mercoledì 2 luglio 2014

Un'estate ho fatto foto (parte nona)

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  8. ottava


...Franco, l'altro Francesco: il capo, che mi diceva che l'indomani sarei stata sola a gestire gabbiotto e foto. Avrei dovuto scattare anche di mattina in spiaggia e di sera agli spettacoli. Francesco non faceva in tempo a rientrare, avrei dovuto prendere la sua attrezzatura e sostituirlo.
Di mia sponte, prima di dormire, andai davanti al mare a cercare l'ispirazione che trovava sempre il mio collega. Aspettai fino a che le palpebre non implorarono pietà e quindi letto. Dormii sognando
pan goccioli assassini e alle 9 ero in spiaggia con la mia magliettina bianca e la mia "nuova" macchina fotografica. Tra me e lei un solo, enorme, nemico: il sole che di mattina è implacabile. L'obiettivo era scattare il più possibile prima di mezzogiorno quando il sole prendeva una posizione che mi avrebbe creato ancor più difficoltà.
La giornata passò velocemente, come quando si hanno tantissime cose da fare e ben presto arrivò la sera. Al teatro avrebbero rappresentato il musical Cats ed era la mia prima volta ai piedi del palco. La macchina aveva un flash mal funzionante che scattava ogni quattro scatti. Morale 1 foto su 4 era con la luce e io incrociavo le dita che almeno quella uscisse decentemente. Quando scaricai le foto sul computer passai più tempo a cancellare quelle inutilizzabili che a fare altro; finito di sistemare mi concentrai sulle superstiti e...c'erano degli scatti davvero carini che finirono sulla locandina del villaggio turistico! Ero così contenta! Andai a letto felice come non mai e mi addormentai orgogliosa.
L'indomani tornammo tutti alla solita vita: Francesco riprese le redini e io tornai ai tornei sportivi o ai bambini. Era quasi fine agosto e il villaggio iniziava a svuotarsi. Si incontravano meno persone in piscina e negli eventi serali e l'organizzazione ridusse anche il numero degli animatori che, dopo mesi intensissimi, potevano tornarsene a casa. Vidi le prime lacrime. Animatori e villeggianti erano prevalentemente di giovane età, persone che legavano facilmente e che pensavano che la fine dell'estate fosse una Tragedia perchè spezzava le loro amicizie e i loro sogni infantili del rimanere per sempre amici.
Io guardavo con trepidazione il calendario: ancora pochi giorni e sarei tornata a casa con così tante cose da raccontare e poi...avrei inziato l'ennesima stagione pallavolistica!
Quando arrivò il giorno di salutare tutti per me quindi fu più facile. Molti degli animatori e degli ospiti erano già un ricordo e la struttura era avvolta da quella strana malinconia di fine estate.
L'ultima sera misi un vestitino nero elegante e presi in mano per l'ultima volta la macchina fotografica per consegnarla al suo legittimo proprietario.
Con le valigie con all'interno i vestiti appallottolati, qualche cd con gli scatti miei più belli (ed un book gratis by Francesco) andai verso la stazione piena di un'insolità serenità.
Prima però passai un'ultima volta a guardare il mare con Francesco. Erano le sei di sera e con la coca cola questa volta mangiammo una pizzetta, pensando a quanto sarebbe stato bello vivere così: scattando foto tra la gente, girando il mondo con solo la macchina fotografica e ritrovandoci ogni volta a guardare il mare sentendo di avere già tutto ciò di cui avevamo bisogno.




2 commenti:

  1. C'è sempre un po' di nostalgia quando finisce la stagione estiva... Perchè non posti qualche foto scattata? :)

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  2. Ciao Palmy, grazie di avermi cercata (e trovata) su google :-)
    le foto non posso pubblicarle per via della privacy! Comunque...che ricordi!!!

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