giovedì 8 luglio 2021

TIMBUCTU' - Paul Auster

"Un libro poetico che parla dell'amicizia di un uomo ed il suo cane". Questo più o meno era il riassunto che avevo letto in giro di Timbuctu di Paul Auster. Come resistere a quella descrizione? E allora tac, compro questo libretto (centocinquanta pagine) del 1999 e all'inizio quasi mi conquista ma il finale mi lascia di sasso, oltre che delusa.

Prima della trama: link libri recensiti

Willy è un uomo a cui da ragazzo hanno fatto l'elettroshock dopo un attacco di schizofrenia. Willy non è più lo stesso e mentre guarda la tv decide di cambiare nome: da William Gurevitch a Willy G. Christmas (in onore del suo idolo Babbo Natale, di cui si fa anche un tatuaggio sul braccio). Willy vaga per l'America regalando l'eredità della madre ai più bisognosi. Willy però non è ricco e finisce per trascurare così tanto la salute che muore a nemmeno cinquant'anni. Prima di lasciare questo mondo però istruisce il suo amico cane Mr Bones sui pericoli di una vita da solo: deve evitare di farsi accalappiare, cercare di non finire in canile e... deve stare attento ai ristoranti cinesi. Willy promette a Mr Bones di ritrovarsi un giorno a Timbuktù, paese in cui uomini e cani parlano la stessa lingua. Quando Willy muore Mr Bones sa già come andrà a finire perché aveva avuto un sogno premonitore e

si mette in viaggio. Si aggrega ad un gruppo di ragazzini che però finiscono per picchiarlo e si nasconde nei rovi. Qui viene trovato da un ragazzino gentile, Henry Chow con cui passa mesi spensierati nascosto in uno scatolone per evitare l'ira dei suoi genitori che alla fine lo scoprono e scalciano via. Deluso da questa separazione, Mr Bones riprende a vagare e dopo centinaia di chilometri trova una bella famiglia che gioca su un prato. Quando Tiger ed Alice si fiondano su di lui, Mr Bones rimane paziente per provare a vedere se quella potrebbe essere la sua nuova casa. Polly, la mamma, gli piace ma è Dick che lo preoccupa: il papà acconsente a tenere il cane a condizione che questo non entri mai in casa. Mr Bones trova così una famiglia amorevole che lo riempie di buon cibo e coccole ma che spesso si assenta lasciandolo in giardino legato ad una catena. Mr Bones viene lavato e perfino castrato ma sopporta tutto pazientemente fino a quando lo lasciano in una pensione per cani per andare in vacanza. Mr Bones si sente abbandonato ed improvvisamente gli viene febbre, vomito e diarrea. Quando i responsabili del centro fanno per portarlo dal veterinario Mr Bones scappa e vede Willy in sogno: il suo amico, il suo caro amico che non l'aveva mai abbandonato neanche per un giorno, gli dice che è stato accettato a Timbuctu e che lo aspetta lì, quando sarà tempo (ovvero quando morirà). Mr Bones non vuole morire ma si sente debole e stanco e quando si trova davanti sei corsie di un'autostrada decide di dedicarsi allo "schivauto", consapevole che quello molto probabilmente sarà il giorno in cui si ricongiungerà con Willy.

Finita la trama, vi dico subito perché Timbuctu non mi è piaciuto: anche se dice di no, fa passare l'ultimo giorno di Mr Bones come l'ultimo giorno di un suicida mentre se penso razionalmente ad un cane davanti alle corsie di un'autostrada non penso proprio sia il reale stato d'animo di un animale in quella situazione. Anzi: mi viene in mente solo paura e terrore e non certo l'adrenalina di un gioco pericoloso nello schivare le auto…

All'inizio il libro di Paul Auster non è neanche male (a parte alcune pagine noiose relative ai discorsi farneticanti di Willy) ma secondo me il difetto peggiore (o quantomeno la mia aspettativa non soddisfatta) è che di Timbuctù non parla. Mi sarebbe piaciuto infatti che la storia fosse più incentrata su questo regno immaginario che dà il titolo al libro invece che sul breve e triste viaggio di Mr Bones dopo la morte del proprietario ed amico Willy.

Quindi no: io non ho trovato poetico Timbuctù. Ed anche il rapporto tra Willy e Mr Bones non è secondo me descritto al meglio. Se avete qualche libro sui cani da consigliarmi scrivetemelo nei commenti!

Curiosità: Timbuctù esiste davvero, è una cittadina del Mali!!!


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