mercoledì 6 aprile 2016

Nessuno può mettere Baby in un angolo (Dirty dancing docet)

Ieri sera hanno trasmesso IL film che ha fatto sognare diverse generazioni di donne: Dirty Dancing.
Questo film del 1987 è riuscito a diventare un cult nonostante i primi tempi fosse trasmesso solamente da rete4 (la rete delle nonne, diciamolo). Ha superato tre decenni e riesce sempre a farci emozionare. Parlo al plurale perché non conosco una donna a cui non sia piaciuto e che non avrebbe voluto essere Baby.
Perché siamo sincere: Dirty Dancing non è solo un film sul ballo, non è solo un film sulla famiglia, non è solo un film sull’Amore ma è anche un film sul... 
brutto anatroccolo.
Baby rappresenta la ragazzina che quasi tutte siamo state. Quella goffa e coccolata, quella che sembrava invisibile ai fighi della cumpa ma che era comunque un rospetto con personalità. Va in vacanza con i suoi e la sorella maggiore (una sfitinzia che si riscatta nel finale) prova a darla via come il pane mentre lei riesce sempre a farsi incastrare dal più noioso della compagnia e in giochi assurdi; però qualcosa bolle in lei. E quando vede Johnny niente sarà come prima. Lui è lì, bello come il sole. Un manzo con la camicia aperta e i pantaloni aderenti. Ma soprattutto lui la fa ballare in due giorni! Roba che neanche Milly Carlucci e il suo staff del sabato sera!
Il primo approccio con Johnny, come capita quasi sempre quando si incontra il più figo della situazione, è tragicomico. Lei si presenta dicendo: aiutavo a portare le angurie. Mentre lo dice noi sprofondiamo per solidarietà sul divano.
Poi Johnny balla con la strafiga bionda, quella che è sottile come un’acciuga e si muove come se sapesse che ad un suo passo il mondo cade ai suoi piedi. Baby mette il body e fa tenerezza coi suoi cosciotti e il suo profilo gobboso. Eh si perché diciamolo: Baby è bruttina ed ha un naso inguardabile. Eppure ha quel sorriso e quegli occhietti vispi e i capelli ricci che fanno tenerezza. Baby tutta fa tenerezza: è dolce, generosa, simpatica e altruista. Tutto tranne che una gnocca. Però Baby ha anche una personalità! Quando la bonazza sta male la aiuta, chiama il suo papà e si sente pure dire che è solo una ricca bambina viziata. E nonostante questo aiuta i ballerini provando ad imparare un ballo in 48 ore, indossando un vestito che la fa sembrare uno spaventapasseri e sbagliando il salto finale.
Sembra la storia della piccola fiammiferaia invece… invece Johnny-il-bonazzo tra un solletico sotto l’ascella e un salto nell'acqua rimane colpito.
La svolta è la sera dopo il ballo. Il brutto anatroccolo va, di notte, da sola, da Johnny. Noi tremiamo per lei. Ma è pazza? Il papà cosa dirà? E se Johnny è con un’altra?
Invece LUI apre la porta, mezzo nudo, solo. E’ stanco, preoccupato e stupito da quell'apparizione. Sistema le rare cose che ha sparse per casa e poi iniziano a parlare. E noi tratteniamo il fiato perché allora forse TUTTE NOI abbiamo una possibilità. Quando parte CRY to ME di Solomon Burke praticamente stiamo ballando e ansimando con loro.
Il fatto che vadano a letto insieme segna il passaggio di Baby dall’essere una ragazzina all’essere una donna ma sancisce anche qualcosa di più: un legame. I due sembrano amarsi davvero. Si incontrano in ogni momento e anfratto possibile per ballare, giocare, amarsi.
E poi come in ogni storia d’amore famosa che si rispetti… la "tragedia". Johnny viene accusato di aver rubato e viene cacciato. Baby sembra salvarlo dicendo che non può aver rubato perché i due hanno passato la notte insieme. Così facendo lo scagiona ma si svergogna davanti ai genitori e lui viene cacciato lo stesso per aver intrattenuto una relazione inappropriata con una cliente del villaggio vacanze. Eh ma che sfiga!
Sembra il solito amore adolescenziale estivo. Finite le vacanze finito l’amore, i due si separano in modo triste e frettoloso. E ancora una volta pensiamo: va sempre allo stesso modo…
Poi arriva LA scena finale. Quella che tutte noi teniamo segretamente chiusa nel cuore aspettando che il nostro Johnny abbia lo stesso coraggio del Johnny del film.
Il manzo apre la porta tipo saloon, cammina tipo buttafuori e dice la frase con cui vorremmo tappezzate le facciate delle nostre case: nessuno può mettere Baby in un angolo. In quella frase c'è orgoglio, desiderio, rispetto, passione... Amore.
Lei stretta lì tra i suoi genitori quasi sobbalza. Noi vorremmo buttare all'aria il tavolo con loro. Johnny invece non calcola nemmeno il padre che si alza: ora l’unico uomo di Francic/Baby è lui. Ferma lo spettacolo, sale sul palco e (tenendoci sempre per mano) dice che lo spettacolo di chiusura è sempre stato suo e che la donna al suo fianco l’ha reso un uomo migliore. Noi stropicciamo bene gli occhi e controlliamo che sia ancora Baby, sempre Baby, proprio Baby?
Parte the Time of my life e noi lo sappiamo già che lei non solo riproverà il salto ma ci riuscirà, mentre gli amici ballerini hanno messo in piedi un flash mob che ai nostri giorni si sognano e Johnny è riuscito non solo a far ballare Baby ma anche le due vecchie dietro, quelle con la pelliccia.

Quello che succede dopo non ci interessa. Noi siamo ancora su in cielo tra le braccia di Johnny, un adorabile Patrick Swayze che ci ha lasciato troppo presto ma che come Baby ameremo per tutta la vita. 

2 commenti:

  1. Ma che bel post Michy!!!!
    Eh già, questo film ha fatto sognare un'infinità di donne!! C'è una piccola Baby in ognuna di noi : un tenero brutto anatroccolo che anela a riscattarsi e ad accaparrarsi il figo di turno:-D
    Mamma quanto,ma quanto ma quanto era gnocco Patrick Swayze!!!!?? (sospiro) Che tristezza che sia morto..
    Comunque Michy, mi hai fatto venire una voglia matta di rivedermi il film e sognare un po' ad occhi aperti!!!! E per questo ti ringrazio:-)

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    1. mi ricordo quando l'ho visto per la prima volta con mia madre. Ero una bambina e mi faceva ridere che lei sbavasse per Johnny/Swayze! Crescendo avrò visto quel film almeno una volta all'anno e piano piano... mi sono innamorata anche io. La sua colonna sonora è stata una dei pochi cd che ho comprato! Adesso l'ultimo sfizio è rivedermelo in lingua originale. Quello che non cambia è che ogni volta fa sognare anche me. Lo adoro!

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