giovedì 7 dicembre 2017

The Place e Il colore nascosto delle cose (spoiler)

Diamo fiducia al cinema italiano, no?
Ho pensato questo andando ieri al cinema e purtroppo, ancora una volta, ne sono rimasta delusa.
immagine dal sito http://magazine.polis-sa.it

Eppure l'idea di The Place era intrigante: un uomo incontra delle persone in un bar per realizzare i loro desideri. Loro però, per far si che i desideri si realizzino, devono portare a termine un compito: c'è la donna anziana che
chiede che il marito guarisca dall'Alzheimer, c'è la ragazzetta che vuole diventare più bella, il padre burbero che vuole recuperare il rapporto col figlio, una suora che vuole risentire Dio. Il fatto è che l'uomo chiede prove tremende (rubare, uccidere, violentare). Tutti si ribellano ma alla fine tutti provano ad eseguire i compiti per raggiungere i loro sogni perché c'è sempre qualcuno disposto a fare delle cose brutte per raggiungere i propri scopi...

Il finale del film rimane aperto (chi è LUI, il protagonista? E chi è LEI?) lasciando così la possibilità a diverse interpretazioni.
Mastandrea convincente ed in generale cast ben assortito, peccato per la Ferilli che col passare degli anni assomiglia sempre di più a Carmen di Pietro.

Una cosa bella in The Place c'è, questa canzone:


IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE
immagine dal sito
www.comingsoon.it
Emma è un'osteopata che collabora con l'iniziativa "dialogo nel buio". Quando Teo sente la sua voce rimane colpito e quando il destino li
fa ri-incontrare non perde l'occasione per conoscerla meglio. Nonostante Teo abbia già una fidanzata e pure un'amante (!) non riesce a resistere al fascino discreto di Emma che inizia con lui una storia piena di passione e... delusione.

L'unica cosa che mi è piaciuta del film è la performance incredibile di Valeria Golino: davvero credibile nei panni di una persona non vedente.
Incomprensibile la caratterizzazione del protagonista maschile Teo: immaturo, poco serio, presuntuoso e paraculo. Semplicemente poco interessante. Osceno quando lui manda la foto del letto e del bastone di Emma  all'amico, come trofei della scopata avvenuta: becero maschilismo. Pessimo sopratutto se a farlo è un "uomo" di quarant'anni...

L'idea del film secondo me era carina: mostrare la vita (e le conseguenti difficoltà) di una persona cieca. Non c'è pietismo: Emma ha un lavoro soddisfacente, un'amica simpaticissima, una casa in ordine e nessun segno di depressione; non è quindi una "povera handicappata" per cui si prova pena. Peccato però che si dilunghi troppo nel raccontare la storia tra Emma e Teo che di interessante ha poco mentre la cosa più notevole de "Il colore nascosto delle cose" è il rapporto tra Emma e Nadia, un'adolescente che ha da poco perso la vista. Qui si che si vede una persona in difficoltà: una ragazzina che si rifiuta di andare a scuola, di usare il bastone e di provare a reagire alla menomazione. Si vede la madre che cerca di stare vicino alla figlia senza riuscire a sapere come aiutarla e si riesce quasi a provare la paura e il dolore di quella ragazzina che alla fine trova il coraggio di reagire quando Emma si apre con lei e la smette di dire che la vita è bella ammettendo di aver tentato il suicidio. Pe-san-tis-si-mo!



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