mercoledì 1 dicembre 2021

Di cosa parla "ADDIO ALLE ARMI" di Hernest Hemingway

Come ogni lettrice appassionata che si rispetti anche io ho la mia bella lista di libri da leggere prima di morire 😅. In verità la lista non è una sola ma ne ho una per diversi "ambiti": fumetti, narrativa, cinofilia, benessere… e la cosa bella è che ognuna di quelle liste è in continuo aggiornamento. La prima cosa che mi viene in mente è un aforisma di Frank Zappa: così tanti libri, così poco tempo.  

Quello di Hemingway, Addio alle armi, è un libro che rientra in mille-mila lite e l'ho letto velocemente ma mi sono serviti alcuni giorni per "elaborare" il contenuto. La descrizione migliore si trova nella quarta di copertina dell'edizione che ho letto della Oscar Mondadori del 1991 con introduzione e traduzione di Fernanda Pivano. Leggete qui:

(link libri recensiti)


Lo stile con cui è scritto questo libro di Hemingway, pubblicato nel 1929, è un mix di autobiografia ed invenzione: lo scrittore americano infatti guidò le ambulanze destinate al fronte italiano verso la fine della Prima Guerra Mondiale e rimase ferito proprio come il protagonista!

Il tenente Frederic Henry guida le ambulanze per trasportare i feriti della prima linea agli ospedali da campo più vicini. La situazione sembra in stallo, con gli eserciti fermi e schierati sui monti, fino a quando una bombarda colpisce inaspettatamente il gruppo di Henry. Quando il tenente si alza in piedi nota le profonde ferite alle gambe e il collega Passini dilaniato davanti a lui. Viene curato sul posto ma le sue ferite richiedono cure più specifiche e viene condotto a Milano dove viene operato per recuperare la funzionalità del ginocchio. In quest'ospedale ritrova Catherine Barkley, infermiera che aveva conosciuto sul fronte e con cui instaura una relazione clandestina. I due si amano per i tre mesi di convalescenza del ferito prima che quest'ultimo venga richiamato a servire l'esercito. Quando Henry ritrova i vecchi "colleghi" c'è qualcosa che è cambiato in lui, forse la razionale consapevolezza dell'inutilità di questa guerra. Nonostante la situazione sembri ancora in stallo l'esercito improvvisamente deve battere in ritirata ed Henry deve guidare la sua ed altre ambulanze al distaccamento più vicino. La strada scelta però si rivela più impervia del previsto ed è costretto ad abbandonare il mezzo in una strada fangosa e ad unirsi all'enorme folla di umanità che sta cercando di sfuggire dal nemico. Durante la marcia

viene riconosciuto da alcuni carabinieri che lo interrogano insieme ad altri pari grado che vengono fucilati ad uno ad uno per aver abbandonato i loro battaglioni. Quando sta per arrivare il momento del suo interrogatorio Henry si butta nel fiume e si lascia trasportare dalla corrente mentre gli spari sorvolano di poco la sua testa. Una volta riemerso riesce a saltare su un treno al volo che lo riporta a Milano dove è ufficialmente un disertore. Dismessa la divisa da militare cerca Catherine che però si è trasferita con un'amica sul lago maggiore in attesa di... partorire suo figlio. Quando i due innamorati si ritrovano hanno però poco tempo per stare tranquilli perché arriva il custode dell'albergo ad avvisarli che il giorno dopo Henry verrà arrestato. I due allora partono di notte sulla piccola barca offertagli dal ragazzo ed Henry voga tutta la notte cercando di arrivare sano e salvo al confine svizzero. Qui viene subito intercettato ma, fingendo di essere in quella zona per dedicarsi agli sport invernali e forte dei soldi che lui e Catherine hanno con se, viene registrato senza conseguenze. Lui e Catherine vivono spensierati sui monti svizzeri per alcuni mesi fino al momento del parto: la gravidanza dell'amata, che era stata fino ad allora incredibilmente serena, si conclude con un lunghissimo travaglio che vede il bimbo nascere morto e la donna spirare poco dopo.

Tre per me sono i passi più belli di Addio alle armi

  • lo scoppio della bomba che ferisce il protagonista
  • la ritirata
  • la fuga a colpi di remi di notte sul lago maggiore
In tutte queste scene, ma in verità in tutto il libro, sembra di essere accanto al protagonista, sembra di vivere con lui quelle tragiche e spaventose situazioni. Davvero come un'immersione nella storia, emozionante. Sarà per questo che Fernanda Pivano ammirava tanto Hernest Hemingway? 

Perché cito la Pivano?

Perché l'introduzione di Addio alle armi è firmata dalla Pivano fa un excursus per riassumere le date ed i fatti salienti della vita dello scrittore americano che così conclude: "ora a me non resta che cercare di trasmettere un po' del mio amore per questo libro che una notte di tanti anni fa mi ha fatto scoprire uno scrittore e insieme mi ha fatto scoprire un modo di scrivere e soprattutto di vedere la vita".

Pensate che la traduzione di questo libro le le costò anche l'arresto. Riporto da wikipedia: "a Torino viene arrestata perché si reca al comando delle SS dove era trattenuto il fratello Franco, catturato poiché in una precedente retata presso la sede dell'Einaudi di Torino era stato trovato il contratto, erroneamente intestato al fratello, per la traduzione del romanzo di Ernest Hemingway Addio alle armi.[3] Questo romanzo sarà pubblicato in Italia solo nel 1945 perché ritenuto lesivo dell'onore delle Forze Armate dal regime fascista, sia per la descrizione della disfatta di Caporetto, sia per un certo antimilitarismo sottinteso nell'opera. Il fratello viene immediatamente rilasciato ma la Pivano viene arrestata e interrogata a lungo da due ufficiali tedeschi e poi rilasciata.[3]"

Unico neo nell'introduzione della Pivano è che fa un… mega spoiler su cosa succederà ad una protagonista del libro!




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