venerdì 14 aprile 2017

L'indole del cane - Stephen Budiansky

Origini, stravaganze, abitudini del Canis familiaris

Titolo originale: The Truth about Dogs

© 2000

260 pagine

Caso più unico che raro: l'introduzione è la parte più bella del libro, fa davvero ridere* e venire una gran voglia di leggere poi però diventa (scolastico come) un saggio per concludere con la mazzata del capitolo finale davvero pesante e (fin troppo) dettagliato sui problemi causati dagli allevamenti che per decenni hanno fatto incrociare consanguinei.

Se avete letto come me "Le storie fra noi due" di Patricia McConnell questo libro vi farà uno strano effetto: sembra quasi che parli di esseri diversi da quelli trattati dall'autrice statunitense sopratutto perché definisce i cani degli incredibili arrampicatori sociali o
inestirpabili parassiti sociali che hanno saputo sfruttare la debolezza sentimentale degli uomini! Sicuramente vi farà guardare in modo diverso i vostri amici quadrupedi e spesso vi ritroverete a... dare ragione a Budiansky!

Il libro "L'indole del cane" è così suddiviso:
  1. L'incorreggibile stravaganza del cane: un'introduzione
  2. Il protocane - in cui delinea le origini di questo animale domestico offrendo questa tesi: non fu l'uomo a decidere di avvalersi dell'aiuto del cane ma fu questo animale a decidere di stare vicino agli umani (che avevano sempre qualcosa di succulento da offrirgli)
  3. Una questione di etichetta, lo stile è il cane
  4. Il kabuki canino
  5. Due colori, un milione di odori
  6. Se sono così svegli, come mai non hanno fatto i soldi?
  7. Comportamenti strani ma (più o meno) normali
  8. Cani difficili, persone disturbate
  9. Brave new dogs
prende così in considerazione le possibili origini del cane, suggerendoci di considerarli animali e non esseri umani perché solamente così li si rispetta pienamente. In quanto animali facenti parte di una specie diversa dalla nostra sottolinea l'importanza di provare a capire cosa significhino alcuni dei loro comportamenti che spesso noi fraintendiamo scatenando incomprensioni che arrivano fino alla violenza. Ribadisce che il cane è un essere gerarchico e che è importante considerare questo fattore durante la convivenza ed i rapporti con lui. Sul finale del libro mette in luce un aspetto inquietante osservabile anche ai giorni nostri ovvero un aumento nell'incidenza di disturbi comportamentali tra i quali l'aggressività, diretta verso altri animali o esseri umani, fenomeno ancora senza una spiegazione certa (sfatando il "mito" dei pit bull come animali più pericolosi e vedendo nei primi posti della classifica di uno studio fatto da una clinica australiana bull terrier, pastori tedeschi, labrador, barbone, cocker spaniel e rottweiler!).
Un libro interessante ma che richiede applicazione e concentrazione.



*cave canem, il detto che nell'antica Roma i padroni di casa facevano scrivere sui pavimenti a mosaico, significa "attenti al cane". Non credo sia solo come battuta che qualcuno ha suggerito che quello stare "attenti" non volesse dire "a non farvi mordere dal cane" bensì "a non inciamparci, perché lui non ha certo intenzione di alzarsi per farvi passare.

Nessun commento:

Posta un commento