lunedì 27 febbraio 2017

Il diritto di morire: la scelta di Fabiano

Raramente scrivo di cose così delicate come la vita e la morte ma quest'oggi sono stata colpita dalla richiesta (e dalla scelta) di Fabiano Antoniani, riportata su numerosi quotidiani e telegiornali.
Fabiano è un uomo di 39 anni tetraplegico (ovvero non può muovere gambe, torso e braccia) e cieco in seguito ad un incidente stradale. E' in queste condizioni dal
2014 e nel tempo ha provato numerose cure per provare a migliorare la sua salute. Tutte senza successo. Ha scoperto l'Associazione Luca Coscioni e ha chiesto di essere accompagnato nella scelta più difficile (ma secondo me legittima) della sua vita: quella di scegliere quando morire. Nel mondo solo Svizzera, Canada e Oregon permettono il suicidio assistito anche agli stranieri e Fabiano in questi giorni sarà proprio in una clinica Svizzera per mettere fine alle sue sofferenze e quindi alla sua vita.

La sua è una scelta che penso non possa essere giudicata. Da nessuno. Ne da persone ne da Istituzioni.

Quello che penso è che quel tipo di scelta dovrebbe essere appunto una scelta libera che ognuno dovrebbe avere il diritto di poter fare quando sente di non riuscire più a vivere altrimenti.

Io sono favorevole a questa procedura che, sotto accurato controllo medico, permette di usufruire di una "pozione" che in pochi minuti libera più che uccide.

E' un argomento delicatissimo, ne sono consapevole. Però penso che non ci sia niente di più personale della scelta di come vivere.

Sul sito dell'Associazione L. Coscioni c'è anche la possibilità di firmare l'appello di Dj Fabo "Subito la legge per il testamento biologico".

Fabiano Antoniani - Dj Fabo - Luca Coscioni - suicidio assistito - testamento biologico - Svizzera - legalizzazione dell'eutanasia - diritto alla vita - diritto alla morte- #liberifinoallafine

1 commento:

  1. Sono totalmente d'accordo con te. E faccio veramente fatica a capire chi, soprattutto in casi come questi, critica una scelta del genere. Il finto buonismo e la finta umanità che spesso esce quando la cronaca porta alla luce casi come quello di DJ Fabo o della più conosciuta Eluana vengono il più delle volte associati alla parola FEDE...Ma la mia domanda è: fede di che?

    Credo ci sia anche una netta differenza tra chi nasce tetraplegico e chi, nato sano, tetraplegico diventa nel corso della vita. Non è che uno sia più o meno fortunato dell'altro ma semplicemente il primo, rispetto al secondo, non sa com'era la vita prima..non sa cosa vuol dire correre, andare in moto o semplicemente uscire per un gelato. Penso ai genitori ed amici di queste persone..alla sofferenza che passano quotidianamente...al senso di impotenza che devono provare. L'ultimo mio pensiero va ad Eluana a DJ Fabo ed a tutte quelle persone che finalmente si sono liberate di quella cosa chiamata vita che evidentemente vita più non era. Sono felice perché ce l'avete fatta.

    Sono totalmente contraria a chi pensa di poter giudicare le scelte degli altri soprattutto su temi così importanti e delicati..ma qui si aprirebbe un mondo..

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