mercoledì 28 luglio 2021

LA BAMBINA CHE AMAVA TOM GORDON - Stephen King

Anche i migliori possono toppare.

Riassumerei così il giudizio di questo libro del 1999 di Stephen King che si trascina perso come la sua protagonista nel bosco. 

"La bambina che amava Tom Gordon" è Trisha, una bimba di nove anni che va in gita sull'Appalachian trail. Mentre sua madre e suo fratello litigano per l'ennesima volta, Trisha si defila per fare la pipì e si accorge di essersi allontanata dal sentiero principale ritrovandosi persa nel bosco sconosciuto. All'inizio la bimba cerca di rimanere calma: ha provviste, energie e soprattutto il walkman con cui sentire la radiocronaca della partita dei Red Sox in cui gioca il suo idolo: Tom Gordon. Quando però cala l'oscurità è tutta un'altra storia: sola, stanca ed affamata Trisha inizia ad avere paura, soprattutto perché si sente osservata da qualcosa di strano che pare aver ucciso un cervo a lasciato inquietanti segni sugli alberi...

Per sapere come finisce (spoiler) scorrete qui sotto!

"La bambina che amava Tom Gordon" che tra parentesi è un giocatore di baseball veramente esistito, è un libro che ho scoperto grazie al bookcrossing. E che ha ripreso il suo viaggio per il mondo con questo codice:

Come dicevo nella frase di apertura, secondo me Stephen King ha fatto di meglio. Finora il libro che preferisco di King è 22/11/63: lungo ed in alcuni punti incasinato ma davvero piacevole da leggere (invece la serie tv che ne hanno tratto non è stata per me altrettanto bella).  

Ma torniamo a "La bambina che amava Tom Gordon": non c'è nessun

colpo di scena e il finale è solo abbozzato. Trisha si salva, dopo aver:

  • macinato chilometri
  • mangiato bacche e pesce crudo (catturato da sé)
  • vomitato l'anima
trova una carrareccia e quando sta per essere salvata da un uomo… le si para davanti il "Dio dei perduti" che in verità è un orso. La bimba, ormai ridotta allo stremo, trova però le forze per tirare in testa all'animale il suo amato walkman e farlo scappare. Quindi viene salvata e portata in ospedale dove ritrova la sua famiglia.

Leggendo questo libro di Stephen King viene da chiedersi se la bimba non fosse per caso la figlia di Bear Grylls, un avventuriero e presentatore inglese che faceva programmi di imprese estreme: troppe scene e pensieri inverosimili. 
L'età della protagonista non è adeguata ai suoi pensieri: credo che nessun bambino/a di dieci anni sarebbe mai stato in grado di sopravvivere per oltre una settimana perso nel territorio in cui è ambientato "La bambina che amava Tom Gordon"! 
Inoltre la trovata del DioDeiPerduti (che è formato da sciami di vespe ma che poi è un orso) non è ne chiara ne verosimile. Insomma sono riuscita a finire questo libro ma a fatica. Nulla di memorabile. 

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