venerdì 13 febbraio 2015

Sanremo 2015 - terza serata

Ovvero la serata (inutile) delle cover.
Prima però si assiste allo scontro delle nuove proposte e alla prima gaffe di Conti che dichiara a voce la vittoria di una ma alza la mano di un'altra. Preludio di una serata piena di attorcigliamenti linguistici.

Abominevoli gli stilisti di Emma che le mettono addosso dei centrini di pizzi inguardabili su chiunque. Lei in compenso con la grinta di quella che i mezzi non ce li ha ma la grinta si riesce a conquistarsi un suo posto.
Arisa finalmente non scende dalle scale ma è lenta lo stesso perchè fa sapere di
essere caduta dai gradini e di essere tutta dolorante. Quantomeno regala l'unico davvero divertente della conduzione fino a qui: quando ringrazia il dottore per averle dato uno anestetico (!) che la fa sembrare sotto droghe pesanti.
Rocio: inutile come sempre. Povera. Magari è anche bravina ma davvero le fanno fare la tappezzatura.

Cantanti:
divisi in gironi da 4 ognuno, scelgono delle canzoni che credo metà della gente non conosca. E trionfa Nek infatti con uno dei pochi veri grandi successi (Se telefonando).
Nota di colore: Coruzzi/Platinette e la Di Michele che inscenano la performance più divertente e autoironica cantando Alghero della mitica Giuny Russo.
Nota dolente: Raf. Il suo aspetto (e la sua esibizione) è davvero sconcertante.
Momento horror: Lara Fabian che canta sto male dando voce a tutte le nostre sensazioni durante quell'ascolto.
Moreno riesce a rovinare una canzone speciale come una carezza in un pugno dimostrando che rapper e cantanti sono cose diverse.
Chiara rimarrà negli annali per l'orrendo vestito (che fa a gara con quello di Emma).
Inquietante: Conti che appena escono dal palco gli Spandau Ballet inizia a prenderli in giro per la comune età e il diverso fisico, sottolineando come lui fosse più asciutto. E di un ridicolo marrone. Ma gli specchi?





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