venerdì 19 aprile 2013

Riflessione del Venerdì: il dialogo ha ancora importanza?

Ciao,

dal sito www.it.freepik.com
questa mattina mi è capitato tra le mani un - se così si può definire - "articolo" di...giusto qualche anno fa. Correva precisamente il 1401. Si avete letto bene. Più di seicento anni fa si aveva ben chiaro in testa il concetto secondo cui il dialogo era importantissimo, se non fondamentale, per creare delle opinioni valide.
Quest'oggi come siamo messi?
Mi viene in mente solo tanta gente che comunica grazie ad app sempre più aggiornate, con le dita in continuo movimento su pc, tablet e cellulari.
Sempre meno gente capace di parlare e di farlo guardandoti in faccia; persone distratte, ignoranti ed indifferenti. Disagi sociali, disagi psichici, disagi.
Certo non è che il dialogo risolverebbe tutto ma...solo io rimpiango quelle belle discussioni in cui magari si arrivava ad alzare la voce ma c'era uno scambio proficuo di idee? E non come ora dove la gente sputa frasi strappate dalle cartine dei baci perugina o dalle pagine di facebook?
In questi giorni di attesa del nuovo governo, tutti a dichiararsi indignati per i nostri politici incapaci di guidarci ma
mi guardo intorno e vedo solo persone menefreghiste, capaci di giudicare solo perchè hanno la bocca e con una capacità di riflessione pari a meno due.
Ormai le discussioni più frequenti sono relative a qualche talent show televisivo e noto che la distinzione tra bene e male si sta dissolvendo sempre più. La gente è sempre meno predisposta al dialogo e sempre più concentrata solo su se stessa.
Gli individui perdono sempre più velocemente la loro personalità per entrare a far parte di qualche massa indistinta in cui credono di sentirsi al sicuro ed in cui non si accorgono di perdere ciò che avevano di più caro: la loro individualità.
Ma insomma: dov'è il testo di cui vi accennavo?
Ecco alcuni punti fondamentali tratti dal sito: www.laterza.it
  • Che cosa può esservi infatti, in nome degli dèi immortali, di più giovevole, per afferrare a pieno sottili verità, della discussione, quando sembra che più occhi osservino da ogni parte l'argomento posto in mezzo, in modo che nulla ne resti che possa sfuggire, o rimaner nascosto, o ingannare lo sguardo di tutti? Che cosa c'è, quando la mente è stanca e abbattuta, e quasi disgustata dalla lunga e assidua occupazione, che meglio la rinfreschi e rinnovi, dei discorsi scambiati in comune, mentre la gloria, se si superano gli altri, o la vergogna, se si è superati, spingono con maggior vigore a studiare e a imparare? Che cosa può esservi di più adatto ad aguzzar l'ingegno, a renderlo abile e sottile, della discussione, quando è necessario in un istante applicarsi alla questione, riflettere, esaminare i termini, raccogliere, concludere?

  • Ed è assurdo parlare seco stessi e molte questioni esaminare tra quattro pareti e in solitudine, e poi nelle radunanze degli uomini tacere come se nulla si sappia;

  • in nessun momento della mia vita nulla mi fu più gradito, nulla ho cercato di più che l'incontrarmi, quando era possibile, con uomini dotti, ed esporre loro quel che avevo detto e meditato, e su cui avevo dei dubbi, per sentire la loro opinione in proposito".
Perchè la discussione spaventa?
Forse perchè significa mettere in gioco ciò che di solito si vede meno di noi: i nostri pensieri.
Eppure condivido con l'antico filosofo il ritenere il dialogo una delle fonti di maggior piacere (e sviluppo) per l'uomo. Certo ci vuole volontà (di mettersi in discussione) ed umiltà (per accettare anche opionioni diverse dalle nostre). Ma, come sottolineato nel secondo punto, a cosa serve angustiarci in mille pensieri quando siamo da soli se poi non ci confrontiamo con qualcun altro quando ne abbiamo le occasioni?

Voi cosa ne pensate?




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