lunedì 24 maggio 2021

Il rogo di Berlino - Helga Schneider


Ciao a tutti,

oggi vi parlo del libro "Il rogo di Berlino" di Helga Schneider. Questo ed altri libri recensiti li trovate nel post: PROPOSTE LIBRI DA LEGGERE

Libro bookcrossing codice: 663-16233140.

Prima di addentrarmi nel racconto della trama di questo libro pubblicato nel 1995, vorrei parlarvi di come l'ho trovato e di una sua pagina che mi ha particolarmente colpito. Il libro "Il rogo di Berlino" l'ho trovato in un parco mentre portavo a spasso il mio cane Cam. La cosa curiosa è che in quel parco vado molto raramente e che quel giorno non ho trovato solo questo libro ma... una borsa piena di libri abbandonati vicino ad un cestino!!! Riuscite ad immaginare la mia gioia?! Comunque dai, i libri non si buttano: regalateli, portateli nella biblioteca più vicina o in qualche spazio per il bookcrossing!

"Il rogo di Berlino" è una storia vera: la Seconda Guerra Mondiale vista attraverso gli occhi di una bambina tedesca abbandonata dalla propria madre per unirsi alle SS (madre mai pentitasi neanche a decine di anni di distanza).

Questo libro è abbastanza particolare visto che della Seconda Guerra Mondiale si leggono quasi solamente opere di ebrei sopravvissuti ai lager e a scuola non viene fatta molta luce sul fatto che quando uno Stato dichiara una guerra poi ad andarci di mezzo non siano solamente i suoi nemici ma anche il suo stesso popolo. Ecco questo secondo me è il merito maggiore del libro della Schneider: mostrare come una guerra sia una tragedia per l'umanità intera. 

Una pecca invece de "Il rogo di Berlino" è che in alcuni momenti la descrizione dei rapporti interpersonali mi è sembrata

 poco verosimile visto che Helga Schneider è del 1937 e alla fine del conflitto aveva solo 9 anni (ed il libro è stato pubblicato nel 1995).

Resta il fatto che "Il rogo di Berlino" sia una descrizione attenta di un punto di vista poche volte considerato: quello della popolazione tedesca e berlinese in particolare la cui vita fu distrutta al pari di  molte altre. Helga racconta dell'immancabile fame, della sete infinita, del continuo sali e scendi dagli appartamenti alle cantine per ripararsi dagli incessanti bombardamenti; racconta delle file per prendere l'acqua, degli omicidi per qualche tozzo di pane, della sofferenza fisica e mentale a cui tutta la popolazione era sottoposta in quei tragici giorni. Una bambina sola con il padre in guerra, la madre guardiana in un lager ed una matrigna non pronta a farle da madre. Il lettore viene così trasportato in quella cantina buia, tra topi ed insetti vari, sulle brandine scomode, col secchio per i bisogni costantemente maleodorante, con i vestiti ed i corpi sporchi, con i libri usati come carta igienica, con il rumore incessante delle incursioni e bombe nemiche, nelle discussioni tra vicini di casa mai davvero amici e soprattutto nella paura costante. Una delle pagini più difficili da leggere è stata quella degli stupri perpetrati dai russi alle giovani donne compagne di cantina a dimostrazione, una volta di più, che in guerra non esistono vincitori e che l'essere umano è capace di nefandezze ad ogni latitudine. 

Un'altra pagina però mi ha colpito e si trova nel sesto capitolo quando Helga descrive l'inizio della guerra nel 1941: "Vegetiamo in una città fantasma, senza luce elettrica né gas e con i rubinetti a secco, costretti a considerare l'igiene personale un lusso e un pasto caldo un concetto astratto. Viviamo come spettri in un immenso campo di rovine, dove sparuti mezzi di trasporto si trascinano con circospezione come bestie rassegnate a ricevere il colpo di grazia, dove le scuole sono senza alunni, i negozi senza merci, i teatri senza attori e le chiese senza fedeli, perché il nazismo detesta i preti ma anche perché le ampie navate vengono utilizzate come obitori, e dove, nei pochi ospedali rimasti in piedi, mancano l'acqua, l'elettricità, i medicinali e i medici". 

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa: quale guerra stiamo combattendo noi oggi, nel 2021? Perché il nostro ultimo anno e mezzo di vita è stato così, isolati ed impauriti senza reali bombe sulla testa ma martoriati da altri tipi di bombe che sono entrate nelle nostre case con effetti quasi altrettanto sconvolgenti tra scuole, negozi, teatri e chiese chiuse. 


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