lunedì 12 aprile 2021

Una canzone al giorno - 13 - MARIA CALLAS: Casta Diva (Norma)

Un'opera?

Ebbene si, quest'oggi condivido un brano cantato dalla Divina Callas il cui vero nome era: Anna Maria Cecilia Sofia Kalos (contrazione del cognome originario Kalogheropoulou!). Perché mi è venuta in mente la Norma? Perché sto leggendo il libro di Laura Laurenzi "Infedeli" e la Callas è una delle protagoniste (ma vi dirò di più nel post dedicato a quel libro). 

Qui sotto il video dell'interpretazione della Callas con l'orchestra dell'Opera di Parigi nel 1958:



Conoscendo poco di questo mondo ho chiesto ad un amico di cui mi fido e a cui piace molto (e che molto conosce) la musica classica che mi ha detto così: "la Callas aveva picchi nettamente superiori e più capacità di interpretare ruoli completamente diversi (rispetto alla Tebaldi ndr). La Tebaldi è stata una grandissima ma la Callas al suo meglio era

fuori categoria per tutte". Nel commento al post trovate un suo super interessante e dettagliato intervento che riposto a fine post!

Una Divina che ammise: "solo i miei cani non mi tradiranno" e che morirà sola e triste a soli 53 anni. Forse suicida. 

Una vita spentasi troppo presto ma la cui voce riecheggerà ancora a lungo: ciao Maria.

Qui sotto il testo:

Casta Diva, che inargenti
queste sacre antiche piante,
a noi volgi il bel sembiante
senza nube e senza vel.
 
Tempra, o Diva,
tempra tu de’ cori ardenti
tempra ancora lo zelo audace,
spargi in terra quella pace
che regnar tu fai nel ciel.
 
Fine al rito
e il sacro bosco
sia disgombro dai profani.
Quando il Nume irato e fosco,
chiegga il sangue dei Romani.
Dal Druidico delubro
La mia voce tuonerà.
Cadrà; punirlo io posso.
Ma, punirlo, il cor non sa.
 
Ah! bello a me ritorna
Del fido amor primiero;
E contro il mondo intiero
difesa a te sarò.
Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno,
e vita nel tuo seno,
e patria e cielo avrò.
Ah, riedi ancora qual eri allora,
quando il cor ti diedi allora,
ah, riedi a me.

PC dixit: Buongiorno.

Visto che sono stato chiamato in causa dalla cara Michela, vorrei precisare il mio pensiero,
prima di rischiare il linciaggio da parte di qualche Tebaldiano!
Scherzo ma mica troppo.
Mio padre mi raccontava che ai loro tempi d'oro il tifo per l'una o per l'altra era acceso come in River Plate-Boca juniors.
In realtà le due artiste davano corda a questa rivalità perchè le teneva sempre sulla bocca di tutti gli appassionati (si sparli purchè si parli), ma al di là di qualche botta e risposta ad effetto per far scrivere i giornali, c'era molto rispetto fra di loro.
Molto più che tra le opposte tifoserie, che si insultavano che era un piacere :-)
Vorrei appunto precisare che Renata Tebaldi resta una delle grandissime del secolo,
molto amata per le sua qualità ed anche molto costante nel livello delle sue prestazioni canore.
La Callas era più discontinua.
Paradossalmente una dei motivi di ciò è stato causato da una delle sue maggiori qualità.
Cioè aveva una voce ENORME (cit.) ma nonostante ciò era in grado di sostenere anche parti in cui si lavora di fino, tipo la Rosina del Barbiere.
Questo la portava a preparare a distanza di poco tempo parti completamente diverse.
Sarebbe come allenarsi per le Olimpiadi contemporaneamente per il pattinaggio su ghiaccio ed il sollevamento pesi.
E vincere tutte e due la medaglia d'oro.
Questi sforzi tremendi le hanno accorciato notevolmente la carriera.
Il video postato da Michela era un recital con parti scelte, quindi meno stressante di un'opera intera. Anche se a raccontarla tutta, le seconda parte del recital era il secondo
atto completo della Tosca, quindi mica tanto leggerino.
La sua Casta Diva è meravigliosa, eppure si pensi che i melomani più accaniti la consideravano già in fase calante.
Inoltre mentre la Tebaldi aveva un'interpretazione (intendo soprattutto musicale, non darei eccessiva importanza alla recitazione) piu' aderente agli standard dell'epoca,
lo stile della Callas fu molto innovativo, ed alcune sue interpretazioni generarono veri e propri deliri sia in positivo che in negativo.
Per esempio la stessa Norma che fece quasi crollare la Scala del 1955, pochi mesi dopo al Metropolitan di New York finì ad ortaggi. E non metaforicamente.
Altro punto che abbreviò la carriera della Divina, fù la drastica perdita di peso (oltre 15 chili) che trasformò in meglio le sue doti recitative (anche fuori dal palcoscenico) ma inevitabilmente la stressò fisicamente.
Tirando le somme di questa sbrodolata, con la Tebaldi si andava più sul sicuro, ma la Callas
al suo apice ha fatto cose che NESSUN'ALTRA, per quanto bravissima, ha mai fatto.
E mai farà, aggiungo.
Una chicca per chi vuole avere un'assaggio.
Se cercate bene su youtube, c'è una registrazione del 1949 (infatti la qualità non è eccezionale) a Città del Messico dell'aria "Sempre Libera" alla fine del primo atto della Traviata.
Vale la pena ascoltarla non foss'altro per l'applauso finale, che non è un applauso,
ma un vero e proprio urlo animalesco che rende bene l'idea delle emozioni che scatenava questa meravigliosa artista.
Un saluto e un ringraziamento a chi ha avuto la pazienza di arrivare in fondo a questa
mia pappardella.
Scusate ma quando parto a parlare di melodramma, mi devono fermare a forza.
Ciao a tutti, vi esorto a scoprire questo mondo meraviglioso.
Paolo

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1 commento:

  1. Buongiorno.
    Visto che sono stato chiamato in causa dalla cara Michela, vorrei precisare il mio pensiero,
    prima di rischiare il linciaggio da parte di qualche Tebaldiano!
    Scherzo ma mica troppo.
    Mio padre mi raccontava che ai loro tempi d'oro il tifo per l'una o per l'altra era acceso come in River Plate-Boca juniors.
    In realtà le due artiste davano corda a questa rivalità perchè le teneva sempre sulla bocca di tutti gli appassionati (si sparli purchè si parli), ma al di là di qualche botta e risposta ad effetto per far scrivere i giornali, c'era molto rispetto fra di loro.
    Molto più che tra le opposte tifoserie, che si insultavano che era un piacere :-)
    Vorrei appunto precisare che Renata Tebaldi resta una delle grandissime del secolo,
    molto amata per le sua qualità ed anche molto costante nel livello delle sue prestazioni canore.
    La Callas era più discontinua.
    Paradossalmente una dei motivi di ciò è stato causato da una delle sue maggiori qualità.
    Cioè aveva una voce ENORME (cit.) ma nonostante ciò era in grado di sostenere anche parti in cui si lavora di fino, tipo la Rosina del Barbiere.
    Questo la portava a preparare a distanza di poco tempo parti completamente diverse.
    Sarebbe come allenarsi per le Olimpiadi contemporaneamente per il pattinaggio su ghiaccio ed il sollevamento pesi.
    E vincere tutte e due la medaglia d'oro.
    Questi sforzi tremendi le hanno accorciato notevolmente la carriera.
    Il video postato da Michela era un recital con parti scelte, quindi meno stressante di un'opera intera. Anche se a raccontarla tutta, le seconda parte del recital era il secondo
    atto completo della Tosca, quindi mica tanto leggerino.
    La sua Casta Diva è meravigliosa, eppure si pensi che i melomani più accaniti la consideravano già in fase calante.
    Inoltre mentre la Tebaldi aveva un'interpretazione (intendo soprattutto musicale, non darei eccessiva importanza alla recitazione) piu' aderente agli standard dell'epoca,
    lo stile della Callas fu molto innovativo, ed alcune sue interpretazioni generarono veri e propri deliri sia in positivo che in negativo.
    Per esempio la stessa Norma che fece quasi crollare la Scala del 1955, pochi mesi dopo al Metropolitan di New York finì ad ortaggi. E non metaforicamente.
    Altro punto che abbreviò la carriera della Divina, fù la drastica perdita di peso (oltre 15 chili) che trasformò in meglio le sue doti recitative (anche fuori dal palcoscenico) ma inevitabilmente la stressò fisicamente.
    Tirando le somme di questa sbrodolata, con la Tebaldi si andava più sul sicuro, ma la Callas
    al suo apice ha fatto cose che NESSUN'ALTRA, per quanto bravissima, ha mai fatto.
    E mai farà, aggiungo.
    Una chicca per chi vuole avere un'assaggio.
    Se cercate bene su youtube, c'è una registrazione del 1949 (infatti la qualità non è eccezionale) a Città del Messico dell'aria "Sempre Libera" alla fine del primo atto della Traviata.
    Vale la pena ascoltarla non foss'altro per l'applauso finale, che non è un applauso,
    ma un vero e proprio urlo animalesco che rende bene l'idea delle emozioni che scatenava questa meravigliosa artista.
    Un saluto e un ringraziamento a chi ha avuto la pazienza di arrivare in fondo a questa
    mia pappardella.
    Scusate ma quando parto a parlare di melodramma, mi devono fermare a forza.
    Ciao a tutti, vi esorto a scoprire questo mondo meraviglioso.
    Paolo

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