mercoledì 3 aprile 2013

Robinson Crusoe - Daniel Defoe

261 pagine

scritto nel 1719

Titolo originale: The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe, of York, Mariner 

Trama:
Robinson Crusoe è un giovane col desiderio di girare il mondo. I suoi anziani genitori, che hanno già perso due figli, scoraggiano il giovane dal cercare avventure in luoghi lontani ma, appena compiuti 18 anni...il ragazzo prende il largo. L'avventura dura poco perchè la nave scelta per il viaggio affonda a causa di una violenta tempesta. Nonostante le preghiere e promesse rivolte al Signore ("se mi salvi non partirò più"), una volta a terra Robinson sente di nuovo il desiderio di navigare per il mondo. Anche il secondo viaggio però non è dei più fortunati: la sua nave viene assalita dai pirati Mori che lo catturano e lo fanno loro schiavo. Durante un'uscita di pesca, scappa con l'aiutante Xury con cui costeggia l'Africa e ha occasione di uccidere un leone e di rivenderne poi la pelle al capitano di una nave che si sta imbarcando - e con cui parte - per il Brasile. Qui passa qualche anno occupato con le piantagioni di zucchero e tabacco e anche se si sta arricchendo...torna a farsi sentire il suo spirito di viaggiatore e parte alla volta della Guinea in cerca di schiavi per i suoi terreni. Sembra però che Robinson non sia un marinaio fortunato perchè
anche questo viaggio si rivela una tragedia e quando per l'ennesima volta la nave su cui sta navigando affonda, sembra giunta la sua ora. Invece è l'unico delle 11 persone sulla scialuppa d'emergenza a salvarsi. Ma è salvezza essere l'unico superstite di un naufragio ed approdare su di un'isola deserta? Vivere significherà cercare di sopravvivere tutto da solo, procacciandosi il cibo e costruendosi un riparo col solo aiuto delle sue mani e del suo ingegno. L'isolamento forzato lo avvicinerà alla religione, unica compagnia della sua desolazione. Paure, incubi ed infine qualcosa d'insperato.

Mie considerazioni:
Quando lo scrittore narra i momenti di tempesta sembra di essere sulla nave e ci si sente quasi ondeggiare, molto realistico. Piacevole e scorrevole, a parte il fatto di essere pieno di termini marinareschi (e chi non ha dimestichezza con gomene, sartiame, murate potrebbe fare fatica ogni tanto a capire con cosa stia armeggiando l'"eroe").
Riesce ad essere interessante per buona parte del libro anche se ha, secondo me, ha un grave difetto: non riesce a trasmettere lo smarrimento e l'angoscia che dovrebbe provare una persona sola dispersa in un angolo di mondo sconosciuto.
La cosa più bella è la descrizione che fa del progressivo adattamento di Robinson alla vita sull'isola. Adattamento che parte da una sorta di accettazione della sua nuova condizione e che mostra la sua non rassegnazione a quell'infausto destino. Robinson non si costruisce semplicemente un riparo ma cerca di creare una dimora in cui sentirsi a casa, perde giorni, forze e pazienza nella costruzione di mobili di arredamento, di barriere di protezione, di utensili per il lavoro dei campi e della cucina. Passa poi alla cattura di animali col fine di addomesticarli per assicurarsi del cibo anche quando non avrà più polvere da sparo e tenta in tutti i modi di costruire una barca con cui scappare dal suo confinamento forzato.
Nelle parole dell'autore traspare l'orgoglio dell'uomo solo che non si arrende e che cerca di reagire al fato avverso. L'orgoglio di costruire qualcosa da soli, incappando in molte delusioni e frustazioni ma riuscendo a venirne a capo dopo mille tentativi. Fa riflettere sul fatto di come sopratutto noi oggi siamo sempre meno capaci di costruirci da soli oggetti di uso comune e non sapremmo minimamente dove iniziare anche solo nel provare a costruirci un cestino di vimini da soli. Si può definire un elogio alla manualità e alla forza d'animo dell'uomo che, se capace di non demordere, può portare solo a buoni risultati.

Citazioni:
  • la prosperità è spesso l'origine delle più gravi sciagure per chi ne abusa

  • si muore di piacere come di dolore

ps
il suo famoso amico, che incontra dopo ben 28 anni di isolamento, è il mitico Venerdì!
E vediamo: chi di voi ricorda il nome dell'amato pappagallo? :-)


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