lunedì 10 dicembre 2012

Quando un saluto ti cambia la giornata

Questa mattina ho vissuto qualche ora di ordinaria "follia" all'interno di un ufficio delle Poste Italiane.
Ho varcato l'ingresso che erano le 9.10 e ne sono uscita quasi due ore dopo.
Ho preso due scontrini all'emettitrice automatica per evitare, dopo aver fatto due ore di fila, di scoprire di essere andata allo sportello sbagliato. E capita eh...
In cassa lampeggiava il numero A17 io in mano avevo l'A72. Molto bene.
All'alba delle 10.03 eravamo al numero A44 e il mio ticket per il parcheggio a pagamento era ufficialmente scaduto. Sono così corsa fuori e con l'auto ho raggiunto la Banca. Avevo delle altre commissioni da fare e così ho tentato l'impresa. Altro parcheggio a pagamento, altri numerini e una cordialissima persona che ha risolto un mio problema in meno di dieci minuti.
Così ho pensato: perchè non tentare l'impresa? Ovvero tornare in posta e vedere se in quella mezz'ora persa si era mossa la situazione senza sorpassare il mio numerino.
Incredibile ma vero, altro parcheggio, altra corsa dentro la filiale e sul tabellone elettronico scintillava A64. Ero ancora in tempo anzi...avevo ancora (ben) 8 persone davanti!
L'ultimo signore prima di me era un tipo strano, uno di quelli che definiremmo "non tutto cento". Parlava da solo, dava del tu all'impiegata, faceva mosse strane e chiedeva informazioni sul...tempo. Al che le vecchine stipate nella sala d'attesa hanno iniziato a
dare voce ai loro malumori cotti da ore di attesa e si sono lanciate in grida insofferenti verso quella persona che pur stramba che fosse si differenziava dalle altre per una cosa che...ho scoperto poco dopo, quando è toccato a me.
La signora al mio sportello si è girata verso un suo collega e ha detto: "tutti a lamentarsi di quel signore, di quanto siamo lenti e di quanta fila c'è però pensa...lui è stato l'unico a salutarmi e a dirmi buon lavoro".
A quel punto dentro di me è partita una nuvoletta del pensiero, una di quelle che si creano mentre aspetti qualcosa e ho pensato che davvero è triste che tu (persona generica) sei lì a lavorare e davanti a te hai decine di persone inferocite che non vedono l'ora tu le serva mentre ti riversano addosso qualche lamentela.
Il fatto che in filiale ci fossero 5 casse aperte su 14 non era certo colpa di quelle cinque povere persone che cercavano solamente di fare il loro lavoro.
Immaginate un pò voi se foste dall'altra parte del bancone e vedeste passare centinaia di persone che vi vedono solo come dei nullafacenti che non meritano neanche di essere salutati.
Come avrete capito questo del "saluto" è un tema che mi è caro perchè sembra un piccolo gesto capace però di suscitare grande reazioni.
Quest'estate ero rimasta sconvolta di come passeggiando per le strade scozzesi fosse usanza di tutti salutare chi si incontrava per caso per strada. Provate a farlo voi in un qualunque momento della giornata. Verrete come minimo guardati male o se no bellamente ignorati.
Ma può un gesto di gentilezza ed educazione essere percepito in questo malo modo o arrivare solo dagli "strambi"?
Ricordatevi di non fare agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi.
E poi suvvia: è così faticoso augurare buona giornata o prodigarvi in un semplice saluto?

Il mondo sta diventando davvero triste però basta così poco per renderlo più carino. Pensateci.




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