martedì 16 settembre 2014

Il sogno che avete realizzato

Ciao!

Questa mattina mi sono svegliata col "piede giusto".

dal sito www.giovaniverona.it
Mi sono addormentata pensando di essere fortunata, era una sensazione generale non qualcosa di specifico e mi sono svegliata contenta.

Troppe volte ci infiliamo in lamentele e malumori quindi pensavo: perchè non pensiamo a qualcosa di bello e mi raccontate il sogno che avete realizzato?

Cosa ne so: può essere tipo che avete sognato di trovare 5€ ed il giorno dopo li avete trovati davvero o può essere un sogno più metaforico tipo sposarsi con un abito da principessa su un lago a mezzanotte o comprare la casa dei vostri sogni o fare il lavoro che immaginavate da bambini o...insomma: quale sogno avete realizzato?

Abbiamo detto che oggi NO NEGATIVITA' e NO DEPRESSIONE quindi spremete le meningi e raccontatemi o raccontatevi. A volte ci si demoralizza per poco e invece se ci si soffermasse di più sui nostri piccoli successi si sarebbe molto più orgogliosi di noi stessi e quindi anche più fiduciosi nel mondo. No?

Inizio col raccontarvi il mio? In verità ne ho realizzati due, solita esagerata. Ma se mi leggerete vedrete che erano dei sogni abbastanza umili anche se decisamente soddisfacenti.

Il primo sogno che ho realizzato è stato quello di
arrivare a giocare in serie B1 a pallavolo.
Quando iniziai a giocare avevo la rincorsa al contrario e mi sono fermata al mio promettente 1,75 m dello sviluppo. Ho sempre avuto un carattere particolare che mi ha creato parecchie inimicizie paradossalmente a causa della mia sincerità-spontaneità. Giocavo imitando un cartone animato e faticavo a capire gelosie ed invidie che ci misero poco ad arrivare. Dopo tre mesi mi passarono nella squadra "A" ma i miei genitori se ne stettero sempre in disparte, non cercarono mai di infiltrarsi come dirigenti o accompagnatori per favorirmi e lasciarono che io me la cavassi da sola. La mia prima società mi vendette ad una nemica augurandomi di fare il fenomeno in prima divisione (una delle serie più basse) e io che fino a pochi mesi prima ero anche stata chiamata ad allenarmi con la B1 mi sentii punta dal sacro fuoco della "vendetta". Accettai di giocare in serie C quando altre coetanee meno dotate sgambettavano sui cambi di serie maggiori. Subii i commenti di genitori di ex compagne che godettero quando seppero della mia retrocessione e accettai la sfida di farmi tutti i giorni Lambrate-Castellanza per seguire il fascino pazzo di un guru di nome Emilio. Sacrificai una spalla alla passione ma non cedetti. Il giorno dopo l'operazione contavo i giorni alla mia ripresa. Ho pianto e faticato come non mai e rimpiango quei giorni in cui sentivo la possibilità di farcela, di risalire e stupire quasi concretamente. Mi hanno cambiato di ruolo, mi hanno tirato dietro delle scope, mi hanno ignorata ma sopra tutto c'era la mia voglia di giocare e di provarmi. Ho avuto LA possibilità: ho scelto di andare ancora più lontano e di fare la panchina in B1 e il destino mi ha ripagata facendo letteralmente sparire la titolare! Mi sono ritrovata titolare di colpo in una categoria che da bambina solamente sognavo perchè per le mie capacità era il mio massimo. E ci sono riuscita! Ero una delle centrali più basse, ero uno dei caratteri peggiori (?), ero una delle più scarse a muro...eppure non solo ho giocato ma ho anche giocato bene! E non solo ho fatto un anno di B1 ma ne ho fatti 5 + una promozione dalla B2 alla B1 e spesso ho ripensato a quel papà che tentò di umiliarmi dopo una fresca retrocessione e alcune delle mie schiacciate più belle sono arrivate grazie a lui.
E' stato un sogno che ho covato per anni e che ho realizzato dopo quasi dieci dall'inizio dei primi allenamenti.
Quanto mi è costato solo i miei genitori lo sanno.
Finito amaramente ma è stato un percorso bellissimo, dopotutto.
E ogni volta che scendevo in campo, la prima partita ufficiale dell'anno, pensavo ad una sola cosa: a quella bambina che dalla gioia andava da casa alla palestra già vestita da allenamento, con le ginocchiere calate sulle caviglie, orgogliosa del suo borsone sulle spalle. Ridicola forse, ma incurante degli sguardi altrui come solo le persone felici e che hanno un sogno fanno.

2 commenti:

  1. e come non potrei sapere quanti sacrifici hai ( e abbiamo fatto ) ? pero' il tuo sogno si e' avverato e quel sohno l'abbiamo condiviso con te e pazienza invidie e commenti poco felici tu ce l'hai fatta solo ed esclusivamenteb con la tua grande voglia di giocare.

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