzina difficile con veri precedenti di aggressione tra i suoi familiari. 
Allora non andai più agli allenamenti da sola, per qualche mese. Mi accompagnava sempre un gigantesco amico di mio padre o i miei. 
Non vidi più quella ragazza però passo molto tempo prima che io mi ri-sentissi sicura.

Ero una sportiva, educata, socievole e sicura di sè eppure quell'incontro minò per un pò le mie "certezze".

Ho guardato con rabbia e schifo quel video in cui la ragazza biondatinta picchiava l'indifesa moretta. Molte cose mi hanno lasciato interdetta:
  • il fatto che la bionda continuasse a picchiare la mora anche se questa non si difendeva
  • il fatto che quello che riprendeva la scena continuasse a bestemmiare
  • il fatto che c'erano più di cinquanta persone nella zona e nessuna cercasse di farla smettere o di aiutare quella (evidentemente) più debole
  • il fatto che le amiche dell'aggredita non si siano messe in mezzo nonostante la bionda la stesse picchiando da sola e quindi non fosse in superiorità numerica
  • il fatto che la bionda la stesse picchiando per dimostrare qualcosa agli altri più che alla diretta "rivale" 
Ormai sembra che questi ragazzini non vivano che per umiliare i loro coetanei, per distruggerli sia fisicamente che emotivamente. Non capisco assolutamente quelli che si suicidano però capisco la loro paura perchè l'ho avuta anche io. Vorrei dire loro che tutto passa, che si cresce e che la gente cambia ma...non è vero. Quegli stessi ragazzini che picchiano per cose stupide loro coetanei e che poi sono difesi dai genitori (erano solo bravate, chiederà scusa, è stato provocato/a) sono gli stessi che appena hanno la patente sfrecciano senza riguardo per le strade, che danno fuoco ai vagabondi sulle panchine, che annegano i figli piccoli perchè facevano i capricci, che picchiano le fidanzate per un sms poco chiaro, che murano le moglie nelle pareti di casa...

Eppure qualcuno/qualcosa di buono c'è e...potete esserlo voi.

Io penso che se fossi stata quella ragazzina bionda non sarei stata aggredita. Perchè una volta a casa ne avrei sentite talmente tante dai miei genitori che i giorni seguenti non avrei avuto neanche il coraggio di chiedere di poter uscire la sera...

Ora spero solo che la spirale di violenza che ha scatenato giorni fa non prosegua lasciando feriti gravi in giro perchè deve essere lucida per capire che persona insulsa, ignorante e prepotente è stata. 

Concludo con un: minore indifferenza in generale, i prossimi aggrediti o bisognosi di aiuto potreste essere voi! Investite nell'educazione dei vostri bambini, ragazzini, piccoli parenti!!! Auguratevi sempre di trovare qualcuno coraggioso e civile che vi dia una mano. Altrimenti ospedali e cimiteri diverranno più popolati di scuole e case.




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