lunedì 13 aprile 2015

L'avventura di Pasqua: perdersi sulle montagne del mare!

Ciao a tutti,

se oggi potete ancora leggere un mio scritto è perché sono viva.


Se sono viva è perché sono sopravvissuta. Niente di grave, non vi preoccupate. Mi sono solo persa nelle colline riminesi il giorno di Pasqua.


Tutto cominciò la mattina presto. In quel di Rimini, aperta la finestra del nostro hotel Villa Dina, pioggia.
Andare in spiaggia era impossibile: troppo vento, troppo grigio, troppa pioggia. Perché non spostarci nell'entroterra?
Su questo sito: riviera di Rimini avevo trovato una serie di escursioni naturalistiche che mi erano sembrate così interessanti e facili da spingere me, Titti e Cam a farne una. Precisamente quella di Torriana - Montebello.

Come in tutti i racconti horror che si rispettino, dopo aver percorso circa 20km in auto, siamo arrivati nello spiazzo indicato: c'erano circa 10 roulotte. Vuote. Tutto intorno una vallata verde e silenziosa in cui regnava un'inquietante silenzio e incombeva una grigia nube.






Andiamo o torniamo indietro? Era questo il dilemma. Armate di impermeabili ed ombrello abbiamo deciso per l'andiamo e ci siamo addentrare, foglietto in mano.


 



Le indicazioni fornivano due fati fondamentali: durata (1h30') e tipo di terreno (sentiero a tratti fangoso).
Armate di voglia e coraggio ci siamo lasciate il castello di Torriana alle spalle e siamo partiti tutti entusiasti.


 


Il nostro pastore dominava la valle da cui si alzavano mille profumi e si libravano nell'aria strani uccelli.

 



I cartelli poi, ci indicavano che eravamo sulla strada giusta


 


Peccato che poi il terreno è diventato di fatto estremamente fangoso e staccare i piedi da terra è diventata un'impresa.


 


Ogni passo sprofondava nel terreno bagnato e le nostre gambe venivano come risucchiate da quel manto marrone fino a metà polpaccio. La temperatura dell'aria era intorno ai 5° e la pioggerella insistente non smetteva di caderci addosso. Impavide abbiamo affrontato discese e risalite che neanche Battisti (citazione).
Il morale era anche alto. Fino a quando non siamo arrivati qui:


e mò dove andiamo?!
 


una distesa verde che sembrava non portare più a nulla!
Lì per lì siamo state colte alla sprovvista: dove andare?
Perso l'orientamento a furia dei vari sali scendi, con le indicazioni sommarie del sito, il foglietto ormai ridotto a brandelli e il gelo che ci era entrato fino nell'anima...ci siamo sentite (quasi) perse.
Abbiamo deciso di continuare dritto perchè il sentiero da cui eravamo arrivate era franato, l'altro versante ci sembrava peggio e
forze ed entusiasmo ci stavano ormai abbandonando.



Cam e Titti che non sanno più dove guardare




 
All'orizzonte abbiamo visto una stradina bianca che ci ha di fatto fuorviate. Come in una di quelle belle storie gotiche che ci raccontavano da bambini...ci siamo fatte attrarre dalla prospettiva di...incontrare una macchina. Dopotutto finalmente avevamo individuato una cascina, ci doveva essere pur qualcuno in zona che sapesse aiutarci.
Le ore di cammino aumentavano, erano ormai circa 3 ore che vagavamo, le mani rosse dal freddo, i piedi gelati perchè era entrata tantissima acqua nelle scarpe non adatte.
Eppure...non c'era nessuno. Un cancello aperto, una locanda in fase di ammodernamento, due cavalli allo stato brado!
Stanche e senza meta, maledicevamo ogni passo che facevamo. Oltretutto avevamo i telefonini scarichi e nessuna provvista (dopotutto l'escursione sarebbe dovuta durare poco...). Attaccandoci ad un telefonino con solo il terrificante 10% di batteria, abbiamo visto che googlemaps indicava una strada distante 10km da dove avevamo lasciato l'auto.
Calcolando velocemente a mente che ci avremmo impiegato una cosa come altre due ore, abbiamo imboccato la strada bianca di gran carriera, in silenzio, con le ultime forze.
E dopo un tornante: un'auto! L'ho inseguita brevemente con le dita dei piedi che ormai non sentivo più e ne è scesa una signora con una pentola in mano che...ci invitava ad unirci a lei e alla sua famiglia a festeggiare la Pasqua!
Lì per lì ci è sembrato un segnale: siamo salve. Ma poi...
Il gruppo è uscito alla spicciolata dal casolare per vedere quelle forestiere bagnate dalla testa ai piedi con un enorme cane nero zuppo di acqua e fango come e più di loro.
Ci han detto di legarlo ad un albero e di entrare ma noi, dopo 4 ore di vagabondaggio eravamo distrutte: volevamo solo tornare a casa, bere un tè, metterci dei vestiti puliti e buttarci sotto le coperte.
Invece il gruppo ci invitava a...passare con loro la giornata: tanto ora di sera qualcuno vi porterà a casa di sicuro!
Nel cortile c'erano sei auto che noi bramavamo come la salvezza eterna. Ma nessun conducente disposto ad accompagnarci al luogo di partenza per recuperare la nostra di auto!
Abbiamo provato a dire che ci saremmo incamminate ma ci hanno gentilmente suggerito di mangiare qualcosa. Visto che il cane era bagnato - come noi - non lo facevano entrare. E visto che Cam non è abituato a stare attaccato ad un palo, non siamo entrate neanche noi. Anche perchè il casolare non aveva cancello e avevamo già notato qualche cane randagio aggirarsi nei paraggi...
Sedute su delle panche di paglia sotto un patio a pochi gradi oltre lo zero ci hanno portato delle pappardelle col ragù di cinghiale. Gelate come l'aria fuori. Così fredde che non ho potuto finirle perchè sentivo già arrivare la congestione.
Mentre la Titti mi mimava il gesto: andiamocene, chiamiamo i carabinieri, facciamoci recuperare dalla guardia forestale, i minuti passavano. Dopo quasi un'ora il marito di una ragazza si è mosso a compassione e ha accettato di portare uno solo di noi(!) in auto alla nostra macchina. La fortunata è stata la Titti.
Io sono rimasta in cortile sotto l'acqua col cane che tremava pure lui, che sbattevo i piedi per non perdere la sensibilità, cercando di non pestare i mocciosi che continuavano a lanciare i bastoni per far correre Cam che - visto che non sentivo più le mani - mi ero legata in vita.
Ogni tanto usciva qualcuno per rivolgermi qualche parola, mi hanno portato anche un dolce che non sapevo come rifiutare e pensavo solamente: ma come ci sono finita qui?
Il tempo passava e mi stava venendo un esaurimento: mi sentivo debole, stanca, arrabbiata, gelata. E cosa poteva succedere di peggio? E' arrivato un randagio! Maschio! Ha iniziato a girare intorno a Cam, si annusavano e studiavano e io che pensavo: ci manca solo la zuffa tra cani e poi torno a valle e mi butto giù.
Fortunatamente il cane appena arrivato era dolcissimo. Era Cam che non ce la faceva più neanche lui.
Ho passato così 50 minuti prima che la Clio rossa facesse capolino sull'erba.
Salutata la famiglia che però non ci ha lasciato neanche un cognome/via/indirizzo per ringraziarli, sono salita in macchina e ho pianto di stanchezza tutte le lacrime che avevo.

Perchè la Titti e il samaritano ci hanno messo così tanto? Perchè il sentiero che avevamo fatto a piedi tagliava la valle mentre l'auto doveva percorrere...25km!
A piedi non ce l'avremmo mai fatta. Neanche in due giorni!

Il ritorno in Hotel è stato tragicomico. Tremavamo, piangevamo e ci insultavamo dicendoci che eravamo proprio due (e mezzo) impedite.
Una volta in hotel, abbiamo asciugato Cam che era talmente stanco che è caduto in un sonno profondo ed immobile di quasi  tre ore filate! Come noi. Auguri!

1 commento:

  1. allora ho ragione quando vi dico : state attente !!!!!!!!!!!!

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