mercoledì 17 febbraio 2021

Gli attacchi di panico: raccontati da Alessandro Baronciani in "Quando tutto diventò blu"

Quando ho prenotato questo fumetto in biblioteca non avevo fatto caso al nome dell'autore. Una volta a casa però, quando ho preso il volume in mano, mi è tornato in mente che di Alessandro Baronciani avevo già letto qualcosa: Negativa, un fumetto che non mi aveva colpita e di cui avevo scritto giusto due righe.

Memore di quell'esperienza, confesso di essere partita a leggere prevenuta però alla fine posso dire che "Quando tutto diventò blu" mi è piaciuto più di "Negativa". 

Grazie alla recensione di Valeria Righele su Fumettologica ho scoperto che "Quando tutto diventò blu" uscì per la prima volta nel 2008 e questa del 2020 è quindi una riedizione con l'aggiunta di frame tagliati nella prima edizione. 

A parte la copertina in cui ci sono colori diversi, tutto il libro di Baronciani ha come protagonista il Pantone classic blu e il panna. Come per il fumetto "Quello che voleva essere" mi sono piaciuti più i disegni dei paesaggi che quelli dei personaggi che risultano come abbozzati e poco espressivi. Alcuni disegni mi hanno ricordato le opere di Juan Francisco Casas che realizza opere stupende con una penna Bic!

Ma quindi di cosa parla questa graphic novel?

Come anticipato dal titolo di questo post, la protagonista di "Quando tutto diventò blu" soffre di attacchi di panico che la portano verso la depressione. Gli attacchi iniziano dopo aver ricevuto la notizia della morte di Marco, un compagno di università che le aveva parlato della sua malattia ma che comunque continuava a fare progetti. La ragazza inizia a girare con del Lexotan in borsa non riuscendo più a farne a meno senza riuscire ad ammettere di avere attacchi di panico ed iniziando una girandola di esami e visite mediche per cercare di trovare una spiegazione "fisica" al suo disagio; mette un holter, prende psicofarmaci, è assalita da mal di testa, non riesce a dormire la notte, allontana chi cerca di starle vicino (senza capirla), smette di uscire di casa; poi un giorno, mentre legge il libro di Marguerite Yourcenar "Memorie di Adriano" riconosce che gli attacchi di panico sono una malattia e smette di fare visite inutili, sentendosi meno stupida e meno sola. Cambia casa e va a fare una gita in mare con gli amici. Mentre è immersa nell'acqua riesce a godersi la sensazione di essere sostenuta dall'acqua e mentre apre le braccia osserva il blu intorno a lei che le ricorda "il cielo verso sera e sembra di volare". 

Quest'ultima immagine mi ha particolarmente colpita perché mi ha ricordato un'esperienza simile: quando avevo quattordici anni sono andata a fare un camp estivo con la squadra di pallavolo. Dopo pochi giorni mi feci male ad una caviglia e faticavo a camminare ma poco dopo saremmo dovuti andare all'Aquafan di Riccione: non potevo stare a casa. Al pomeriggio, nella piscina grande, c'era l'effetto mare mosso e tutta la mia comitiva era eccitata da quell'esperienza. Mi buttai in acqua con le altre ma un'onda inaspettata mi fece andare a fondo: picchiai la caviglia infortunata ed il dolore mi fece aprire la bocca e bevvi molta acqua. Senza più capire molto cercai confusamente di uscire aggrappandomi disperatamente ad una scaletta: ero così in panico che non riuscii neanche a chiedere aiuto. Una volta fuori mi sentii al sicuro come mai ero stata e per anni non entrai più in acque che superassero la mia altezza. Non lo dissi mai a nessuno. A diciannove anni andai in Croazia a Krk: niente spiagge e tutte passerelle di cemento che significa che dopo pochi metri l'acqua è subito profonda. All'inizio ero terrorizzata, entravo poco in acqua. Poi un giorno presi coraggio e guardai giù: la trasparenza dell'acqua mi permetteva di vedere tutto: fondali e pesci e mi spinsi più avanti. All'inizio fu faticoso: avevo sempre paura di affogare o di non riuscire più a tornare indietro ma piano piano quella paura si trasformò in entusiasmo ed iniziai a fare nuotate sempre più lunghe riuscendo a rilassarmi così tanto da godermi ogni secondo dentro l'acqua che da nemica è diventata quasi una necessità (poche cose oggi mi fanno stare bene come nuotare o stare a mollo nel mare). 

Quindi alla fine lo stile di Baronciani non mi fa impazzire ma "Quando tutto diventa blu" mi è piaciuto (sicuramente più di Negativa).

Qui il link con le recensioni di tutti gli altri fumetti!


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