venerdì 7 dicembre 2012

C'era una volta l'Ambrogia

Ed è una storia vera.
Nacque nel 1926 ma io la conobbi soltanto nel 1983 (anche se i primi ricordi ufficiali hanno una data nella mia memoria che si aggira intorno al 1989).
Mi faceva ridere. Di questo ne sono sicurissima.
Aveva le guance liscissime e sempre qualche dolore. Da giovane era una scalmanata, la tipica persona che saltava i fossi per il lungo o le scale 7 gradini per volta. Solo che un giorno ci ha lasciato l'osso sacro! Mesi a letto e anni cul dulur de sciena*.
La sua camminata era alla Napoleone, col braccio dietro la schiena.
Era famosa anche per un'altra cosa: il sorriso. E' una battuta. Amava ridere ma...non in foto in cui sembrava quasi sempre un bulldog arrabbiato.
Mi chiamava la sua chichina ed ogni Sabato (anche ben dopo la maggiore età) mi faceva trovare l'ovetto kinder.
A Natale e compleanno potevo sempre contare sulla sua mancetta - ma ricariche del telefono e spicciolini arrivavano ad ogni incontro.
A Natale si mangiavano i suoi ravioli e non vedevo l'ora arrivasse Sabato per andare a mangiare da lei le
 valigette**.
Emanava olio31 ed io ero la sua prescelta per farle il massaggino alla spalla.
Alle sue amiche diceva sempre che io studiavo pissicologia*** e amava vantarsi di OGNI suo nipote.
Da piccolina la chiamavano la terribile letizia perchè era un diavoletto irresistibile.
Mario era suo fratello ed era un fifone a suo dire; però da piccoli si sono divertiti tanto assieme. Cercavano e catturavano ramarri che molti di voi non sapranno neanche cosa sono (se non per quel giochetto che si fa agli amici con la erre moscia a cui si chiede di dire ramarromarrone). Li portava alle farmacie che glieli pagava e non voglio pensare di cosa erano fatte le medicine dell'epoca...
Andava agile in bicicletta e quando mi raccontava di quando era bambina sembrava guardasse un'epoca d'oro in cui felicità, divertimento e amore abbondavano. I ricordi erano pieni di sole e di sorrisi. E anche di schiaffoni. Il papà era l'idolo delle sue storie anche di adulta. Ne parlava sempre come di un uomo rispettabile e rispettato, un tipo piacevole e generoso che mi sarebbe piaciuto conoscere.
Mi ha raccontato però anche della guerra. Di quei vicini che abitavano nel cortile e che avevano "venduto" la vita di una famiglia ebrea ai nazisti per una latta di olio.
Mi ha raccontato dell'uomo sopra casa sua che è stato colpito da un fulmine sulle scale.
Un giorno è stata male. Stava per andare al pronto soccorso ed esitava sulla porta. Stava aspettando il mio basin****. Ricordo i suoi occhi come fosse ieri: sapeva che non sarebbe più tornata.
Si chiamava Ambrosina Curti ed era la mia magnifica nonna.

Mi sarebbe piaciuto che qualcuna delle persone che leggono il mio blog l'avesse conosciuta. Se lo leggete è perchè siete dei miei amici ma ve l'avrei fatta conoscere anche se siete solo dei curiosoni sconosciuti.
La mia nonna se n'è andata un giorno di Gennaio del 2005. Era una donna a cui volevo un bene che ho compreso solo col tempo quanto fosse grande.
Ha avuto i suoi periodi no. E' stata depressa, malmostosa, lamentosa, freddolosa ma era una delle poche persone che riusciva sempre a strapparmi un sorriso e che mi manca di più.

Oggi è il giorno del Santo col suo nome e volevo raccontarvi di lei per farvi sorridere nel pensare ad una donna che chiamava suo marito el me terun°, che diceva del paese dove abbiamo la casa che li ve andavan a cagar nanca gli urluch", che chiamava parenti poco amati con tutte le accezioni diverse con cui è identificato il diavolo (Belzebu', Belfagor...), che era coraggiosa (vedeva belli TUTTI i suoi nipoti e lo diceva in giro) ma sopratutto che era una donna capace di amare. Ecco. 
Semplicemente mitica.
Per sempre la mia nonna del cuore.
Auguri Ambros

*dolore di schiena
**ricetta dagli ingredienti segreti, tramandata di generazione in generazione, ottima. Se ne sei curioso/a chiedimele ad una cena!
***psicologia
****bacino
°il mio terrone
"lì non vanno neanche in bagno gli stupidi (per quanto è brutto il posto)

5 commenti:

  1. Purtroppo io non ho fatto in tempo a conoscere la nonna Ambrogia...ma è come se l'avessi conosciuta. Ogni volta che ne parlate traspare sempre l'amore per questa nonnina.
    Il tuo pezzo è stato molto commovente...bello!

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  2. Ti sei dimenticata di scrivere che la nonna Ambrogia sparecchiva quando ancora le persone avevano in bocca l'ultimo boccone...grande Ambros!

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  3. Ieri è mancata la mia di nonna. Avevo appena letto questo tuo ricordo quando sono stato raggiunto dalla notizia.
    Ho riletto quello che hai scritto della tua. Ho ripensato alla mia.
    Le nonne sono persone speciali. Sempre. Forse perchè legate all'infanzia, alla fanciullezza. Non so. Ma sono speciali.
    Ciao nonna.

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  4. Ciao Felice, mi spiace per la tua perdita.
    Hai proprio ragione, i nonni sono persone speciali e l'importante é riuscìre a ricordarlo sempre.
    Un abbraccio

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  5. Negli anni ho scoperto anche che
    1. Sparecchiava ancora prima che finivate di mangiare (come me)
    2. Aveva sempre una coperta addosso (come me)

    Grande Ambrogina!

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