lunedì 12 aprile 2021

Una madre augura un cancro a dei ragazzini in un parco (via social )

Ieri un amico mi ha inviato la storia agghiacciante che una conoscente ha pubblicato su Instagram.

La storia in questione era composta da una foto scattata dalla finestra in cui c'era inquadrato un gruppo di ragazzini in un parchetto. La didascalia recitava più o meno così: "prima osservazione: alberi in fiore, seconda osservazione: gruppo di ragazzini senza mascherina a cui non auguro il Covid ma un cancro alla parte a cui tengono di più".

Autrice: donna (e madre) di quasi cinquant'anni. 

Ora, ci sarebbero talmente tante cose da dire su un fatto del genere che quasi mi si intasa il cervello.

Parto da quelle più leggere e banali: 

  • una persona adulta che scatta foto di nascosto dalla finestra a degli sconosciuti?
  • una persona adulta e presumibilmente sana di mente che pubblica foto di sconosciuti, quasi sicuramente minorenni e perfettamente riconoscibili, su un social senza chiedere la loro autorizzazione?
Mi vien difficile poi proseguire a commentare il suo augurio di malattia, non solo per la crudeltà della cosa in sé quando per la leggerezza con cui l'avrà fatto l'ha fatto. Una donna che è anche una madre con prole della stessa età dei ragazzi ritratti in quella foto a cui lei augura un bel tumore (al pene, presumibilmente).

Penso sia riuscita, con una sola foto, a racchiudere tutta l'aberrazione umana di questo ultimo anno dominato dal covid: augurare un cancro via social a dei ragazzini perché senza mascherina in un parco.

Davvero è questo ciò che sta diventando la gente? Davvero è possibile che non si sia accorta dello schifo che ha riversato in un unico post? Davvero non si è accorta dello schifo che è, lei come persona?

Oggi ho visto un video interessante, in cui alcuni giornalisti parlavano di argomenti vari e una ha chiesto: qual è il compito di un vero giornalista ma anche di una persona normale/comune? La risposta che hanno dato è stata: farsi delle domande.

Ecco noi tutti oggi, ma anche in ogni momento della vita, dovremmo farci delle domande. E dovremmo farle ai nostri amici e ai nostri conoscenti. Dovremmo riflettere e far riflettere, magari anche insieme.

La mia unica speranza è che quella persona, tra i quasi cinquecento follower che si ritrova, abbia almeno un vero amico che le faccia notare il livello di bassezza e di abominio che ha raggiunto. Chissà



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