martedì 7 febbraio 2017

7 minuti

Un'azienda italiana viene rilevata da una francese. Concluso l'accordo tra i dirigenti tocca alle operaie accettare o meno le nuove condizioni lavorative proposte: ridurre la pausa pranzo da
quindici a otto minuti. Spetta a Bianca, la rappresentante sindacale, comunicarlo alle altre rappresentanti scelte come portavoce delle trecento operaie dell'azienda. Bisogna votare se accettare l'accordo o rifiutarlo e bisogna farlo in fretta, pensando sia a se stesse che alle altre persone che aspettano impazienti nel cortile dell'azienda. 


Cast quasi completamente femminile e davvero ben assortito: la protagonista principale è Bianca/Ottavia Piccolo sempre molto convincente. Poi c'è una burinissima Greta/Ambra Angiolini, Ornella/Fiorella Mannoia e Marianna /Violante Placido (brava). Quella che mi ha impressionato di più però è stata Maria Nazionale (mai sentita prima) che interpreta Angela una donna con marito senza lavoro e quattro figli da mantenere: irritante ma davvero realistica.
L'idea del film è bella e la storia è vera: alle operaie di un'azienda venne chiesto di scegliere se ridurre la loro pausa pranzo sfruttando il fatto che in questo periodo nero per il lavoro, con questa crisi generalizzata, le persone sono disposte a tutto per portarsi a casa uno stipendio, anche a rinunciare ai propri diritti.
Devo dire che secondo me il film non ha un bel ritmo c'è un momento che pare proprio perdersi però sul finale si riprende. E' decisamente fortunato ad avere all'interno un cast notevole che tiene alta l'attenzione dello spettatore anche quando si incomincia a guardare l'ora per vedere quanto potrebbe mancare. Mi è piaciuto però lo spazio dedicato alla discussione del gruppo di rappresentanti, alla volontà di avere un dialogo che però solo alcune sono state in grado di cogliere e la maggioranza ha tentato di scansare per mancanza di coraggio e carattere.
Tanti sono i temi trattati: lo sfruttamento lavorativo, le differenze sociali, le diverse culture che vengono a convivere non solo in un ambiente ma in una nazione come quella italiana incapace di dare assistenza e dignità a tutti. Viene anche mostrato come davanti alla crisi ognuno pensi solo a se stesso e diventi purtroppo più cattivo e meno solidale, evidenziando come la vita non sia fatta solo di cose belle ma di lotte continue, lotte tra poveri però ed in cui tutti ne escono in qualche modo feriti.


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