giovedì 6 maggio 2021

Una canzone al giorno - 31 - EDITH PIAF: je ne regrette rien

La "mia formazione musicale" si deve al Chicco ovvero mio fratello: quando ero piccola era lui che, avendo otto anni più di me, comprava vinili e cassette. E' quindi a lui che devo la passione per Vasco e i Queen su tutti, poi Enya, gli Estopa ed anche la cantante di oggi, la francese Edith Piaf con una delle canzoni che se dico preferita poi mia madre e la Titti mi prendono in giro ma dicevo, con questa canzone che mi fa letteralmente vibrare l'anima: "Je ne regrette rien". Eccovela:



Qui il testo tradotto di Je ne regrette rien preso dal sito www.angolotesti.it:

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
Nè il bene che mi hanno fatto
Nè il male, tutto mi va bene uguale

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
Ho pagato, scartato, dimenticato
Me ne frego

del passato!

Con i miei ricordi
Ho acceso il fuoco
I miei dolori, i miei piaceri
Non ho più bisogno di loro

scartati via gli amori
Con i loro tremolii
scartati per sempre
Riparto da zero..

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
Nè il bene, che mi hanno fatto
Nè il male, tutto mi va bene uguale!

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
poiché la mia vita, e le mie gioie
Oggi, tutto ricomincia con te!

Edith Piaf è stata una donna, prima che una cantante, che ha vissuto tanti dolori: vi consiglio di andare a leggere qualche sua biografia per capire cosa ha vissuto e passato. Ed è a lei che è legato un ricordo della mia gita scolastica a Parigi nel 2000 quando, durante la visita al museo d'Orsay mi sono imbattuta in una mostra particolare: quella delle fotografie scattate ai morti, molti di cui famosi. Tra quei visi in bianco e nero, ricordo come fosse oggi l'effetto della visione della foto della Piaf morta: disturbante. Il suo viso non sembrava sereno, la sua bocca era rimasta leggermente aperta. Come tutti gli adolescenti ero stata attratta dall'idea del "proibito", del morboso, della provocazione di quella mostra ma uscita dal museo mi ero chiesta (e mi sono chiesta molte volte nel corso degli anni) se la Fotografia dovesse spingersi fino a quel punto e sono ancora indecisa. Sta di fatto che pensando a quella foto mi chiedo sempre: ma lei avrebbe voluto finire in una mostra così? Non penso la risposta in termini di giusto o sbagliato, penso che la cosa fondamentale stia nel rispettare la volontà delle persone. 

Tornando ad Edith Piaf, il pettirosso francese: che voce, che donna! ciao Edith, spero davvero che la tua vita e le tue gioie siano riiniziate altrove!


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